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Lo spettacolo di Bruno Fornasari, autore del testo e della regia, affronta un tema molto delicato: il rapporto uomo-donna in ambito lavorativo. Con ironia implacabile, dialoghi taglienti e ritmici, il testo affronta un tema sociale molto dibattuto. Com’è possibile ridurre le discriminazioni? Quando ci si trova di fronte a una discriminazione di genere, si può parlare anche dei relativi complici? Su questo Fornasari ha le idee chiare i complici giocano un ruolo decisivo, i complici per interesse o per paura, sono ugualmente responsabili. Di qualunque genere essi siano i complici inevitabilmente impediscono di fare chiarezza. Lo spettacolo si apre con la frase di un noto psicologo che di recente ha spopolato su YouTube: Jordan Peterson. Peterson commentando chi lo accusava di non essere politicamente corretto sulle tematiche di genere, rispose: “Se vuoi essere in grado di pensare, devi correre il rischio di essere offensivo”. La verità spesso è offensiva, scomoda. La regia inserendo

questa didascalia in apertura, ci avvisa: si sta parlando di argomenti su cui già ampiamente di è discusso, i pareri sono diversi, non sempre ciò che sarà sostenuto nei dialoghi scenici potrà essere politicamente corretto, il pubblico è avvisato. La trama è intricata, con continui rimandi a situazioni o episodi del passato.  Riporto direttamente dalle note per la stampa : «Fede dirige un’agenzia di comunicazione che sta partecipando alla gara per aggiudicarsi un’importante campagna contro la discriminazione femminile. Tina è la creativa chiamata per fare la differenza su un argomento così delicato. Richiamarla è un rischio perché lei, già collaboratrice della società, se n’era andata dopo una feroce discussione in cui accusava Fede di averle rubato un’idea per un lavoro. Mentre aspetta l’arrivo di Fede, Tina spiega a Edo, amministratore dell’agenzia e suo ex compagno, di non voler accettare la proposta di lavoro perché la sera precedente, a cena, il capo ha avuto con lei un comportamento sgradevole: le ha accarezzato una spalla…Per Fede si è trattato solo di una carezza, per Tina invece è stata una vera e propria avance, anzi una micro-aggressione. Neanche Lucy, attuale fidanzata di Fede, riesce a credere del tutto alla versione del suo compagno, anche se non ha mai potuto sopportare Tina.» È possibile provare che Fede in realtà è un predatore? È possibile per lui dimostrare il contrario? “La prova” è una commedia amara sul rischio di dover barattare la propria libertà con la carriera, “uno spettacolo sulle opinioni confuse per verità assolute e uno sguardo satirico sull’estenuante gioco di ruoli tra uomo e donna”. Uno spettacolo che mette a dura prova, la scrittura drammaturgica, il rischio che tutto diventi una serie di flash cinematografici. La drammaturgia risente di tutte queste problematiche messe in gioco e in alcuni momenti appare poco lineare. I temi sono molti e affrontarli con la semplicità necessaria che il teatro richiede, è arduo. La recitazione ben sostenuta di tutti gli interpreti Tommaso Amadio, Emanuele Arrigazzi, Orsetta Borghero, Eleonora Giovanardi, aiuta molto il contesto dinamico e veloce su cui la regia punta. Evocativo il cielo sullo sfondo, un cielo mai limpido e sereno, con nuvole ora azzurre, ora grigie. Un cielo mai scosso da un vento forte che spazza via tutto. Un vento vitale, inatteso, musicale...Venti simili raramente soffiano ma quando accade restano nell’anima.

Milano, Teatro Filodrammatici, 10 al 27 gennaio 2019.