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La storica realtà produttiva e formativa di Parma "Teatro delle briciole", rivolta soprattutto ai bambini e ai ragazzi e quindi a chi dovrà essere il pubblico teatrale del futuro più o meno prossimo, ha realizzato tra il 2013 e il 2016 un'iniziativa molto interessante, la cui utilità al di fuori dei confini di Parma è stata considerata giustamente da chi ha pensato e realizzato questa pubblicazione. L'intento del Teatro delle Briciole è stato quello di dialogare con le persone, cittadini di Parma, nei luoghi più vari della loro vita quotidiana, cercando di capire cosa pensassero del Teatro e quale fosse la loro esperienza di questa forma di spettacolo. Più che di una ricerca scientifica si è trattato, non trascurando comunque alcuni accorgimenti organizzativi, di un tentativo di dialogo sull'argomento teatro con chi il teatro spesso non lo vede e talvolta lo ignora completamente. Non c'è stata scelta di un "campione" ma semplicemente la voglia di raggiungere le persone nei luoghi della quotidianità per sottoporre loro un breve questionario. Il risultato, le risposte al questionario da parte di circa trecento persone, è stato quindi organizzato per realizzare questo volume, curato da Roberta Gandolfi, che rappresenta un'importante raccolta di spunti per far riflettere chi il teatro lo fa. Così, dopo una prima parte in cui estratti brevissimi delle interviste sono raccolti "per argomento", la parola passa ad alcuni personaggi del mondo teatrale (Flavia Armenzoni, Marco Baliani, Babilonia Teatri, Silvia Bottiroli, Angela Demattè, Marco Deriu, Elena Di Gioia, Lorenzo Donati, Giulia Morelli) chiamati ad esprimere appunto una loro riflessione dopo la lettura dei questionari. Anche in questa esperienza così localizzata e inevitabilmente parziale, si conferma quella che mi sembra sia una causa fondamentale della "distanza del teatro" dalla gente, ben espressa da una delle risposte presenti in questa ricerca: "I registi, gli autori, a volte sembra che facciano apposta a farti sentire imbecille". Il non ascolto del pubblico è vizio di tanti artisti, e purtroppo si rileva anche in alcuni degli interventi degli "addetti ai lavori" pubblicati in questo libro. Dopo le prime due parti il volume riporta in appendice alcune informazioni sulla ricerca: il questionario utilizzato per le interviste, i luoghi degli incontri, i profili degli intervistati, una raccolta di risposte alla domanda "Le prime tre cose che ti vengono in mente se dico la parola teatro". Una ricerca, e dunque una pubblicazione, utile soprattutto a chi il teatro lo fa.

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Quanto dista il teatro?
un'indagine sociopoetica tra spettatori e non spettatori a Parma
a cura di Roberta Gandolfi
Titivillus  2018
190 pagg. € 16,00