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La simpatia e la verve di Gianfranco Jannuzzo hanno suscitato l’interesse e gli applausi del pubblico dell’Abc di Catania per la messinscena, nella stagione di prosa del Teatro Brancati, dello spettacolo in due atti “Girgenti amore mio…” scritto dallo stesso Jannuzzo e da Angelo Callipo e che rifacendosi al vecchio lavoro “Nord & Sud”, si sofferma stavolta più sull’aspetto legato alla terra d’origine e sulle caratteristiche, su vizi e virtù del popolo siciliano. Su una ammaliante e panoramica scenografia curata da Salvo Manciagli, che ricrea all’occorrenza il tempio di Agrigento, il mare blu sullo sfondo, il rosso del sole o la luce poetica della luna e con i costumi di Silvia Morucci e le appropriate musiche di Francesco Buzzurro, Gianfranco Jannuzzo, con la sua proverbiale eleganza e simpatia, intraprende, in una sorta di dialogo col pubblico, un viaggio nella Sicilia, quella della sua Girgenti (l’antico ed affascinante nome di Agrigento), nel mondo dei dialetti siculi (palermitano, messinese, catanese), tra i problemi di ieri e di oggi (la mafia, la mancanza d’acqua). Lo spettacolo, diretto da Pino Quartullo, più scorrevole nella prima parte e più lento nella seconda per i monologhi di riflessione sull'amore e sull’attaccamento alla propria città d'origine, grazie alla proverbiale esuberanza ed autoironia di Jannuzzo si sofferma, quindi, sulla donna siciliana, amante, figlia e generatrice di vita, nonché sulle differenze di comportamento in determinate situazioni di alcuni popoli confrontati con quello siciliano, sull'atteggiamento di fronte alla morte ed ai funerali, e su quello dei mariti nei confronti delle mogli. Ritroviamo poi Jannuzzo seduto davanti al bar di Pizzo Siculo, paese della provincia di Agrigento, nei panni del Sindaco alle prese con un'intervista radiofonica oppure, insieme ad una allegra band con tanto di tamburi e “vara”, omaggiare in processione San Calogero, il santo nero di Agrigento, toccando così anche il tema del razzismo. Non mancano, naturalmente, in uno spettacolo che riscuote consensi dal Nord al Sud della Penisola, le occasioni per vedere ed ascoltare, apprezzandone le capacità, il protagonista nei panni di veneti, milanesi, calabresi, napoletani ed il tutto con rapidi travestimenti sul palco, davanti al pubblico che alla fine dello spettacolo tributa a Jannuzzo i meritati applausi per la sua comicità solare, elegante e caustica. Spettacolo, quindi, gradevole focalizzato su “Girgenti”, vecchio nome di Agrigento, la città natale del protagonista, che, come ha ben spiegato durante la serata, ha dovuto abbandonare per recarsi a Roma con la famiglia all'età di tredici anni. Il ricordo della sua terra in Jannuzzo, però, non è mai svanito e tanto meno è stato tagliato il cordone ombelicale, creando quindi un legame indissolubile tra lui e la sua Sicilia.