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Si è spento, nei primi giorni di marzo, il critico teatrale Boris B. Hrovat, uno tra i piu' stimati in tutta la ex Jugoslavia, per lunghi anni presidente dell'associazione di categoria della Croazia e collaboratore fisso di "Sipario“. Nato a Zagabria, nel 1956, benchè laureato in Giurisprudenza, ha rivolto subito la propria attenzione al teatro, che peraltro seguiva sin da ragazzo. L'amore per il teatro, ma anche per commediografi quali Goldoni, Pirandello, Eduardo e Fo, lo portano a studiare l'italiano. Lingua che apprende cosi' bene e a fondo da profilarsi, sin dagli anni Ottanta, come un ottimo traduttore, oltre che dall'inglese (George Bernard Shaw e Oscar Wilde) e dallo spagnolo (Calderón de la Barca, Lope de Vega, Moratin), anche dall'italiano. Traduce opere dei quattro su citati

commediografi, quindi testi di Niccodemi, Nicolaj, Dacia Maraini, Siciliano, Lunari, Quintavalle, Ruccello, Massini e Mario Fratti, del quale tra l'altro ha messo in scena "Le amiche“, sua unica regia teatrale. Ha firmato invece numerosissimi radiodrammi, quale redattore del Terzo programma della Radio Televisione Croata. In tale veste, con parecchi anni di anticipo rispetto alla fama acquistata pure in Croazia con le avventure del commissario Montalbano, Hrovat ha fatto conoscere al Paese Andrea Camilleri.
Nel corso della sua trentennale carriera di "uomo di teatro“, il critico zagabrese ha pubblicato pure saggi dedicati sia alla drammaturgia che alla narrativa contemporanea italiana.  Ha scritto due romanzi e alcuni racconti, come pure una piece teatrale,  "Monologo di Nicoletta Connio coniugata Goldoni“, tradotto da Silvio Ferrari e pubblicato su "Sipario“.
Nel 2003 ha fatto parte - con l'omologo Giuseppe Liotta, il regista Nino Mangano, Marcello Isidori e il sottoscritto - della giuria del premio teatrale istituito dal Dramma Italiano di Fiume e da Dramma.it, "Dramma in Rete“, edizione che ha visto vincitore Francesco Randazzo, con "Kren“, messo in scena nella stagione successiva dalla compagnia fiumana.