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Realizzare uno spettacolo tratto da un romanzo è un’operazione difficile e controversa: la materia della narrazione (epos o romanzo che sia) è refrattaria a farsi atto, accadimento, azione viva e le parole, per quanto affascinanti, si distendono su coordinate temporali e di senso che non sono quelle del teatro. Ci vuole tanto lavoro per cavarne del teatro e ci vuole studio e passione per quel dato romanzo. È quanto vien fatto di pensare a margine di “A noi due. Ovvero le menzogne della notte di Gesualdo Bufalino” lo spettacolo in scena dal 4 al 13 giugno che, a partire dal testo del grande scrittore comisano, il Teatro Biondo ha prodotto, affidando drammaturgia e regia alla giovane e interessante Giulia Randazzo e con attori di provata solidità quali Vincenzo Pirrotta, Paolo Briguglia, Mauro Lamantia, Giuseppe Lino, Alessandro Romano. Si tratta dei dialoghi, delle riflessioni, delle invenzioni che quattro condannati a morte dal potere borbonico, incarnato dal Governatore del carcere (Briguglia), si scambiano nell’oscurità del carcere la

notte prima d’esser giustiziati per aver tramato contro il re, agli ordini e per ispirazione di un capo rivoluzionario, segreto e inafferrabile, chiamato Padreterno. Sono Corrado Ingafù detto il Barone (Pirrotta), Saglimbeni detto il poeta (Romano), Agesilao degli incerti (Lino) detto il soldato, Narciso detto lo studente (Lamantia). La regia sembra aver fatto bene i conti con la scaltra raffinatezza della lingua di Bufalino e gli attori sono in grado di sostenerla. Il movimento narrativo, cardine anche del meccanismo drammaturgico, è dato da una proposta/sfida: se uno solo dei quattro condannati, anche anonimamente, confesserà l’intento sedizioso, saranno tutti risparmiati.
Il rebus strutturale che la regista deve sciogliere è la necessità di rappresentare un interno notturno nel grande e luminoso cortile esterno dello Steri (né va dimenticato che questo palazzo è stato sede dell’inquisizione e del suo terribile carcere): l’idea messa in campo allora è porre un palco quadrato al centro e disporre il pubblico (ben distanziato) su tutti e quattro i lati, munendo ogni spettatore di una cuffia che consente un ascolto più diretto e “personale” della recitazione. L’effetto immediatamente è interessante e ogni spettatore sente quasi di spiare e sentire quanto i condannati vanno facendo e dicendo ma, in un secondo momento, si induce un livello di distrazione che è più alto rispetto alla normale fisiologia della fruizione teatrale e che mal si adatta alla natura del teatro che è rito da vivere insieme anche nella fisicità della percezione.

A noi due
ovvero Le menzogne della notte di Gesualdo Bufalino, drammaturgia e regia Giulia Randazzo, scene e costumi Giulia Bellé, musiche originali e sound design Alessandro Librio, con Vincenzo Pirrotta, Paolo Briguglia e con Mauro Lamantia, Giuseppe Lino, Alessandro Romano. Luci Antonio Sposito, fonica Danilo Pasca, direttore di scena Sergio Beghi. Produzione teatro Biondo. Dal 4 al 13 giugno 2021, ore 20.30. Palazzo Chiramonte - Steri, Palermo (prima nazionale)

Foto Rosellina Garbo