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Al “Verga” di Catania, all’interno del variegato cartellone di prosa dello Stabile etneo, in scena lo spettacolo “Memorie di un suggeritore” di Ezio Donato e Pippo Pattavina, pièce in due atti che, con la regia dello stesso Donato, si avvale dei costumi e dell’impianto scenografico (lo spazio dietro le quinte di un qualsiasi teatro, durante le prove, con in fondo una band di cinque musicisti) di Giovanna Giorgianni e le luci di Franco Buzzanca. Il lavoro, scritto a quattro mani dall’interprete Pippo Pattavina e da Ezio Donato, fa riferimento ad un precedente lavoro che vedeva protagonista lo stesso Pattavina, per la cronaca “Signori, chi è di scena” e che adesso vede Pippo Pattavina protagonista non nei panni di un navigato attore, ma in quelli di un suggeritore che, giunto all'apice della sua carriera, dopo aver attraversato per più di cinquant'anni tutti i generi teatrali, durante una prova del “Cirano di Bergerac”, s’immedesima nel dramma del protagonista tanto da rifiutare l'idea di condividerne la sorte. Pattavina, accompagnato in scena, oltre che dai brillanti e puntuali musicisti Carlo Cattano (sassofono, flauto), Giuseppe Finocchiaro (pianoforte), Ruggero Rotolo (batteria), Pippo Russo (chitarra), Nello Toscano (contrabbasso) e dai due attori Agostino Zumbo e Raffaella Bella, si ribella al suo ruolo marginale che lo costringe a celare volto e sentimenti, per suggerire ad altri le parole più belle e poetiche. Ed ecco che il suggeritore Pattavina assurge a protagonista sulla scena e mostra a tutti le sue variegate capacità interpretative, superiori a quelle dei pur tanti e illustri attori che fedelmente ha servito. Nei due atti, in una miscellanea di prosa, musica e canzoni, per circa due ore, il pubblico assiste ad un vero e proprio one man show, in cui Pippo Pattavina da un saggio della sua arte, suonando con i musicisti batteria e pianoforte, cantando, passando da Pirandello a Shakespeare, riproponendo vecchi numeri di avanspettacolo, canzoni d’epoca, dialogando con il pubblico della prima fila e riproponendo personaggi quali il petroliniano “Gastone”, gli sketch dei fratelli De Rege “Vieni avanti cretino”, con la collaborazione di Agostino Zumbo o dei venditori di penne stilografiche porno, tratto da “Opera buffa” di Pippo Fava. Ma in “Memorie di un suggeritore”, c’è spazio anche per l’attualità, per la situazione politica, per i problemi con i figli, il sesso, il traffico e e buche di Catania, mentre direttamente dall’Inferno Pattavina ci offre anche una madame Pompilia che riferisce delle iniziazioni erotiche di Berlusconi e poi a per finire propone il suo classico e fortunato personaggio, il balbuziente e sgrammaticato Affieddu, che con tanto di bicicletta sul palco e coinvolgendo uno spettatore, suscita le risate del pubblico. Prima parte dello spettacolo più ricca di numeri di prosa e seconda più musicale con variopinte esibizioni canore, che spaziano da Lily Marlène a “Cavalleria Rusticana” e “Pagliacci”, passando per un vasto repertorio anni Cinquanta. Lavoro che, a tratti, denota una eccessiva lentezza nel passare, nonostante il prezioso e puntuale apporto dei cinque bravi musicisti, da un genere all’altro e che comunque l’abilità istrionesca, le capacità artistiche di Pattavina, riescono a tenere sempre vivo, malgrado un testo non proprio omogeneo e ben assemblato e che è troppo costruito sul ruolo protagonistico e puramente comico di Pippo Pattavina, mentre gli altri due attori, i pur bravi Agostino Zumbo e Raffaella Bella, sono solo delle semplici spalle.  Anche stavolta comunque Pippo Pattavina, nei panni di suggeritore ribelle tra uno specchio, dei bauli, dei vestiti di scena, presenta parte del suo vasto repertorio, proiettando il pubblico nel magico mondo del teatro, recitando, improvvisando, cantando e sciorinando una serie di numeri che non fanno altro che evidenziare le già note ed acclamate doti di bravo suggeritore, di interprete sulle scene e di cantante, riprendendo anche alcuni brani che eseguiva quando, ad inizio carriera, lavorava nei locali notturni.