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In questi anni di collaborazione con gli amici di dramma.it, ho avuto la possibilità di vedere molti spettacoli, tanti basati su scenografia essenziale: luci e sedie, ma nessuno mai così ricco di simbologia come quello della compagnia ScenaMadre. Tre personaggi che si aggirano, scavalcano, spostano, sistemano, un mucchio di sedie disposte sul palcoscenico. Ho pensato all’opera di Ionesco “Le sedie”, anche lì spostamenti continui e attese, ma mentre in Ionesco vediamo una coppia di anziani che prepara tutto freneticamente per una serie di ospiti invisibili, qui vediamo all’opera una famiglia mononucleare, madre, padre e figlio, si raccontano brevi flash di vita familiare. Le sedie non sono per un pubblico invisibile ma diventano, a mano a mano che la vicenda si svolge, una gabbia dove le diverse forme di narcisismo, di individualismo, i desideri soffocati dei tre protagonisti, si incontrano e si scontrano. Nessuno si salva da solo. E questo vale ancora di più per le famiglie contemporanee. Bisogna scontrarsi, prima di incontrarsi davvero, bisogna vivere nella gabbia prima di riconoscerla e saperne uscire. Questo il messaggio di speranza dello spettacolo in cui i tre personaggi rivelano

ognuno le proprie angosce e i propri desideri: la madre vorrebbe più spazio per sé, il padre vorrebbe realizzare i propri sogni senza essere visto sempre e solo come padre, il figlio adolescente vorrebbe essere libero di esprimersi. Ce la faranno? Il finale sospeso non lo rivela perché ognuno di noi dovrà cercare la propria ancora di salvezza. I tre attori (Simone Benelli, Francesco Fontana, Chiara Leugio), magicamente ben connessi fra loro e con il pubblico, come giovani acrobati ballano, saltano, corrono e si rincorrono fra le sedie, mantenendo sempre alto il livello espressivo e la capacità di tenere viva l’attenzione dello spettatore; questo anche grazie a un testo che scorre in modo fluido. Lo spettacolo ha avuto diversi riconoscimenti: Selezione Visionari Kilowatt Festival 2020; Selezione Festival Vimercate Ragazzi 2020; II° posto Festival teatrale di Resistenza 2020;Finalista Premio In-Box Verde 2021;Menzione speciale Premio In-Box Verde 2021. La compagnia SCENAMADRE è una realtà teatrale professionale ligure. Con passi lunghi e ben distesi lavora da anni all’interno delle comunità sociali e nelle scuole, proponendo riflessioni sul mondo reale. SCENAMADRE nasce da un progetto di Michelangelo Frola e Marta Abate. “Ci piace fare teatro a partire dalle persone: entrare in punta di piedi nel loro mondo e coglierne i pensieri, le paure, la poesia. Un teatro tout public: inclusivo a livello di età, istruzione, contesto sociale di provenienza. Che a ciascuno racconti e lasci qualcosa”. Un’ultima considerazione sullo spazio che ha accolto lo spettacolo. L’Everest è uno spazio storico di Vimodrone. Nel sito una ricca presentazione di eventi e spettacoli di arte varia. Un modo intelligente e originale per vivacizzare le vie periferiche. Nato quarant’anni fa con l’idea di essere un punto di incontro post-lavoro, è diventato in breve tempo una casa per tutte le persone che lo hanno frequentato. Dal 2014 è la sede di Industria Scenica, che ne gestisce la programmazione di eventi: appuntamenti in balera il sabato sera, spettacoli teatrali, interventi di drammaturgia di comunità e numerosi progetti educativi. L’Everest è anche residenza artistica multidisciplinare riconosciuta dal Mibac e da Regione Lombardia e quindi una casa per le compagnie di teatro, danza e circo che abbiano voglia di studiare e preparare nuove regie. Luogo di cultura, arti performative e spettacoli, sulla cima dell’Everest si scorge un panorama che tesse relazioni e muove la condivisione culturale di Vimodrone. È il punto di riferimento della cittadina, una piazza al coperto che si mette a disposizione della collettività dando nuova vita al territorio e rigenerandolo.

Vimercate, Everest, 18 marzo 2022

Foto Maurizio Anderlini