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Lo spettacolo “Marat / Sade. La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat, rappresentati dai filodrammatici di Charenton, sotto la guida del Marchese di Sade”, diretto da Claudio Gioè, in fattiva collaborazione con Alfio Scuderi, è andato in scena, in prima nazionale, nel Teatro Biondo di Palermo (Sala Grande) dal 28 febbraio all’8 marzo. Si tratta di un lavoro gradevole che ha,  Contemporaneamente, nella realizzazione della struttura dialettica del testo/capolavoro di Peter Weiss la sua maggior forza e la sua maggior debolezza. Ma andiamo con ordine. La drammaturgia dello spettacolo si dipana dal potente capolavoro di Weiss del 1962/64, ma non è possibile (e del resto, giustamente, è lo stesso regista a dichiararlo apertamente) passare sotto silenzio il fatto che, nella storia di questo testo, spiccano l’allestimento scenico e il film realizzati da Peter Brook rispettivamente nel 1964 e nel 1967. Perché è importante questo dato? Perché al di là del testo, che è del 1962, e al di là del celeberrimo quadro di David (del 1793) che è diventato una delle icone più conosciute della rivoluzione francese, Brook ha costruito un importante e famoso immaginario visivo e

interpretativo, tale che difficilmente un regista può, se non ignorarlo, almeno oltrepassarlo con leggerezza. Cosa che appunto in questo spettacolo non accade. Si tratta piuttosto di un allestimento ordinato, limpido nella sua fattura, eppure colorato, divertente, musicale quanto basta secondo la tradizione brechtiana e tuttavia con un deficit di riflessione politica relativamente alla dialettica, tutt’ora in atto e culturalmente e politicamente operativa, tra l’affermazione “borghese” della primazia dei diritti personali e delle libertà individuali (secondo la posizione individualista di De Sade) e l’affermazione della superiorità delle libertà e dei diritti sociali (secondo la posizione collettivistica e rivoluzionaria di Marat). Manca insomma una riflessione critica profonda, tagliente e percepibile dal pubblico già nel livello formale, una riflessione che riesca a legare davvero  lo spettacolo a ciò che accade oggi su scala planetaria (indubbiamente ha stravinto De Sade in Occidente) e che nella sua attualità garantisca ad esso un’autentica autonomia dalle precedenti esperienze e il senso di una reale necessità artistica. Tolta questa fragilità, che si riverbera anche in una risoluzione debole  della meta-teatralità del testo di Weiss (ciò che accade in scena è la realizzazione di uno spettacolo sull’assassinio di Marat da parte dei matti del manicomio di Charenton, ma si percepisce molto di più la vicenda dell’assassinio di Marat) e tolto forse anche qualche eccesso semplicistico nelle musiche, di questo spettacolo si può dire bene: affascinanti, come sempre, sono le scene e i costumi di Enzo Venezia, misurati ed equilibrati nei loro ruoli antitetici sono Filippo Luna e Claudio Gioè (rispettivamente Marat e De Sade), composta e di comicità sorniona e ben amministrata è Giulia Andò, nel ruolo di Charlotte Corday assassina di Marat, Silvia Ajelli infine è brava ad imporre il ritmo all’insieme della compagnia ed appare ben consapevole del ruolo di cerniera tra le varie parti dello spettacolo, il resto della compagnia è ben affiatato ma senza particolari soggettività emergenti. Visto a Palermo il 29 febbraio.

“Marat / Sade” La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat, rappresentati dai filodrammatici di Charenton, sotto la guida del Marchese di Sade
Teatro Biondo di Palermo - dal 28 febbraio all’8 marzo 2020 (prima nazionale). di Peter Weiss, traduzione di Ippolito Pizzetti. Regia Claudio Gioè con la collaborazione di Alfio Scuderi. Con Claudio Gioè e Filippo Luna e con Silvia Ajelli, Antonio Alveario, Giulia Andò, Maurizio Bologna, Giulio Della Monica, Germana Di Cara, Ermanno Dodaro, Gaia Insenga, Raffaele Pullara, Fabrizio Romano. Scene e costumi di Enzo Venezia, musiche originali di Andrea Farri, luci di Luigi Biondi, suono di Pippo Alterno. Assistente alla regia Valentina Enea, assistente alla scenografia Giusi Giacalone, assistente ai costumi Ilenia Modica. Direttore di scena Sergio Beghi. Produzione Teatro Biondo di Palermo.

Foto Rosellina Garbo