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Questo viaggio inizia con un viaggio che racconta un altro viaggio. Viaggio e racconto sono i due elementi attraverso cui è necessario costruire questa analisi e su cui è costruito questo spettacolo. Inseguita a lungo, in giro per  l'Italia, sfiorata in Sicilia, finalmente a Napoli: Tiziana Francesca Vaccaro arriva nella città dove era più facile incontrarsi. Sebbene la regione d'origine che ci accomuna sia la Sicilia, così come la lingua e le canzoni di Rosa Balistreri, Napoli accoglie un momento artistico e di vita estremamente intenso a cui partecipano i presenti e i non presenti. In scena presso il teatro Galleria Toledo il 23 e 24 maggio, questo spettacolo debutta a Napoli con meno di dieci spettatori: l'attrice e autrice ci accoglie nella platea vuota ed esprime il suo rammarico con durezza, fermamente convinta che la seconda replica non andrà in scena. L'attrice sottolinea l'attenzione agli spettatori presenti, soprattutto amici, ai quali regalerà un'interpretazione di rara intensità. Il giorno dopo, invece, è tornata in scena: l'eco dello spettacolo su Rosa Balistreri si diffonde a Napoli e il risultato è dimostrato dal pubblico entusiasta presente durante la seconda serata. In realtà titolo e

sottotitolo, TERRA DI ROSA.VITE DI ROSA BALISTRERI, palesa il suo ricco valore semantico e metaforico solo dopo la visione dello spettacolo. La terra di Rosa è la Sicilia, ma è anche quella terra in cui Rosa, da ragazzina, affondava le mani per giocare. Riporta il testo della Vaccaro, nell'ultima scena:<<diventi grande e scopri che i vermi con cui giocavi non avevano bisogno di essere rimessi dentro la terra a tutti i costi, perché i vermi, ovunque vivano, ovunque vadano, hanno la capacità di rigenerarsi, di spezzarsi e ricostruirsi infinite volte>>. La vita di Rosa, o meglio le molteplici vite della famosa cantante folk siciliana, è ricostruita attraverso un lungo ed emotivo lavoro di ricerca, che identifica la protagonista in un verme che cade e affonda nella terra, ma che rinasce ripetutamente. Una valigia piena di terra, alcuni oggetti emblematici del vestiario di Rosa ed una sedia sono gli unici elementi utilizzati in scena dall'attrice, oggetti che potremmo considerare superflui perché la potenza scenica di Tiziana Francesca Vaccaro riempie totalmente l'ambiente e l'aria circostante. Questo spettacolo è l'esempio di come sia possibile raccontare una storia che abbia dietro una solida ricerca delle fonti, una scrittura drammaturgica che segua la tendenza della drammaturgia meridionale contemporanea, cioè il racconto, che sviluppi una messinscena con ritmi differenti, con recitazione ricca e sfaccettata, con grande impegno vocale e corporeo, il tutto con costi contenuti. Questo spettacolo, che ha vinto diversi premi - TeatrOfficina 2016, Stazioni d'Emergenza IX 2017, Ermo Colle 2018- è <<bellissimo>>, aggettivo che viene utilizzato dalla stessa attrice/autrice, senza nessuna modestia. La storia di Rosa Balistreri è conosciuta dai siciliani e dagli appassionati di musica folk siciliana, ma dal periodo in cui esplode il successo televisivo e di pubblico. Pochi, o forse nessuno, conoscono la vita, o le vite precedenti. Nata a Licata, località ormai divenuta famosa per la serie tratta dai romanzi di Andrea Camilleri, ma in realtà luogo un tempo retrogrado e caratterizzato da mafia e omertà, Rosa cresce in povertà e la sua storia è caratterizzata da miseria, violenza, inganni, morte. Ben presto capisce che il dono della voce, del racconto e della musica rappresenterá la via d'uscita, la salvezza, il riscatto. La Toscana diventerà la sua seconda casa, conoscerà numerosi artisti, vivrà di musica senza mai arricchirsi, tornerà in Sicilia sperando in un cambiamento, perseguitata dal passato e da una famiglia macchiata e sfortunata. Il cambiamento di una terra o di una vita rappresentrano gli obiettivi, ma questa storia si fonda sul viaggio della vita. Tante le tematiche che emergono attraverso la straordinaria interpretazione di questa giovane attrice catanese -stupefacente la trasformazione del suo viso in Dario Fo per ricordare la sua amicizia con la Balistreri -, dalla mafia, ai diritti della donna, alla Sicilia, alla musica compagna di vita, alla biografia di un personaggio pubblico, all'emigrazione. Appare, dunque, complesso, ma vincente, il lavoro messo in atto dalla Vaccaro, affinché tutti questi elementi non appaiano banali o ripetitivi all'interno del racconto scenico. L'energia sprigionata dalla performance, corporea e vocale, così come il ritmo, perfettamente calibrato nonostante lasci senza respiro,  investono la platea lasciando un ricordo indelebile di questo spettacolo. È doveroso, inoltre, sottolineare il lavoro di ricerca  bibliografica, archivistica e documentaristica che la stessa Vaccaro ha svolto per lungo tempo, prima di definire la stesura del testo drammaturgico. Nato per caso, durante una cena tra teatranti, a Milano, questo progetto prende vita attraverso la figura di Antigone che si sovrappone a quella di Rosa Balistreri. Le canzoni intonate dalla Vaccaro affascinano i colleghi italiani e soprattutto stranieri, dando inizio ad un viaggio che parte da Catania, luogo da cui si fugge dopo l'improvvisa, prematura e nota perdita di un'amica della scuola d'arte drammatica "U.Spadaro" di Catania, per attraversare l'Italia, tornare a Licata, trovare le risposte, ed arrivare in Toscana. Licata è fonte di notizie, dalla gente che ricorda Rosa Balistreri alla biblioteca comunale che conserva un patrimonio archivistico donato dalla stessa cantante in vita, dalla casa natia fino all'ultima intervista di Giuseppe Cantavenere. Sebbene la storia di Rosa Balistreri rappresenti un utilissimo canovaccio su cui costruire e rielaborare drammaturgia inedita, in realtà il lavoro della Vaccaro dimostra una rielaborazione attentra, sia dal punto di vista della scrittura, ma anche della regia e della interpretazione. A dimostrazione di quanto affermato, appare notevole la volontà di pubblicare un volumetto, autoprodotto ed edito nel 2018, in cui sono riportati l'intero testo drammaturgico e gli stralci dei testi delle canzoni della Balistreri, oltre al racconto del viaggio di ricerca delle fonti,  riprodotto attraverso una graphic novel firmata da Elena Mistrello, viaggio che si conclude, per poi ricominciare, nel cimitero di Firenze, davanti alla lapide dimenticata di Rosa Balistreri.

TERRA DI ROSA. VITE DI ROSA BALISTRERI
Galleria Toledo Napoli
23-24 maggio 2019
di e con Tiziana Francesca Vaccaro
aiuto regia Giovanni Tuzza
musiche Andrea Balsamo
illustrazione Elena Mistrello