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Pippo Delbono, nome di spicco del teatro contemporaneo, artista fra i più apprezzati all'estero e in Italia, fedele al suo modo di fare teatro e poesia di teatro-movimento, esaltando la fisicità, la sofferenza e quel dualismo morte-vita, è approdato alla Sala Verga di Catania, ospite del cartellone di prosa dello “Stabile” etneo con il suo intenso e coinvolgente atto unico, di circa sessanta minuti, dal titolo “Amore”, pièce che unisce diversi linguaggi (musica, danza, poesia, letteratura) e due lingue (italiano e portoghese). Dopo la sua ultima produzione a Catania, “La gioia”, nel marzo del 2020, che lo ha visto poi rimanere in città per il drammatico lockdown per la nota pandemia, lo abbiamo ritrovato con un nuovo ed emozionante lavoro, in linea con le precedenti produzioni, ovvero una indagine sulla parola “Amore” attraverso uno spettacolo ricco di poesia, di nostalgia e suggestioni, di buio e di luce, di assenze e speranza. Un vero e proprio viaggio poetico, musicale che

accompagna lo spettatore, tra mille emozioni e riflessioni, dal Portogallo con la sua nostalgia e la sua tristezza consolatrice, all’Angola, a Capo Verde, facendo vibrare le corde dell’anima. Attraverso le sue parole sussurrate o urlate al microfono, Delbono intreccia, alterna i versi di Carlos Drummond De Andrade, Eugenio De Andrade, Daniel Damásio Ascensão Filipe, Sophia de Mello Breyner Andresen, Jacques Prévert, Reiner Maria Rilke e Florbela Espanca, con le note malinconiche del fado portoghese che risuonano attraverso i brani originali del compositore e chitarrista classico Pedro Jóia, con la voce poderosa e spiazzante del cantante fadista Miguel Ramos, con le canzoni, i versi della cantautrice angolana Aline Frazão - che ci riporta alla sua terra conquistata e dimenticata- , con le performance dell’attrice e cantante Grazia Spinella e degli altri componenti storici della Compagnia Pippo Delbono: Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo.
L’impianto scenografico, pensato da Joana Villaverde, si sviluppa in una sorta di scatola, un contenitore che cambia colore, che si oscura e si illumina, che si anima e si adagia, con pochi oggetti, con una lampadina ingiallita che pende al centro del palco, con una sedia e con, sul lato destro, un albero bianco, rinsecchito e piegato dal vento che poi, nel finale, fiorisce.
Sulla scena- tra performance, canzoni, musiche, colori, suggestioni magicamente amalgamate - pezzi di vita, di sofferenza, di mancanze e delusioni, di assenza e di speranza e con la voce o di presenza lo stesso Pippo Delbono prova a raccontare l'Amore, più che come uno stato d’animo che come sentimento. L’artista e regista ligure, con il suo stile provocatorio, estremamente reale, diretto e feroce - ormai un vero e proprio marchio di fabbrica - conduce lo spettatore per mano, partendo da un Portogallo poetico, musicale, nostalgico, con un montaggio altamente spirituale ed emotivo, alternando il momento cantato o suonato a quello danzato o espressivo, il silenzio alla parola, il pieno al vuoto, il dolore alla speranza, il rosso della passione e della sofferenza al bianco della purezza e della redenzione.
Alla fine è lo stesso Delbono, dopo avere parlato, con la sua inconfondibile voce al microfono, di solitudine, di pandemia, di distanza e ricongiungimento, di eruzione dell’Etna, di nostalgia e sofferenza, di paure e di speranze rinate, a chiudere la pièce, in modo disarmante e poetico. Sale sul palco, con passo incerto ed esitante, con il suo vestito bianco e si sdraia, si addormenta ai piedi di quell’albero fiorito, chiedendo disperatamente aiuto, intonando così un vero e proprio inno, un richiamo all'Amore. A quell'Amore che tutti, da sempre, inseguiamo e che ci può salvare da ogni male e dai noi stessi.
I colorati costumi sono di Elena Giampaoli, le luci di Orlando Bolognesi, suono di Pietro Tirella, la consulenza letteraria è di Tiago Bartolomeu Costa, l'intrigante e suggestiva scenografia, come detto, è di Joana Villaverde. Produttore esecutivo è Emilia Romagna Teatro Fondazione, coproduttori associati São Luiz Teatro Municipal – Lisbona, Pirilampo Artes Lda, Câmara Municipal de Setubál, Rota Clandestina, Ministeri da Cultura – Direcção Geral Das Artes (Portogallo) e Fondazione Teatro Metastasio di Prato (Italia), coproduttori Teatro Coliseo, Buenos Aires, Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, ItaliaXXI (Argentina), Comédie de Genève (Svizzera), Théâtre de Liège (Belgio), Les 2 Scènes – Scène Nationale de Besançon (Francia), KVS Bruxelles (Belgio) con il sostegno del Ministero della Cultura (Italia).
Anche in questo nuovo lavoro, con suoi vecchi compagni di strada della compagnia, aleggia lo spirito dell’amatissimo Bobò, una presenza-assenza e non mancano i richiami ad "Aspettando Godot" di Beckett o tanti altri aspetti e simbolismi. Si viene a celebrare, in scena e tra gli spettatori, un rito, quello dell’Amore, un tentativo per riportare una umanità smarrita ed afflitta da un continuo senso di frustrazione e sconcerto in una dimensione altra, alimentando la speranza per sconfiggere la morte. Un lavoro estremamente semplice ed emozionante, carico di mille significati e che esalta un modo di fare teatro necessario, vicino al vero volto, ai bisogni, della gente comune. “Amore”, che indubbiamente indaga sulla contemporaneità, è stato alla fine lungamente applaudito dal pubblico.

AMORE
di Pippo Delbono
con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Aline Frazão, Mario Intruglio, Pedro Jóia, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Miguel Ramos, Pepe Robledo, Grazia Spinella.
Musiche originali di Pedro Jóia e di autori vari
Collaboratori artistici Joana Villaverde (scene), Elena Giampaoli (costumi), Orlando Bolognesi (luci), Tiago Bartolomeu Costa (consulenza letteraria), suono Pietro Tirella.
Produttore esecutivo Emilia Romagna Teatro Fondazione
Coproduttori associati: São Luiz Teatro Municipal – Lisbona, Pirilampo Artes Lda, Câmara Municipal de Setubál, Rota Clandestina, Ministeri da Cultura – Direcção Geral Das Artes (Portogallo) e Fondazione Teatro Metastasio di Prato (Italia)
coproduttori Teatro Coliseo, Buenos Aires, Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, ItaliaXXI (Argentina), Comédie de Genève (Svizzera), Théâtre de Liège (Belgio), Les 2 Scènes – Scène Nationale de Besançon (Francia), KVS Bruxelles (Belgio) con il sostegno del Ministero della Cultura (Italia).
Si ringraziano per la messa a disposizione dei costumi per le prove São Luiz Teatro Municipal di Lisbona, Théâtre de Liège e la Compagnia Teatro O Bando.
Durata: 1 ora
Teatro Stabile di Catania - Sala Verga - Stagione di prosa 2021-2022 - 29 marzo-3 aprile 2022

Foto di Luca Del Pia, Estelle Valente - Teatro São Luiz