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Quando sale sul palcoscenico un personaggio come Arturo Brachetti, trasformista, autentico trionfo della fantasia, non si smentisce mai. Incanta, diverte, sorprende, affascina grandi e piccini. E’ successo anche stavolta, al “Metropolitan” di Catania, per la stagione dello “Stabile” etneo, con il suo nuovo spettacolo “Brachetti, ciak si gira!”, due fantasmagorici atti tra luci, sorprese, musiche e costumi straordinari, con la regia di Serge Denoncourt, una produzione realizzata da Murciano Iniziative in associazione con Juste Pour Rire France. Brachetti, da autentico funambolo dei travestimenti è l’autentico protagonista sul palco, tra la sorpresa, le risate, il divertimento del pubblico che si ritrova stavolta immerso nel mondo della celluloide, del cinema.  Dopo alcuni anni di assenza Arturo Brachetti ritorna, quindi, nel ruolo di mattatore in un “one man show” con uno spettacolo in tour per l’Italia e che si è trasferita in dicembre e gennaio a Parigi al teatro Folies Bergere, dove il pubblico francese lo ha accolto con grande entusiasmo, tornando poi nei teatri italiani nei primi mesi del 2011, per proseguire nuovamente in Europa. Filo conduttore dello spettacolo è il cinema, non tanto in senso cronologico, quanto piuttosto seguendo la vita di Brachetti, dalla televisione da bambino al cinema con il padre da ragazzino, dall'adolescenza a Torino alla giovinezza a Parigi fino a Hollywood. L'inizio vede Brachetti bambino, a casa col televisione, dietro al quale compie i cambi d'abito: si trasforma in moschettiere, Zorro, cowboy, Lawrence d'Arabia, Mary Poppins, Tarzan, Spider man e una Crudelia pettoruta. Ed in tutto questo l’eclettico trasformista cambia abiti, ma anche parrucche e cappelli, sottolineando i vari personaggi con una mimica facciale precisa, di facile comprensibilità da parte del pubblico. Racconta poi la prima volta al cinema insieme al padre nella sala del dopolavoro della Fiat, un racconto accompagnato dalle foto in bianco e nero di personaggi tipici di paese, tutti con la faccia di Brachetti ed a seguire c’è l’entusiasmante e fantasioso “gioco” del cappello in cui Brachetti, con una tesa di cappello di stoffa morbida con un buco al centro, riesce a trasformarsi in trenta diversi personaggi: torero, cowboy, don Camillo, cardinale, Arlecchino, ammiraglio Nelson, avvocato, Big Ben, Gloria Swanson in “Viale del Tramonto”, Casanova, Capitan Uncino, santa Caterina, cosacco, Guglielmo Tell, principe Carlo, Cleopatra, Rossella O'Hara, pompiere, samurai, Napoleone. Per un torinese come lui poi non può mancare l'omaggio al museo del cinema con una galleria di divertentissimi personaggi di film horror. Di grande effetto poi l’omaggio e ricordo a Lon Chaney, nel cui baule avvengono i cambi d'abito: pagliaccio, mandarino, Pierrot, il Gobbo di Notre Dame, un diavolo con forcone fatato, il vampiro col panciotto che cambia coi colori delle bandiere. Sempre nel primo atto dello spettacolo suscita ammirazione poi l’abilità di Brachetti in occasione delle ombre cinesi, con gli animali che appaiono come per magia sotto gli occhi del pubblico con un uso sapiente delle mani e delle dita ed in chiusura della prima parte viene ricordato, con tenerezza ed ottimi effetti, Fellini ed i suoi personaggi come Giulietta Masina ne “La strada”, Ciccio Ingrassia sull'albero che grida “Voglio una donna”, il basso e grasso cardinale, Mastroianni sul seno enorme della Ekberg, “E la nave va”. Trionfo del cinema hollywoodiano nel più breve secondo atto, dove vengono riesumati i vari Chaplin, il fascinoso 007 Goldfinger, il commovente ET, il pirata dei Caraibi, lo squalo ed il Titanic, Mosè con le tavole della legge, The sound of music (Tutti insieme appassionatamente) con le scarpette rosse che poi introducono il Mago di Oz, Cabaret e Psyco, Gene Kelly che canta sotto la pioggia, Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in Casablanca, King Kong e la banana di Carmen Miranda, Harry Potter ed Edwige, la quale viene poi soccorsa da Biancaneve, Lord of the rings e Frankenstein, Rossella O'Hara che si rifà il vestito con le tende del salone, Ester Williams che si solleva e ruota in aria. E si arriva poi al finale in un tripudio di musica, effetti speciali, luci, in definitiva alla consacrazione di anni di lavoro e sacrificio di un artista, funambolo del trasformismo, come Arturo Brachetti che raccoglie gli applausi entusiastici del pubblico, grazie ad uno spettacolo emozionante, da vedere, espressione di un perfezionismo davvero encomiabile.