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È uscito già da qualche tempo per la collana “ripercorsi” di Editoria e Spettacolo ma la sua attualità si è come rinnovata in questo presente storico che, per le note tragiche notizie di guerra, ci ha fatto riportare lo sguardo al cosiddetto secolo breve, che invece è forse fin troppo lungo nei suoi esiti, e a quel confine orientale dell'Italia europea che è tornato a mostrarsi minaccioso e anche oscuro. Un confine fatto di incomprensioni e tragiche contrapposizioni, etniche e linguistiche, che hanno scardinato il mito di una mitteleuropa confusa, forse, ma profondamente meticciata e fusa. Fulvio Tomizza, istriano che ha attraversato la vecchia Jugoslavia per radicarsi infine nella Trieste tornata testardamente italiana, è letterato la cui sensibilità quel confine ha rappresentato, anche  perché da quel confine è stato, generazionalmente ed esistenzialmente attraversato. Riproporre il suo teatro, lui che è ricordato soprattutto come narratore e romanziere (di confine appunto), è frutto della volontà rimarchevole di recuperare quel tratto della sua letteratura che meglio si impasta di quelle storie, amalgamandosi quasi con la terra che le produce e le persone che quella terra hanno calpestato, nella concretezza della scena che rende nuovamente viva ogni narrazione. Una storia tra l'altro, la sua, che si lega e confonde con quella di uno dei primi teatri stabili italiani, lo Stabile di Trieste (ora del Friuli Venezia Giulia) fondato in quel 1954 in cui terminò l'occupazione della città. Un teatro dunque anch'esso di confine e consapevolmente custode di quel legame alla sua lingua e alla sua cultura che fa di ogni uomo una presenza consapevole. Il volume, curato da Paolo Quazzolo e aperto da un suo bel saggio che tratteggia con efficacia contesto storico e poetica drammaturgica, comprende sia testi editi e rappresentati che testi inediti o mai rappresentati, offrendo un quadro esauriente dell'attività del letterato istriano, scomparso nel 1999. Un testo interessante anche per la qualità di quelle scritture drammaturgiche, purtroppo spesso dimenticate come tante di quel periodo e che meriterebbero una rinnovata attenzione.

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Teatro di Fulvio Tomizza
a cura di Paolo Quazzolo
Editoria e Spettacolo 2019 
pagg. 488 € 25,00