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Lunedì 21 maggio 2018, gli artisti teatrali italiani, riuniti nel Comitato Gianpiero Bianchi per la Fondazione Piccolomini, hanno occupato

parte della Villa Piccolomini, di proprietà dell’omonima Fondazione, a Roma, in via Aurelia antica 164.

L’occupazione intende denunciare l’ingiustificata delibera di commissariamento da parte dell'ente controllore, la Regione Lazio.

Un commissariamento che è stato deliberato con ritardo nel febbraio scorso e poi nemmeno completato, a causa di uno scandalo interno alla Regione Lazio (*vedi nota a piè di pagina), e che ha condannato l'ente alla paralisi.

Gli artisti teatrali denunciano che l'attuale delibera di commissariamento, così come già avvenuto nel 2007 con la giunta Marrazzo, è solo l’ultimo atto di una strategia di danneggiamento nei confronti dell’ente di beneficenza, che vive e assolve al proprio scopo statutario di aiuto economico agli artisti anziani e indigenti, in assenza di contributi pubblici ordinari, esclusivamente grazie al reddito degli immobili ereditati nel 1943 dall’attore-regista Nicolò Piccolomini.

Già nel maggio del 2009, gli artisti occuparono l’intera Villa Piccolomini ottenendo l’interruzione del commissariamento straordinario allora deliberato dalla Presidenza Marrazzo. La Villa era diventata sede di rappresentanza della Regione Lazio, la quale aveva interrotto lo scopo statutario di aiuto economico agli artisti anziani e indigenti.

L’attuale delibera di commissariamento del Presidente Zingaretti è giunta solo dopo due mesi dalla scadenza del Cda ed è stata giustificata con la mancata designazione, da parte del Sindaco di Roma e del Presidente dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, di due dei cinque membri del nuovo Cda (la presenza di tre Consiglieri su cinque non osta al funzionamento del Cda) e con presunte irregolarità amministrative, mai comunicate alla Fondazione. La realtà è ben diversa: negli ultimi 8 anni, i due Cda che si sono susseguiti hanno riordinato l’ente e le sue proprietà. I bilanci pubblicati negli anni hanno registrato l’aumento progressivo delle entrate e quindi degli aiuti economici agli artisti anziani e indigenti. E ciò nonostante i ripetuti attacchi e i gravi danni economici causati:

1.     dal blocco del bando di affitto di parte della Villa Piccolomini, incautamente imposto dalla Regione Lazio e senza alcuna verifica, a seguito dell’ errata segnalazione di un sedicente comitato di quartiere (con un danno economico di euro 295.000, da ottobre 2016 a ottobre 2017).

2.     dall’occupazione abusiva (sentenza del Tribunale di Roma n.24311 del 2015) e gratuita della prestigiosa area-parcheggio di Largo Micara-San Pietro, di proprietà della Fondazione, da parte del Comune di Roma. Gli artisti, nel corso di una mobilitazione che dura ormai da anni, hanno più volte chiesto alla Sindaca Raggi e all'Assessora Castiglione (con petizioni firmate da migliaia di cittadini, presidi, mail bombing e sensibilizzazione dei media) l’interruzione dello stato di illegalità e la stipula di un regolare contratto di locazione. Non c’è stata alcuna risposta e, al muro di gomma eretto dal Comune di Roma, si è aggiunta la strategica latitanza della Regione Lazio;

3.      dall’ininterrotta azione persecutoria del minuscolo comitato di quartiere “Salviamo il parco Piccolomini” che, evidentemente ben indirizzato, ha ricevuto immediata udienza e credito presso tutte le Istituzioni (esposti e denunce alla Corte dei Conti, al Tribunale civile e penale, al Tar, alle Soprintendenze, agli Enti locali: tutti poi archiviati per insussistenza)

4.     dalla reiterata paralisi dell’attività amministrativa dell’ente per la ritardata nomina dei Consigli di amministrazione da parte della Regione Lazio, con tutti i danni economici conseguenti. Già nel 2013, il Presidente Zingaretti attese ben nove mesi per nominare il nuovo Cda. E la nomina si ottenne solo a seguito dell’ennesima mobilitazione degli artisti.

Con l’occupazione di oggi, gli artisti teatrali chiedono:

1)     che la Regione Lazio ponga fine alla paralisi amministrativa dell’Ente e nomini al più presto un regolare Consiglio di amministrazione invece del Commissario straordinario;

2)    che il nuovo Consiglio di amministrazione sia composto da esponenti del mondo della Cultura e dello Spettacolo, i quali abbiano effettivamente a cuore le sorti della Fondazione Nicolò Piccolomini, unica realtà italiana a tutela degli artisti anziani e indigenti, una categoria di lavoratori particolarmente fragile e colpevolmente indifesa dalle Istituzioni.

Info e contatti
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tel. 3801806734
pagina Facebook: Amici della Fondazione Piccolomini
 
*nota sullo scandalo in Regione Lazio

Con la delibera del 13 febbraio 2018, il Presidente Zingaretti ha nominato, quale commissario straordinario della Fondazione Piccolomini, il dott. Stefano Acanfora, Direttore della Centrale Acquisti della Regione Lazio. La sua nomina è stata però contestata dall' avv. Pompeo Savarino, Direttore generale dell'Area rapporti con le Ipab e responsabile dell'Anticorruzione presso la Regione. La dichiarazione di compatibilità del dott. Acanfora sarebbe falsa, avendo lo stesso cointeressenze in varie società private. Il Presidente Zingaretti ha reagito sollevando l’avv. Savarino dagli incarichi e, con una delibera del 21 marzo, ha nominato, quale Responsabile Anticorruzione e Trasparenza, il dott. Andrea Tardiola, Segretario generale della Regione Lazio.

L’avv. Savarino, sostenuto dal Presidente Anac (Autorità nazionale anti corruzione), Michele Cantone, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica. La sentenza del Tar è prevista per fine maggio.

Nulla si sa della prevista nomina del Commissario straordinario della Fondazione Piccolomini.