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Il Teatro Officina, continua il lavoro di attenzione al territorio e alle tematiche che riguardano i giovani, provando a mantenere viva la sua fiaccola teatrale anche in tempi di chiusura. È un teatro che ha una lunga storia alle spalle. Quella più recente si esprime attraverso un lavoro accurato di confronto con il quartiere. Dal 2010 al 2014 organizza e partecipa alla festa “ViaPadovaèmegliodiMilano” (network di 70 associazioni, di cui è fra i fondatori). Lavora a lungo con questo quartiere multietnico di Milano, raccogliendo narrazioni fra gli abitanti e producendo spettacoli con il loro diretto coinvolgimento: “Via Padova…angolo via Rovello” con l’Orchestra di via Padova(2010) e “Via Padova e oltre” (2011) entrambi rappresentati al Piccolo Teatro di Milano. Per due anni (2013/2014) tiene un Laboratorio teatrale settimanale per rifugiati politici e richiedenti asilo (in convenzione con il Settore Servizi alla persona). L’anno dopo per Expoincittà organizza spettacoli gratuiti nelle mense dei poveri. Nel 2017 vince il Bando alle periferie con

Open (your) house, un progetto sul disagio abitativo in via Padova, che ha poi generato lo spettacolo Via Padova ascolta rappresentato al Teatro Elfo Puccini. Nel 2019 organizza un laboratorio con i senza dimora per fornire loro strumenti per gestire al meglio i colloqui attitudinali (Comunicare bene); crea la figura del Facilitatore territoriale e forma una dozzina di volontari del quartiere di Via Padova/Viale Monza. Ultimo progetto “Tirare la corda” un laboratorio teatrale con i ragazzi del territorio che ha permesso di riflettere sulle problematiche che riguardano le nuove generazioni spesso ferme in un eterno presente. Daniela Airoldi Bianchi nel video di presentazione racconta il percorso condotto con i ragazzi dei centri giovanili del territorio, come è nata l’idea e il lavoro di documentazione realizzato attraverso dei focus group basati sull’ascolto attivo. Enzo Biscardi, che ha curato la drammaturgia e la regia, parla con la sua competenza che non è solo di uomo di palcoscenico, ma è anche di operatore di teatro sociale e di educatore. I giovani oggi spesso affermano di non vedere prospettive di futuro si sentono intrappolati in un eterno presente e questa impressione è ancora più forte in questo momento storico in cui tutto è fermo. Spesso questo tempo sospeso li conduce in un tempo esposto a comportamenti a rischio. Pensiamo a quanti giovani hanno abbandonato la scuola in questo periodo di didattica a distanza e quanti sono stati reclutati dai sistemi illegali ...Lo spettacolo ha debuttato in ottobre quando ancora si poteva andare a teatro. I due attori recitano con una mascherina trasparente che metaforicamente rappresenta la bolla esistenziale in cui sono racchiusi, portano sulla scena i corpi e le storie di ragazzi che hanno intercettato, sfiorato, flirtato con comportamenti a rischio come l’abuso di sostanze, la guida in stato di ebbrezza, il balconing, i giochi estremi sul web.  In scena due attori ventenni della compagnia del Teatro Officina, Pietro Versari e Margherita Roverselli, molto espressivi e convincenti, dialogano e cantano il loro mondo, mentre interpretano Snakie e Sara, due cantanti, l’uno appassionato di rap e l’altra di lirica. Hanno alle spalle un passato pesante e, per vincere un concorso canoro, devono scrivere una canzone che parla delle notti sbagliate. La scenografia essenziale ed evocativa, diventa anche schermo su cui vengono proiettate immagini, mette a nudo le loro fragilità. Uno spettacolo che insegna molto ai giovani ma anche alle famiglie...Progetto vincitore del bando sulla sicurezza di Fondazione AiFOS

Milano, Teatro Officina, 10 gennaio 2021

Foto Angelo Fausto Lo Buglio