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Che cosa determina la non contraddizione tra la cultura mafiosa e quella cattolica?
Com’è possibile, all’interno della stessa Chiesa, la presenza di un Dio dei carnefici e un Dio delle vittime?
In scena è un uomo dell’ndrangheta a parlare: la ricerca drammaturgica e scenica viaggia verso la creazione di un ‘personaggio narrante’; storie e fatti sono filtrati attraverso il suo sguardo in uno sforzo di immedesimazione che, considerata la materia, richiede non poca fatica.
La mafia può contare su miti potenti, riti, norme e simboli di forte presa, senza i quali sarebbe come un popolo senza religione né legge. Grazie a questo i mafiosi hanno costruito un’immagine di sé di ‘uomini d’onore’, paladini dell’ordine che fanno giustizia; ma nella loro lunga storia non hanno mai difeso i deboli contro i forti o i poveri contro i ricchi: la mafia è un fenomeno di classi dirigenti, di potere.
Abbiamo quindi dato forma a una creatura narrante, un’anima nera: il lato oscuro del pensiero meridiano, che parla di mafia, religione e, inevitabilmente, di potere, portando il pubblico su un piano di ascolto lucido e mai eccessivamente emotivo.
(Dalle note degli autori)

Prodotto da URA Teatro e Federgat, il testo teatrale in gioco è anche uno spettacolo andato in scena per la prima volta il 20 giugno 2019, al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno per il festival I Teatri del Sacro. A interpretarlo con intensità di vibratili accenti, fra le musiche di Remo De Vico, ancora Fabrizio Pugliese che ne ha curato la regia con lo stesso Francesco Aiello. Lavoro scenico che «si muove intorno ad un inginocchiatoio, attraverso una ritualità verbale che mischia continuamente il sacro con il profano, entrando in modo diretto nelle viscere della problematica, restituendone allo spettatore tutte le valenze più profonde e spesso sconosciute», come ha scritto Mario Bianchi per la webzine “KLP - Krapp’s Last Post”.

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Francesco Aiello, nato a Cosenza nel 1981, inizia il suo percorso teatrale durante gli anni universitari con la compagnia Libero Teatro, prendendo parte a molte messinscene del regista Max Mazzotta tra cui: IL SOGNO DI LEAR e GIANGURGOLO – PRINCIPE DI DANIMARCA da William Shakespeare, VUOTI DI MEMORIA da Primo Levi, CAOS da Luigi Pirandello e VISIONI DI GALILEO da Bertolt Brecht. Interpreta poi altre pièce montate da registi quali: Francesco Suriano (ARROBBAFUMU; LA BROCCA ROTTA A FERRAMONTI; PEER ’U STORTU; SALVATORE, CACATICCHIU, GAMBILONGHE E FERDINANDO), Francesco Marino (I RACCONTI DEL PINEROTTOLO), Lindo Nudo (MIA MARTINI, UNA DONNA, UNA STORIA; AMORE E STALKING; CALABRIA, UNA STORIA) e Anna Carabetta (FORAGABBU E MERAVIGLIA). Nel 2013, invece, viene diretto dal grande Eimuntas Nekrošius nel laboratorio-spettacolo VITA DI GALILEO da Brecht, andato in scena al Teatro Olimpico di Vicenza. Diversamente, nel 2017, debutta come regista e drammaturgo con L’INCIDENTE – IO SONO GIÀ STATO MORTO, presentato in prima nazionale al festival Primavera dei Teatri e con cui si aggiudica tre premi al concorso NOpS Out del Teatro Tor Bella Monaca di Roma. Molto attivo nel mondo del cinema, recita nei film FIABESCHI TORNA A CASA di Max Mazzotta, SCALE MODEL e GOODBYE MR. PRESIDENT di Fabrizio Nucci e Nicola Rovito, oltre a RACCONTO CALABRESE di Renato Pagliuso. Recita anche in diversi cortometraggi tra cui si ricorda ECCO SORRIDE di Andrea Belcastro, grazie al quale vince il premio per il miglior attore al concorso Brevi d’autore. Il suo ultimo lavoro teatrale da regista e interprete è CONFESSIONI DI UN MASOCHISTA, scritto da Roman Sikora, coprodotto nel 2018 da Teatro Rossosimona, Primavera dei Teatri e PAV Fabulamundi.

Fabrizio Pugliese. Cosentino, ‘emigrato’ a Lecce, si forma tra Bologna (dove si laurea al DAMS), Roma e Cosenza come attore e regista nonché arte-terapeuta. Dal 1992 al 2012 lavora con il leccese Teatro Koreja, storico Stabile d’Innovazione, partecipando come attore e autore alle sue maggiori produzioni; occupandosi inoltre di strutturare la didattica di molteplici laboratori di formazione teatrale che realizza con bambini, insegnanti e disabili; mentre crea, peraltro, numerosi spettacoli per l’infanzia. Un ricco insieme di attività tuttora in corso, sulla fertile scia di ulteriori incontri e collaborazioni. Dal 2015, infatti, collabora con Principio Attivo Teatro e Cooperativa Thalassia su diverse produzioni. Nel maggio 2015 invece, con Fabrizio Saccomanno, fonda l’associazione URA Teatro riprendendo una collaborazione iniziata con lui un quindicennio prima, proprio presso Koreja. Nascono cosi diversi lavori di teatro di narrazione, ma sempre ricercando nuovi stili narrativi e possibilità sceniche.