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Naviga come un fiume tra due sponde, tra biografa familiare e storia del teatro italiano, questo libro che si può definire stra-ordinario, non tanto perché fuori dal normale, dall'ordinario cioè, ma soprattutto perché occasionale ed irripetibile, come la vita di una compagnia in fondo sopravvissuta ai mutamenti della modernità “drammatica” e che, anche se forse per altre motivazioni, si chiamerà non a caso, nell'ultimo transito del suo vivere insieme, i “Superstiti”. Una esperienza straordinaria ed occasionale, quella raccontata dal libro scritto anch'esso in due parti come le sponde di quel fiume da Francesco Niccolini e da Loris Seghizzi, in quanto è come la scoperta in una vecchia soffitta e in un baule di famiglia di un pezzo dimenticato della storia del teatro drammatico italiano, quello dei cosiddetti scarrozzanti, quello cioè delle compagnie nomadi che attraversavano l'Italia, un pezzo sopravvissuto fin quasi all'oggi, mentre il teatro degli 'Stabili', degli autori e dei registi proclamava nel secondo dopoguerra la sua superiorità (presunta?) estetica ed intellettuale.
La storia, anzi la Genealogia di una Compagnia superstite perché, in un certo senso, inconsueta sintesi di vita teatrale e vita familiare, in cui si distillava e proseguiva il teatro degli attori, dei ruoli, e della esperienza, in scena e fuori della scena, come radice culturale feconda e diffusa, una esperienza di cui Loris Seghizzi è erede sia in senso anagrafico, essendo ultimo frutto di quella famiglia, che in senso estetico con la sua nuova, diversa e insieme eco di quella storia, Compagnia Scenica Frammenti in quel di Lari.
Un libro che risveglia suggestioni soffocate dal frastuono della contemporaneità in cui certi valori, creativi e indissolubilmente affettivi, sembrano dissolversi e che ha il merito di ricordarci, come scrive Glynne Wickham nella sua nota Storia del Teatro, che nell'ottocento italiano la “vera e propria <<arte drammatica>> … era formata da una serie di cellule, le compagnie, economicamente autosufficienti … e soggette alla sola autorità interna del capocomico … Le compagnie, prive di finanziamenti statali, e poco interessanti per il mecenatismo privato, erano nomadi, in modo da poter sfruttare un pubblico sempre diverso.”
Un mondo sopravvissuto nella storia personale e artistica di Franco Seghizzi e Vincenza Barone, capace di superare, grazie alla forza dei legami familiari, la transitorietà di quelle antiche esperienze e di presentarsi paradossalmente intatto alla forza della narrazione. Una scrittura interessante forse  ancor di più dal punto di vista artistico che da quello storico.

MEMORIA Storia di una famiglia teatrale (1912-2012)
di Francesco Nicolini e Loris Seghizzi
Titivillus 2012
pagg. 136 € 15,00
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