La drammaturgia

L'arte delle alici di Angela Villa

Nel testo L’ARTE DELLE ALICI, rifletto sulla condizione di solitudine che si è venuta a creare durante la pandemia. Solitudine vissuta maggiormente dalle donne, in particolare da quelle che vivono in situazioni difficili sia dal punto di vista familiare sia

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Il libro

Bologna 900 e duemila Teatri di Vita nella città a cura di Stefano Casi

Nel 2023 Teatri di Vita di Bologna ha festeggiato i trent'anni della sua fondazione e tra le varie iniziative ha editato e pubblicato questo volumetto che celebra con i suoi contenuti l'altro importante anniversario datato 2016, e cioè i novecento

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La libreria virtuale

Consulta il nostro archivio on line di testi teatrali: quasi duemila opere di centinaia di autori contemporanei. Leggi liberamente tutti i copioni che desideri, fai una ricerca per autore, titolo, numero di personaggi, genere, durata a seconda delle tue esigenze. Leggi le sinossi e il testo completo, contatta l'autore.

Drammaturgia contemporanea in scena

  • Pinter party

    L’atteso spettacolo dell’attore e regista Lino Musella debutta in Prima Nazionale l’11 aprile a Napoli, sfidando il pubblico napoletano che lo accoglie con grande clamore. Questo lavoro è un vero e proprio saggio sul teatro, inteso come momento

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  • Adele Centini, vedova Isastia

    La compagnia Trinaura Teatro, nell’ambito della rassegna “Reazioni”, ha proposto al Teatro del Canovaccio di Catania lo spettacolo “Adele Centini, vedova Isastia”, liberamente tratto dal romanzo di Sacha Naspini “Le Case del malcontento”, con

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  • Il fuoco era la cura

    Un romanzo assai noto, scritto circa settanta anni fa e ambientato ai nostri giorni. Una “distopia” che, in verità, non faceva che replicare eventi storici realmente avvenuti soltanto pochi decenni prima. Fahrenheit 451, poi, è anche un celebre film di

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  • Kakuma Fishing in the desert

    «Ho lavorato con illustri interpreti e geniali sconosciuti. I miei spettacoli trattano di Storia e Memoria, storia delle donne, eroi perdenti e dimenticati, viaggi nello spazio e nel tempo. Mi è capitato di costruire dal nulla e ricostruire dalle macerie. Mi

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  • L'Oreste

    Si entra in un mondo poetico che confina, senza però quel confine mai varcare, con il metafisico, attraverso questa drammaturgia dal titolo “L'Oreste”, che sembra, come oggi spesso accade, parlare di sociologia della reclusione e della

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  • Le cinque rose di Jennifer

    Torna prepotentemente sulle scene italiane, e non solo napoletane, il genio drammaturgico di Annibale Ruccello, in particolare ritorna in scena uno dei suoi testi più famosi, LE CINQUE ROSE DI JENNIFER, in questa stagione ricordato dalla regia di

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  • Barabba

    Viene in mente “La lettera rubata” di Edgar Allan Poe: è lì ma nessuno la vede, nessuno se ne accorge, nessuno la trova. L’eccesso di visibilità nasconde l’oggetto scomparso, lo rende invisibile. Va un po’ così anche per la figura e la vicenda di

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  • Haiku - dove prima era aria

    Lenz ormai e indiscutibilmente non è più una semplice Compagnia Teatrale che si muove all'interno di quello che continuiamo a chiamare “Nuovo Teatro”, anche se talora più tanto 'nuovo' non sembra, elaborando progetti scenici, Lenz è diventato esso

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Articoli e interviste

  • L'arte della commedia a Monza

    Il Teatro Manzoni di Monza, si trova nel cuore storico della città, fra monumenti antichi, si può raggiungere facilmente anche da altre cittadine dei dintorni, perché ha un comodo parcheggio a pochi metri e la fermata del pullman proprio di fronte. Un

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  • Progetto "Il corpo del tempo"

    Tra danza, teatro di figura e drammaturgia, frutto di una residenza creativa in Svizzera, si è generato e sviluppato questo spettacolo di Anna Dego e Anna Stante, visto nella sua anteprima ante-palcoscenico al Museo di Villa Croce a Genova 

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  • Due dentro ad un foco

    Guarda dove metti i piedi! Quante volte abbiamo sentito dire questa frase, quante volte ci è capitato di camminare ed inciampare… Questa volta inciampare vuol dire pensare, conoscere il passato, mantenere viva la memoria, tenendo i piedi

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  • Il Laboratorio del Teatro Elicantropo

    In un piovoso fine settimana di febbraio, ho avuto l’occasione di seguire, come uditrice, due lezioni dei corsi del Teatro Elicantropo di Napoli: Recitazione con Roberto Azzurro e Semiotica dell’attore con Aniello Mallado. Il Laboratorio del Teatro

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Pin It

La XXVI edizione della “Rassegna Internazionale di Teatro di Figura” si ripropone dal 3 al 10 Ottobre negli spazi tradizionali della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino, per l'occasione allargati al Teatro Astra e al Circolo dei Lettori. Nella percezione comune il Teatro di Figura, che spazia dalle marionette al teatro visuale o delle ombre e a quello cosiddetto degli oggetti, è considerato un genere specifico, di nicchia per dirlo alla 'moderna', sia per spettacoli che per platea di destinatari, conservando una sorta di sovrapposizione con il pubblico infantile. Nella realtà, invece, il Teatro di Figura preserva evidenti, e gestisce con consapevolezza, elementi creativi, sintattici e narrativi, che sono alle fondamenta del teatro tout court, avendo quasi trasportato e salvaguardato al di là del tempo e della contingenza storica una dimensione primigenia del fare teatro che supera i consueti e irrigiditi schemi compositivi della contemporaneità, chissà perché affamata o dominata dalle

specializzazioni. È dunque apprezzabile e rimarchevole quanto ogni anno fanno, con continuità organizzativa e produttiva commendevole, “Controluce Teatro d'Ombre” e il suo direttore artistico Alberto Jona con questo Festival, che ha felicemente traghettato il quarto di secolo, non tanto per preservare e promuovere il Teatro di Figura restrittivamente inteso, quanto soprattutto per allargare la sensibilità del pubblico sottraendola ad abitudinarie semplificazioni.
Così, anche quest'anno, in una terra ricca di tradizioni nel teatro di marionette, tra compagnie e attività di conservazione e diffusione come l'Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare diretto da Alfonso Cipolla, sono convenuti a Torino compagnie e artisti da varie parti d'Italia, d'Europa e del mondo a mostrare una modalità creativa e drammaturgica capace, come poche, di unire e non di abbandonare, di aprire e non di chiudere, perché capace di elaborare un linguaggio che accomuna, una immaginifica lingua, cioè, che sa andare oltre le differenze.
Non a caso il tema unificante, come recita il titolo, è stato il viaggio nella sua più ampia accezione, il viaggio interiore del sogno e della mente ed il viaggio fisico tra mari e terre lontane, viaggi che, entrambi, sembrano oggi ostacolati sempre più, perché la consapevolezza interiore è anche capacità di conoscere gli altri e l'altrove e di sfuggire alla schiavitù del tempo e della necessità.
Questi gli spettacoli visti il 4 e il 5 Ottobre.

LABIRINTO
Poche narrazioni conservano, come quella del Labirinto e del Minotauro, le stimmate insieme del mito come racconto e dell'enigma come sua rappresentazione. Questo spettacolo, esito di un laboratorio e per questo ancora un po' acerbo nel suo farsi, ce lo raffigura in sorta di schema mentale in uno spazio quasi estroflesso, in cui l'interiore si fa esterno, costruito e imprigionato tra veli ed ombre, tra i quali ci aggiriamo ed oltre i quali, uomini e marionette (ombre delle ombre dunque) compiono il proprio destino di personaggi. Uno spettacolo dal fascino sottile, prodotto da Incanti 2018 per Controluce – Teatro d'Ombre, con Clementina Kura-Kura, Damiàn Bojorque, Pierre Jacquemin, Samuel Zucchiatti. Impianto Scenico di Jenaro Meléndrez Chas. Supervisione ombre Cora de Maria. Impostazione registica di Alberto Jona.

LE GRAND OEUVRE
Dal Canada uno spettacolo dai toni distopici, sospeso tra passato e presente. Uno scienziato misterioso, alchimista ritrovato, compie esperimenti che ricordano o addirittura vogliono riproporre la creazione. Dal cranio escono e sul cranio si materializzano le visioni di questo facitore di sogni che metaforizzano realtà antiche e possibilità future. Poi sopraggiunge la morte a chiudere il ciclo e sancire la differenza e insieme la vicinanza tra l'umano e il divino. Racchiuso nel suo spazio isolato, quale un isola nel tempo, come non ricordare il Prospero della shakespeariana Tempesta? Una produzione di La Tortue Noir con Martin Gagnon. Animatore (misterioso alle sue spalle) Dany Lefrancois. Messa in scena Dany Lefrancois. Concezione visuale Martin Gagnon e Julie Pelletier. Concezione musicale e sonora Guillaume Thibert.

I 4 MOSCHETTIERI IN AMERICA
Ciò che qui si fa immagine, si trasforma in figura è la parola di un radiodramma di molti anni fa, ma ancora famoso, quei 4 Moschettieri che già allora catturavano visivamente la fantasie con le colorate, iconografiche, figurine. Travestimento spaziale e temporale che porta i protagonisti e gli spettatori ai ruggenti anni 30 dei gangster americani e che veste la scena di fantasmagorici Pop-Up, in uno spazio animato in tutti i sensi possibili del termine, dai bellissimi disegni alla autentica emozione. Protagonisti, insieme attori, scenografi e tecnici di scena, i bravi Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri e Giulia Solano de I Sacchi di Sabbia. Produzione Associazione Teatrale Pistoiese/I Sacchi di Sabbia con il sostegno della Regione Toscana. Testo di Giovanni Guerrieri, costruzioni sceniche di Giulia Gallo. Disegni di Guido Bartoli. Regia di Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo con la collaborazione di Giulia Solano.

UBU(S)
La tavola come metafora della comunità, ovvero della Società ove il potere esercita la sua pretesa di interferire con la vita degli uomini e delle donne, subordinati a regimi (alimentari) eterodiretti e che hanno come unica giustificazione l'appetito del potere stesso. UBU ne è la rappresentazione più immediata anche e soprattutto nel suo rapporto con l'arte e gli artisti, pietra di paragone di un rapporto spesso contraddittorio ed ipocrita. Della compagnia francese Pupella-Noguès che lo produce con Odradek e in associazione con Festival Mondial des Théatres de Marionnettes de Charlville-Mézières. Regia e light designer Joelle Noguès, drammaturgia Pauline Thimonner. Con Polina Borisova e Giorgio Pupella.

APPESO A UN FILO
È proprio di ogni marionetta, cioè l'essere appesa ad un filo, ma si dice anche di uomini e donne quando attraversano i momenti della vita che li mettono alla prova, quando il loro essere, come identità e coscienza di sé, è appunto appeso ad un filo, all'altro capo del quale cerchiamo, spesso inutilmente, di conoscere chi vi sia. Marionette che in scena raccontano ciascuna la propria storia, come, nella vita, gli uomini. Storie semplici ed essenziali nella loro nudità, come l'ultima marionetta che ci abbraccia e poi di nuovo scompare nella sua scatola. Della compagnia Di Filippo Marionette di Remo Di Filippo e Rhoda Lopez che di quelle belle marionette sono i costruttori e che curano la regia dello spettacolo. Costumi di Daniela Sergiacomi e musiche di Luca Nutricati. Con la collaborazione di Filippo Di Filippo, Virginia Melgar Gavilan, Clarisa Muraro, Jose Antonio Puchades, Santiago Durieux e Karen Julieta Gasrock.

Ma tra uno spettacolo e l'altro Incanti ha voluto anche rendere omaggio, sabato 5 Ottobre al Circolo dei Lettori, ad una amico e sodale, quel Guido Ceronetti che la avventura artistica di Controluce Teatro d'Ombre ha, a suo modo, influenzato. Un ricordo informale, con molti amici commossi, ad un anno dalla scomparsa di questo scrittore, filosofo, uomo di teatro e qualunque altra qualifica che rappresenti chi, pur nelle sue contraddizioni, della cultura aveva voluto fare un fenomeno vivo e non d'archivio. Ma qui soprattutto marionettista con il suo Teatro dei Sensibili creato e sviluppato insieme alla moglie Erica Tedeschi e divenuto itinerante dopo essere nato come teatro da appartamento. Tra questi amici commossi, attrici hanno recitato con intensità brani delle sue opere a quel teatro destinate.
Il Festival, come detto, prosegue fino al 10 ottobre con ospiti altrettanto interessanti. A questi si affiancheranno iniziative e progetti per dare opportunità e visibilità anche alle giovani compagnie che si affacciano sulla scena nazionale e internazionale.

Drammaturghi

  • Su di me di Giuseppe Manfridi

    14 novembre 2023. Una data che vale la pena di annotare. Non ho mai scritto di me prima d’ora per raccontarmi. Per commentarmi sì, è di certo accaduto, ma non per raccontarmi. Possibile? Più ci penso e più debbo confermarmi nella

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  • La composizione drammatica di Giuseppe Liotta

    A che punto sono arrivato, oggi 16 settembre 2022, nel mio lavoro di “drammaturgo”? In questo momento devo decidere se iniziare a scrivere un nuovo testo partendo da due eroi dell’Iliade la cui relazione mi inquieta già da un anno e non vede l’ora

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  • Speranza, rimozione e memoria di Franca De Angelis

    Si è sempre grati a chi ci chiede di fermarci qualche attimo a pensare a ciò che si fa, al perché lo si fa. Ringrazio quindi di cuore Marcello Isidori che mi ha chiesto questa breve autopresentazione; per quanto sappia di non avere una scrittura

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  • Più o meno, è andata così di Francesca Garolla

    La mia biografia, come tutte le biografie, sottolinea i successi ed elude del tutto ciò di cui non ho chiarezza. Quale è stato il momento esatto in cui ho fatto incontrare scrittura e teatro? Non lo so, e forse è per questo che non riesco a dirmi

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Drammaturgie del Teatro di figure di Alfonso Cipolla

  • Perché nasce un nuovo burattino? di Walter Broggini

    Una delle caratteristiche più vitali dei burattini italiani è la loro capacità di rigenerarsi continuamente e di rifondersi in nuovi personaggi. È una prerogativa strategica che ha radici antiche: ogni burattinaio deve potersi specchiare in un proprio

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  • Dizionarietto del teatro di figura di Gigio Brunello

    Gigio Brunello più che un burattinaio è un cult, anzi una fede. Chi lo scopre non può più farne a meno: lo segue, lo rinsegue, cerca di non perdere nessuna delle sue creazioni sapendo che sarà, più che sorpreso, calamitato da quel suo modo di

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Osservatorio teatro di Giorgio Taffon

  • Da Pirandello a oggi e a… domani…

    Quasi in balìa dello spirito piuttosto “malefico” del tempo attuale, per iniziare voglio mettere in relazione, sperabilmente come preziosi SPUNTI,  mie recenti esperienze di spettatore (e di studioso) ad alcune “idee di teatro” espresse dal nostro più grande

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Racconti e favole teatrali di Giorgio Taffon

  • Storie di una strana famiglia d’artisti 10

    Cari amici lettori, incrociando Shakespeare e Dante, nel concludere questi miei racconti, vi dirò di un fazzoletto “galeotto” che mi spinse inevitabilmente a sciogliere ogni nodo con la famiglia di Pietro ed Elena De Meis.

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  • Storie di una strana famiglia d’artisti 9

    Vengo convocato per la famosa cenetta dove i genitori di Elena avrebbero svelato i loro codici comunicativi in forma di simboli musicali. Arrivo con un mazzo di tulipani molto ben preparato, con nastrini iridescenti multicolori, sapendo da sempre che

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