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Quello che è stato, in anni passati, uno dei più importanti appuntamenti internazionali di danza è da poco tornato nella sua sede storica, un essenziale e imprescindibile contesto che unisce l'efficacia rappresentativa ad un orizzonte naturale molto spettacolare, e sta man mano recuperando quella posizione e quella risonanza che l'avevano contraddistinto, in presenze coreutiche ed in spettacoli spesso inediti. Ci riferiamo ovviamente ai suggestivi Parchi di Nervi, nel levante cittadino di Genova, e al suo festival. Lo fa, in questa edizione 2021, ampliando la gamma dell'offerta e soprattutto migliorando l'integrazione tra le più diverse forme artistiche, accomunate da un amore non comune per la musica e le sue potenzialità, e ancor più sollecitate dalla intensa collaborazione nella costruzione dell'evento tra le principali istituzioni artistiche della città, a partire dalla Fondazione lirica “Teatro Carlo Felice” con il suo sovrintendendente Claudio Orazi, lo storico organizzatore, e dal Teatro Nazionale di Genova, che con il suo ultimo direttore

Davide Livermore ha saputo cogliere il senso di questa collaborazione. Dunque un programma innovativo e interessante, non solo di balletti ma anche di concerti, talora con efficaci integrazioni di qualità drammaturgica, il tutto con una capacità di spaziare e integrare in sé modi della creatività solo all'apparenza distanti.
Ne è stata esempio la seconda giornata del festival, il 3 luglio, che ha visto sovrapporsi e fondersi, quasi in una unica percezione condivisa, “Il gran Teatro del Mondo” e, a seguire, “Danze delle nazioni del mondo”, nell'unico affascinate scenario del parco e dell'installazione scenica ivi degradante verso il mare.

“Il gran Teatro del Mondo”, è la parata spettacolo realizzata nell'ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di Emanuele Luzzati. Un evento itinerante organizzato dal suo (di Luzzati intendo) Teatro della Tosse di Genova e curato da Emanuele Conte, che ha attraversato il borgo tra mare e parchi. Più spettacolo che parata è stata l'occasione per dare nuova visibilità all'opera grafica e drammaturgica di Lele Luzzati, che molto manca al mondo artistico non solo genovese, tra costumi resi di nuovo vivi dalla recitazione intensa di parti di alcuni dei principali spettacoli in cui si sono esibiti, da Ubu Re al Flauto Magico. Un omaggio che testimonia come l'opera di quell'artista sia più attuale che mai.

“Danze delle Nazioni del mondo”, il secondo evento, è invece lo spettacolo che il russo Ensemble Accademico Statale di Danza Popolare “Igor Moiseev” ha cominciato, in alcune sue componenti proprio da Nervi, a portare in giro per il mondo. Il prestigioso ensemble ripercorre qui, come un filo che unisce, molte delle espressioni danzate del folclore russo, miscelandole però con suggestioni coreutiche di molte altre parti del mondo, dalla Grecia del Sirtaki, alla nostrana tarantella, passando per l'ormai universale Tango del plata. Una coreografia plurima capace di filtrare attraverso la purezza della danza classica i fermenti più popolari da cui quella purezza, in fondo, è nata. Al di là della capacità tecnica dei sessanta danzatori che si alternano in scena, costruendo con coerenza e precisione una narrazione che a tutti appartiene, si scorge nello spettacolo una scelta estetica di fondo, quella che tende a rintracciare, in tutte quelle diverse espressioni, gli elementi di condivisione e comunione, ad indicare anche, con evidenti suggestioni storiche e sociali, come sarebbero molte di più le cose che ci uniscono, come abitanti del mondo, da quelle che ci dividono, basterebbe porgere alle prime la giusta attenzione. Classico e tradizionale nella impostazione musicale e di coreografia ma a tratti comunque espressivo e trascinante.