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Tre donne, tre sorelle segnate in Sicilia dalla vita, ma pronte a ricominciare, raccontando, finalmente, il loro segreto, la loro muta sofferenza. Squarciando il silenzio, illuminandosi, dandosi forza ed uscendo dal buio, come le "taddrarite", i pipistrelli, che vivono al buio perché hanno paura della luce e della verità. La compagnia teatrale Accura Teatro ha proposto nel Chiostro di Ponente del Monastero dei Benedettini di Catania, per il ciclo “Nuovo Teatro” nell’ambito della rassegna “Porte aperte Unict 2018- Dialoghi migranti”, l’atto unico "Taddrarite (pipistrelli)" scritto e diretto da Luana Rondinelli, con Giovanna Mangiù, Luana Rondinelli e Silvia Bello.  La pièce, scritta da Luana Rondinelli nel 2011, è una storia tragico-amara di umiliazioni e offese declinate al femminile, in una Sicilia di ieri e di oggi, sempre uguale culturalmente.  Un lavoro estremamente scorrevole e molto diretto, che intriga lo spettatore, soffermandosi su un tema più che mai attuale, ovvero il peso delle bugie e dell’indifferenza sulle donne che subiscono violenza domestica. Le tre protagoniste, che si muovono, si agitano, si raccontano, con determinazione - su uno spazio scenico occupato solo da

tre sedie e da una bara - mettono al centro la donna con le sue aspirazioni, le sue delusioni, le angherie che subisce soprattutto tra le mura domestiche da parte di un marito mai dolce e premuroso, ma sempre autoritario, dominante e violento.
“Taddrarite” racconta di tre sorelle siciliane: Maria (Giovanna Mangiù), Rosa (Silvia Bello) e Franca (Luana Rondinelli) che, come da antica tradizione e vestite di nero, rendono omaggio al defunto marito di Maria (la più giovane delle tre) nell’ultima notte prima della sepoltura. Davanti alla bara del marito di Maria le tre sorelle trasformano il classico momento di veglia e preghiera in una occasione per confessare quanto la loro vita coniugale sia stata difficile e dura. Maria, Rosa e Franca hanno infatti sposato uomini violenti e lavativi e sono diventate madri di tre belle bambine e per amore delle figlie hanno taciuto all’esterno sulle percosse fisiche e sulla violenze psicologiche subite. Le tre sorelle sono diverse tra loro, ma oggi si ritrovano unite dal desiderio di lasciarsi alle spalle un passato di dolore e violenza. Le tre protagoniste trovano il coraggio di parlare, attraverso l’ironia, una sorta di “umorismo nero”.
Maria, la più giovane, sogna una vita diversa, Franca ha avuto la forza di divorziare e si è risposata desiderando la bella vita, Rosa è invece la più riflessiva e posata. Sul palco le tre donne raccontano quindi, tra una preghiera ed un occhio al vicinato, le loro esperienze e la loro solitudine. L'amore le ha solo illuse, hanno avuto sofferenza, sottomissione e la gioia di tre figlie femmine, mentre dai loro uomini solo delusione, percosse e pochezza di sentimenti. Loro, però, non si sono rassegnate e la notte della veglia funebre è l’occasione per ricominciare una nuova vita, come donne e madri. Passata la lunga notte l'anima del defunto, secondo tradizione, ha finalmente lasciato la casa e adesso le tre sorelle non dovranno più nascondersi avendo ritrovato la voglia di reagire e combattere. L’anima di Carmelo, il marito di Rosa, è già andata via, adesso bisogna sbarrare porte e finestre per evitare che possa tornargli in mente di rientrare.
La pièce, in circa 50', ci parla di una Sicilia divisa e combattuta tra tradizione e modernità dove la donna siciliana, cuore della famiglia, spesso diventa luogo e persona dove far confluire tutte le problematiche, le frustrazioni del marito.
La regia di Luana Rondinelli è semplice, scorrevole ed essenziale, l'interpretazione delle tre protagoniste è asciutta e vera, regalando al pubblico intensità ed emozioni, grazie anche alla passionalità e la musicalità del dialetto siciliano, raffigurando - in modo crudo, reale  e con l'ironia sicula - la problematica della violenza sulle donne  nell'universo siciliano attuale. Aiuto regia Silvia Bello, musiche Ottoni Animati, Roberta Prestigiacomo. Lo spettacolo non ha cedimenti ed anzi mantiene un crescente ritmo, coinvolgendo il pubblico che, alla fine, tributa calorosi applausi alle tre protagoniste.
Una drammaturgia, un testo, quello di Luana Rondinelli, che restituisce la luce, la verità a tre donne, che oscura e sconfigge il silenzio e l’omertà e che - attraverso l’arma della leggerezza e dell’ironia – ridicolizza la morte e rende meno pesanti le aspre e tortuose strade della vita.
“Taddrarite” ha ricevuto il Premio Roma Fringe Festival 2014 per la migliore drammaturgia, la migliore attrice e il miglior spettacolo.

Taddrarite (pipistrelli)
di  Luana Rondinelli
Regia di Luana Rondinelli
Con Luana Rondinelli, Giovanna Mangiù e Silvia Bello
Musiche: Ottoni Animati,  Roberta Prestigiacomo
Luci di Amedeo Abate
In collaborazione con Accura Teatro
Per la Rassegna Porte aperte
Chiostro di ponente del monastero dei Benedettini di Catania-14 Luglio 2018
Foto: Dino Stornello