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Torna Alessandro Riccio – autore, regista e attore – con "Ore piccole" al Teatro Puccini di Firenze (via delle Cascine 41, fino al 2 gennaio), ed è subito evento. Il suo pubblico lo ama, lo segue sempre, apprezza i suoi capolavori  anche i divertissement di un momento. "Ore piccole" rientra tra questi ultimi, non ambisce a diventare un pezzo di teatro memorabile come l'iconica "Bruna è la notte" (che ha reso Riccio un punto di riferimento della scena toscana), ma vuole intrattenere il suo pubblico di amici a cavallo tra il 2019 e il 2020. La storia è intrigante, l'arresto di un ragazzino e pesanti accuse sul suo capo. Inizia un vai a vieni geniale tre le fantasie e si sogni del giovane, in cui irreale e concreto si confondono, demoni e angeli, passioni e dolori si susseguono materializzandosi sulla scena. Costumi variopinti, musiche, gag e incastri da cabaret rendono piacevoli questi novanta minuti di spettacolo. Tutto è bene quel che finisce bene, la giustizia trionfa e i sogni inquietanti tornano al loro

posto. Sulla scena, oltre a Riccio nei panni dell'appuntato scanzonato, anche una bravissima Gaia Nanni e un convincente Ciro Masella – affiancati da Viola Panik, Mr. Punch, Vieri Raddi, Teresa Scaletti. Le simbologie sottese paiono funzionare benissimo, la Nanni incagliata alla sua vita come al guinzaglio di un moloch che non le dà tregua, la redenzione sullo sfondo dell'ironia, la varia umanità della città che prende i volti di mostri variopinti. Il cabaret risulta la cifra stilistica più impiegata, sebbene si accennino toni drammatici efficaci nei monologhi della Nanni.
Uno spettacolo dal grande potenziale, forse inespresso per la necessità di adattarlo ai tempi e ai modi del veglione.