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Gli anni 20 del XXI secolo sono, per il Teatro Nazionale di Genova, anni di importanti ricorrenze. Così, dopo aver ricordato il suo storico Direttore Ivo Chiesa e il suo lungo mandato conclusosi nel 2000, è ora il momento di festeggiare il 70° compleanno di questo teatro che, si può dire, è un pezzo essenziale dell'intera storia del teatro italiano. Fondato infatti nel 1951, quattro anni dopo il Piccolo di Milano di Strehler e Paolo Grassi, il “Piccolo Teatro della Città di Genova”, è il secondo teatro pubblico del nostro paese, in quel ribollente dopo-guerra di ripresa e grandi aspettative economiche, artistiche e culturali, e da allora ha conosciuto e conosce una crescita costante segnata da ricorrenti periodi di grande fecondità produttiva e creatività artistica. Basterà ricordare i quindici anni della condirezione di Luigi Squarzina, dal 1963 al

1976, che portò questo palcoscenico alla piena ribalta nazionale e internazionale, con produzioni che tutti ricordiamo e che si possono definire storiche, da Goldoni a Brecht alle intense pagine del cosiddetto “teatro inchiesta”.
Questa ricorrenza, che fortunosamente coincide con l'attesa ripresa delle attività dal vivo, dà dunque il là ad una serie di iniziative che, insieme ad altre già programmate e purtroppo sospese di cui abbiamo dato a suo tempo conto, sono state presentate nel corso di una  conferenza stampa sabato 24 aprile, presenti il Sindaco di Genova Marco Bucci, l'assessore regionale Ilaria Cavo, il presidente del Teatro Alessandro Giglio, il suo Direttore Davide Livermore e Andrea Porcheddu, collaboratore di recente nomina.
Agli ultimi due, esauriti gli interventi più istituzionali e i saluti di sostenitori e sponsor quali la Fondazione Compagnia di San Paolo e IREN, il compito e la responsabilità di illustrare le iniziative in programma.
Al di là dunque della riprogrammazione degli spettacoli sospesi, ciò su cui mi sembra possa essere concentrata la nostra attenzione è l'iniziativa connessa ai vent'anni dal famoso e tragico G8 genovese del 2001 (un altro anche se diverso anniversario!). È uno specifico e dedicato “Focus G8 della Cultura” per riflettere su questo grande e controverso argomento a partire da 8 Drammaturgie contemporanee commissionate ad altrettanti autori (uno per ciascuno dei paesi allora partecipanti) che saranno prodotti dal Nazionale e che inaugureranno la stagione 2021/2022, tutte per la regia di sole donne.
Ne ha parlato diffusamente e con emozione il Direttore Livermore che, ricordando come lo stabile genovese sia stato spesso ricordato proprio per grandi drammaturgie legate alla storia e alla sua attualità, ha voluto sottolineare che la convergenza di tanta memoria in questi eventi avesse bisogno di uno sguardo anche teatrale e quindi estetico per dipanarsi con chiarezza e, se vogliamo, con saggezza.
Memoria che per alcuni deve essere non divisiva ma soprattutto condivisa, e che per altri, come per il politologo Gianfranco Pasquino, allievo di Bobbio e Sartori, che ne parla nel suo ultimo libro “Libertà inutile”, deve essere soprattutto competitiva, cioè in grado di mettere a confronto anche aspro le convinzioni di ciascuno in un contesto di crescita collettiva.
A tale iniziativa, che molto riguarda la nostra rivista proprio per la sua primaria vocazione alla drammaturgia contemporanea, sarà collegato anche un convegno internazionale, che vorrebbe essere una sorta di simbolico “G8 del Teatro e della Cultura”, e poi il laboratorio “Quel che resta del fuoco” curato da Giorgio Scaramuzzino e Elena Dragonetti e dedicato ai ragazzi che nel 2001 nascevano, una installazione ideata per l'occasione da Davide Livermore, nonché un workshop per attori e drammaturghi, intitolato “Un altro  mondo è possibile” e condotto da Giorgio Gallione.
Dal punto di vista produttivo infine è stato presentata anche la messa in scena de “La congiura del Fiesco” di Friedrich Schiller, per la regia di Carlo Sciaccaluga, evento in una versione Site specific nel centro storico della città, per richiamare dentro la storia del suo teatro anche la straordinaria storia secolare della città che lo ospita.
Infine nella rassegna “Testimoni del Tempo” il presidente Davide Giglio dialogherà con sette personalità, una per ogni decennio, della carta stampata e della televisione intorno ai settanta anni del teatro. Altre iniziative e novità sono previste, tra mostre, residenze, collaborazioni con il Museo Biblioteca dell'attore e con la “Scuola di Recitazione Mariangela Melato”, rivolte alla storia più ampia e complessa del teatro a Genova.
La ripresa si annuncia dunque ricca ed interessante, quasi una fioritura a lungo rimandata e repressa.