Visite: 906

Il segno di una periferia come sorta di condizione esistenziale eppure fortemente creativa, una condizione che paradossalmente condiziona in senso innovativo, più libera come è da vincoli produttivi e commerciali che, oggi come oggi soprattutto, sembrano imprigionare anche il circuito dei festival che fatica infatti a ritrovare l'antico dinamismo. È l'idea che ha sostenuto l'elaborazione dell'edizione 2021 di questo, ormai atteso e tradizionale, festival di agosto, ad Albenga, periferia di una provincia del ponente ligure, l'idea della distanza dal centro che porta a cercare strade nuove. Ecco dunque il titolo che quest'anno si affianca al tradizionale  richiamo alla fecondità di una condizione creativa molto particolare, ed ecco il suo perché che diventa quasi un vero e proprio indicare una linea, come si diceva un tempo.
Certo che, come diceva qualcuno, la libertà costa, se non altro come impegno e fatica, e talora paradossalmente questo essere così dentro le dinamiche di un territorio periferico non è neppure percepito dalle

istituzioni nazionali, che quest'anno non hanno premiato con i fondi FUS la realtà di Kronoteatro.
Questo nonostante il lavoro di profondo radicamento nel territorio che non a caso ha prodotto un festival nei luoghi più unificanti di una comunità, quelli del lavoro. In effetti in quelle stesse serre in cui lavora ogni giorno, quella comunità, di uomini e donne, di giovani e anziani, con intere famiglie, si ritrova in questi giorni insieme al “suo” teatro.
Comunque, Ministero burocraticamente e economicamente non pervenuto. Speriamo in un cambio di rotta stante un contesto che di difficoltà ne riserva più di una, purtroppo.
Ancor più encomiabile dunque che Kronoteatro, il suo direttore artistico Maurizio Sguotti e quello organizzativo Tommaso Bianco, siano riusciti a mettere in piedi anche quest'anno, dal 4 al 7 agosto, un festival nel complesso attrattivo.

END TO END
“Una necessaria struggente straziante illusione di intimità” è l'esergo che definisce questo spettacolo per così dire virtuale di Quotidiana.com, non a caso, capace di traslitterare la condizione di sintesi forzata che il social impone alla coscienza di ciascuno di noi, in trama testuale complessa in cui, come in una rete appunto, confluiscono le angoscie e anche le psicosi che la società vive attraverso i suoi singoli, mescolando malattia e desiderio, vita e morte senza un confine apparente, in una sopvrapposizione che non dà né tregua né speranza. Una condizione umana soffocata e soffocante che riduce le identità ad ombre su uno schermo. L'espressione forse di una urgenza che la pandemia ha prodotto e che ha trasformato la presenza attoriale in assenza riflessa.oco
Con Roberto Scappin, Fortunato Stramandinoli, Paola Vannoni. Una produzione di Quotidiana.com. Ogni giorno del festival a Palazzo Oddo.

NOBODY NOBODY NOBODY
Secondo spettacolo di una personale del danzatore Daniele Ninnarello. La danza non come movimento ma come costringimento del corpo, sincopato nei suoi movimenti e incapace di slanci. Il segno forse che non riusciamo più a uscire da noi stessi e che non riusciamo ancora a lasciarci alle spalle la solitudine della pandemia.
Concept Daniele Ninnarello, consulenza drammaturgica Giaia Clotilde Chernetich. Musiche Daniele Ninnarello, elaborazioni sonore Saverio Lanza. Produzione Codeduomo, Compania Daniele Ninnarello. Alla Serra RB PLAT, nella piana, venerdì 6.

BLUEMOTION – Tiresias
Forse uno degli spettacoli più interessanti tra quelli visti. Attuale come sa essere attuale una escursione nella metafisica, particolare come sa essere particolare uno sguardo su ciò che abbiamo di universale dentro di noi. Per essere se stessi bisogna dunque fluttuare, cambiare in continuazione, essere in perenne mutazione, identitaria ed esistenziale, prima ancora e non necessariamente sessuale. Tiresia come corpo che tutti li contiene, i corpi, che vede il futuro perchè è colui che ha visto il suo presente ed è stato punito. Giovane e vecchio, uomo e donna, adolescente e amante in una peripezia dell'attimo che riconduce a sé ogni dimensione, un Tiresia che non può non ricordare l'Orlando di Virginia Wolf trasfigurato. Un testo stratificato e profondo, lirico più che epico o mitico, che produce un transito scenico partecipato, registicamente ben strutturato, e intensamente interpretato, mai oltre le righe. Suggestivo infine, anzi intuitivo, capace cioè di intercettare e portare dentro di sé suggestioni che appartengono innanzitutto a noi, e a cui il testo sembra offrire ospitalità.
Tratto da “Resta te stessa” della giovane ma già famosa poetessa e rapper inglese Kate Tempest. Traduzione di Riccardo Duranti. Con Gabriele Portoghese. Dimensione sonora Collettivo Angelo Mai. Luci Andrea Gallo. Produzione Angelo Mai/Bluemotion. Alla Serra RB Plant il 6.

BELLA BESTIA
Monologo dialogato, e non è una contraddizione. Due anime allo specchio, l'una dell'altra, in una mimesi reciproca che è doloroso disvelamento. Condotto con una ironia spaesante, intercetta la paura della morte consumata in vita. A tutto illuminare una sorta di senso di colpa immotivato e motivabile solo dalla solitudine che il vivere sembra produrre, con moto irresistibile, dentro ciascuno di noi, come un vuoto pieno di echi. Drammaturgia di una buona qualità, recitata con la giusta misura.
Di e con Francesca Sartaneasi e Luisa Bosi. Una produzione Officine della cultura. Sempre alle serre RB Plant e sempre il 6 agosto.

HIT ME!
Performance che unisce l'occasionalità ad una mappa predisposta e segreta della nostra vita. La Hit Parade di ogni compleanno della protagonista nei sui trentanove anni di vita, selezionata in tracce a sua insaputa. Il corpo che reagisce e traduce in danza quello stimolo improvviso, recuperandone il senso intimo, il senso che avrebbe avuto se allora lo avessimo incontrato. Tecnicamente di buona fattura, esteticamente forse meno efficace.
Concept e regia Chiara Bortoli e Francesca Raineri. Performer Francesca Foscarini. Alla consolle Chiara Bortoli (colei che sceglie!). Coproduzione Jennifer Rosa, Associazione Culturale Van. A RB Plant il 7 agosto.

DOVE TUTTO E' STATO PRESO.
Abitare luoghi già occupati, dove appunto tutto è stato preso, è dolorosamente difficile. Sostituirsi ad altri è forse impedirci di essere autentici, anche se la sincerità è sempre altrove. Luoghi e la casa come consolidamento irraggiungibile di sé che sempre muta forma e da realtà si trasforma in sogno/incubo. Una drammaturgia ambiziosa che però non regge fino in fondo una struttura forse troppo appesantita da intenzioni che non riescono a realizzarsi. Ne risente un po' anche la recitazione. Una prova comunque interessante, da migliorare.
Di e con Tamara Bartolini e Michele Baronio. Scene e paesaggio sonoro Michele Baronio. Assistente alla regia Margherita Masè. Suono Michele Boreggi. Collaborazioni artistiche Fiora Blasi, Alessandra Cristiani, Raffaele Fiorella. Produzioni Bartolini/Baronio e 369gradi, coproduzione Teatri di Vetro Festival, triangolo scaleno teatro. RB Plant il 7.

Ha chiuso il festival lo spettacolo delle Nina's Drag Queen, un divertissement o poco più tra il biblico e il canoro, comunque piacevole, e anche coerente. Il 7 agosto RB Plant.