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Di “Sul nascere” lo spettacolo che la compagnia catanese “Neon teatro” ha presentato mercoledì 30 marzo al Teatro Brancati di Catania, occorre dire subito che porta intero il segno che caratterizza e illumina, ormai da anni, la ricerca teatrale di Piero Ristagno e Monica Felloni: ovvero la tensione poetica e la capacità di costruire spettacoli che hanno proprio nel ritmo della poesia il loro centro vitale Ecco le coordinate materiali di questo lavoro: la regia è appunto di Ristagno e Felloni, la colta tessitura drammaturgica si estende attraversando con leggerezza testi dello stesso Ristagno e di altri autori come Walt Withmann, Italo Calvino, Jean Jono, Erri De Luca, l’apporto dei materiali video è di Giuseppe D’Alia, mentre in scena ci sono Giuseppe Calcagno, Stefania Di Prima e Manuela Partanno insieme con lo straordinario gruppo degli attori diversamente abili del “Teatro dell’arte Oda” (opera diocesana: Roberto Airò, Carmelo Privitera, Salvo Santonocito, Tiziana Santonocito, Cristiano Lombardo, Marcella Accaputo, Andrea Vitale, Daniela Teriaca, Marco Bumbica, Giovanna Vinci, Rosanna Platania). Come si diceva, è la poesia il nucleo propulsivo del lavoro di questo ensemble (in questo spettacolo come negli altri) e, si badi bene, di questa connotazione non bisogna dare nulla per scontato: non si sta dicendo infatti che il linguaggio in cui si esprimono i personaggi ha (o no) spessore poetico, ma che è proprio l’organizzazione dei materiali scenici (colori, parole, gesti, movimenti, emozioni) ad essere basata su un ritmo intrinsecamente poetico. E però, se l’azione su cui si basa l’assetto teatrale è davvero semplicissima (nascere), la necessaria dilatazione spettacolare di questa azione si risolve in una serie di onde concentriche di significazione che a questa azione danno concretezza, durata, interesse e respiro. Che cosa è nascere, che cos’è davvero venire al mondo? Che cos’è vedere il mondo per la prima volta senza sapere chi e cosa sarebbe “normale” e chi o che cosa no? Che cosa significa fidarsi totalmente di chi ci sta accanto e sta venendo al mondo con te, rinascere insomma e abbandonarsi al suo abbraccio? Che cosa è bellezza? Che spazio c’è tra il mondo, come gli uomini lo realizzano, e la terra, come luogo fisico in cui l’essere si presenta in tutta la sua straordinaria e miracolosa diversità? Ed infine, se è la diversità il segno dell’essere è necessariamente e solo in due, almeno in due, che si potrà ri-nascere ed è insieme che si dovrà riscoprire l’essenza del mondo e dell’essere al mondo.