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In occasione del 64° compleanno dell’autore, attore e regista catanese Carmelo Vassallo, , scomparso a soli 55 anni nel 2010, l’attore e regista Savì Manna, che lo ha affiancato in alcune delle sue ultime messe in scena, lo scorso lunedì 15 Luglio al Centro Zo di Catania, ha letto il testo teatrale "Lupo", segnalato nel 1997 dalla giuria del “Premio Riccione per il Teatro”. La serata, fortemente voluta in concomitanza con quello che sarebbe stato il compleanno di Carmelo Vassallo, è nata dal desiderio di ricordare, di far conoscere alla città di Catania il teatro di “Melo”, come lo chiamavano gli amici più intimi, il cui modo di scrivere ha pochi eguali ed è considerato l’ultimo grande cantore del dialetto catanese. Nel testo “Lupo” ritroviamo le tipiche atmosfere catanesi, c’è l’odore di estate, di mare e di ricci, di Boschetto della Plaia, di partite a calcetto, di giri in due su una vespa 50 special bianca, di differenze sociali, di attrazioni fatali  e d’altri tempi. C’è soprattutto la forza espressiva e comunicativa del dialetto catanese, c’è odore di ricordi e di sensazioni forti, di strazianti ululati nella notte. Il recital di Savì Manna, molto emozionato e coinvolto nel leggere, nell’interpretare, i passi

dell’intenso e poetico “Lupo”, è stato arricchito da video originali e dai suoni della messa in scena del 2007 da “Leggende Metropolitane. Lettura impreziosita anche dalla presenza della marionetta “Cocimu”, manovrata da Elisabeth Von Laucher e fabbricata, in occasione del debutto dello spettacolo, dalla Bottega Cartura di Catania.
e Con la presenza in scena della sagoma del compianto Carmelo Vassallo, con i video, i suoni, la poesia cruda di "Lupo", l’attore Savì Manna interpreta con pathos un racconto caratterizzato da un linguaggio terragno, in catanese stretto. E’ una storia che affronta temi delicati quali l'omosessualità ed il suo tabù. Si racconta l’incontro tra Cocimu, un ragazzo di quindici anni, timido e assoggettato all’influenza soffocante della madre, sospeso, però, tra cielo ed inferno e un uomo di trenta, Lupo, duro e incontenibile nella sua prepotente vitalità.
Da una partita a calcetto giocata e vinta nel bar sotto casa, tra lo studente e l’emarginato di un quartiere popolare di Catania nasce un sodalizio forte ed esclusivo. Tra giornate al mare e corse in Vespa, il cerchio si stringe sempre di più e cresce in modo incontrollabile l’attrazione di Cocimu per Lupo che per lui stravede, lo chiama da sotto il balcone, lo aspetta, lo porta in giro con la sua vespa. Il rapporto del giovane nei confronti dell’amico più grande si conclude con un triste e doloroso delirio criminale che porta Cocimu ad accoltellare a morte Lupo. E dalla sua finestra, 15 anni dopo i fatti, Cocimu, guardando la luna, ricorderà e racconterà la storia di Lupo che dal mare, nella notte, urla la sua rabbia, la sua solitudine, alla ricerca del suo amico Cocimu.
Savi Manna  è abile nel raccontare il piccolo, claustrofobico, universo dei due protagonisti, affidandosi alternativamente alle voci dell’uno e dell’altro. Cocimu e Lupo, sono i protagonisti di quello che è uno spaccato di una periferia degradata. “Lupo”, diventa quindi metafora di tanti rapporti nascosti e contraddistinti dall’incapacità di comunicare in modo sincero, è una storia ambientata nella periferia popolare catanese, ma che può essere tranquillamente trasportata in qualsiasi altra realtà del genere dove l’apparenza è più forte e radicata delle vere sensazioni.
Nella lettura di Savì Manna, il dramma di Vassallo coinvolge lo spettatore nella dimensione dell’emarginazione o della follia pseudo normale di giovani sbandati o studenti che vivono sotto la gonna della madre, che non possono sottrarsi alle dure leggi della quotidianità di un quartiere popolare dove ognuno non può far altro che essere se stesso, non può sfuggire al proprio ruolo.
Attraverso “Lupo” si può conoscere meglio il teatro graffiante, anticonformista, scomodo, di Carmelo Vassallo, artista che, nelle sue opere, raccontava la sua città, soffermandosi sulla Catania popolare, degli emarginati, soffocati dal loro status sociale, da una periferia degradata dove si intrecciavano storie surreali, tragiche, paradossali, ma tanto vere. Questo era il teatro che preferiva Carmelo Vassallo e che, da catanese purosangue, era andato via dalla sua città, con la quale aveva un rapporto controverso, ma era poi voluto tornare per regalarle delle opere che hanno riscosso e continuano a suscitare i consensi di pubblico e critica.
Alla fine, per la poesia, la musicalità, il valore del testo, gli applausi dei presenti al protagonista Savi Manna che, anche stavolta, in collaborazione con il Centro Zo, ha voluto ricordare la figura, il personaggio, il teatro e la produzione di un attore, autore e regista come Carmelo Vassallo, scomparso troppo presto e, purtroppo, troppo presto dimenticato dalla sua città.

Savì Manna, catanese classe 1971, è autore, attore e regista teatrale. Dopo aver fatto parte della compagnia di artisti di strada I Baternù, ha lavorato nella compagnia di Carmelo Vassallo mettendo in scena gli spettacoli "Donna Nedda" e "Lupo". È autore, regista e interprete di spettacoli di successo come Turi Marionetta 2009, Importante, molto importante (la trilogia) 2012 (da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Alessandra Pescetta); "Patrizzia, la vera storia di una sensation seeker" 2015; "Ogni storia ha la sua musica" 2018 è il suo ultimo lavoro con questo testo è stato finalista al concorso europeo di drammaturgia Premio Tragos nel 2014. Savì Manna ha vinto diversi premi di drammaturgia, tra cui il Festival Potenza Teatro nel 2010 e il Premio Vernacolo Bordighera nel 2014.

Carmelo Vassallo, catanese classe 1955, aveva iniziato la sua carriera come atleta e calciatore e poi aveva cominciato a scrivere di teatro, con abilità e passione. Un artista scomodo che col suo teatro raccontava il mondo degli ultimi, degli emarginati. Dal 1981 al 1985 ha collaborato con il Teatro del Vicolo di Reggio Emilia "teatro acrobatico" e nel 1983 col Teatro Stabile dell'Aquila. Nel 1987 ha curato diverse regie di spettacoli di Durrenmatt in Svizzera. Dal 1988 al 1992 ha fatto parte della compagnia di Teatro Portaromana di Milano e dal 93 al 97 ha collaborato sia col Teatro di Dionisio di Palermo diretto da Claudio Collovà, sia col Teatro della Tosse di Genova diretto da Tonino Conte ed Emanuele Luzzati. Dal 2002 al 2005 ha collaborato con Zo di Catania e nel 2007 ha fondato l’Associazione Culturale Leggende Metropolitane. Nell'estate del 2010, troppo prematuramente, passava a miglior vita portandosi con sé un patrimonio artistico ed umano inestimabile. "Lupo" insieme ad altre sue due opere come "Donna Nedda" e "Farfalline" sono inserite nella raccolta "Lupo ed altri fantasmi" edita dalla Bonanno Editore, curato da Stefania Rimini e da Attilo Scuderi.

“Lupo ed altre storie”
di Carmelo Vassallo
Reading di Savì Manna
con la marionetta Cocimu, manovrata da Elisabeth Von Laucher
Luci video e suoni di  Aldo Ciulla    
Produzione Centro Culturale Zo
Programma Estate 2019 - SpiazZo - Catania - 15 Luglio 2019