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Dal 4 al 31 maggio 2022, Milano come un grande palcoscenico europeo, ha regalato momenti di artistici e culturali di grande vivacità. L’Europa, è diventata la casa di tutti gli artisti e del loro sguardo critico nei confronti del presente. Un modo per aprire prospettive sul futuro, si parte dal presente, si accoglie il passato dentro di noi, per andare verso il futuro, come fecero Giorgio Strehler e Paolo Grassi creando il Piccolo Teatro in risposta alla frattura della guerra. Questo il senso dell’omaggio a Strehler a cui è dedicato il Festival, un dialogo autenticamente contemporaneo con le radici stesse del Piccolo. Presente indicativo: per Giorgio Strehler (paesaggi teatrali) rappresenta il momento culminante della mostra “Strehler100”, il programma di celebrazioni che il Piccolo Teatro ha immaginato in occasione del centenario del suo fondatore e che copre un intero anno di iniziative, dal 14 agosto 2021 al 14 agosto 2022. Un omaggio a queste due importanti figure, due ragazzi che avevano poco più di 25 anni, Paolo Grassi e Giorgio Strehler, diedero inizio, nella Milano del dopoguerra, a un’avventura culturale rivoluzionaria, spargendo tra le macerie di una città addolorata dalla guerra, i semi di una

rigenerazione culturale. il Festival Presente Indicativo accoglie, proprio nel mese di maggio in cui tutto ha avuto inizio, i protagonisti della scena europea, ma non solo, per passare in ricognizione le proposte che il mondo del teatro sta oggi elaborando in rapporto alla storica transizione in corso. Nel panorama post-pandemico,  con il trauma dei recenti avvenimenti di guerra in Ucraina, come reagiscono le donne e gli uomini di teatro? Quali sono le loro risposte, quali i nuovi atti di cesura e di sfida, quali i punti di svolta di fronte al presente di crisi e di emergenze che stiamo attraversando? Ecco gli interrogativi degli organizzatori. Nell'ambito del Festival in collaborazione con il Goethe-Institut Mailand, è stato presentato un grande lavoro corale ad opera di Marta Górnicka e dei suoi collaboratori. STILL LIFE. A CHORUS FOR ANIMALS, PEOPLE AND ALL OTHER LIVES è parte del progetto Chorus of Women Berlin finanziato dalla Fondazione Culturale della Repubblica Federale di Germania, Dipartimento per la cultura e l'Europa del Senato di Berlino. Con la gentile collaborazione del Museum für Naturkunde Berlin, i ringraziamenti per le traduzioni vanno anche alla Facoltà di Scienze linguistiche e Letterature straniere dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un coro di uomini, donne e animali, in una continua ricerca di una vera essenza, di una vera relazione. Non solo connessione, oggi siamo tutti connessi spesso privi di relazioni reali, un coro di essere viventi in affannosa ricerca dell’altro e di sé stessi. Un manifesto per reinventare la società, una condivisione che dia origine a un nuovo umanesimo, una nuova alleanza fra uomini e animali, tutti sulla stessa arca del tempo. In un’epoca in cui confini, muri e tecniche di identificazione digitale ci illudono di avere una vita più sicura, Marta Górnicka rivela i meccanismi pervasivi di esclusione e violenza e vi oppone un manifesto corale fondato sulla ricostruzione delle connessioni tra gli individui attraverso una politica di interdipendenza e cura. Il coro-manifesto di Marta Górnicka, dal grido al sussurro, per denunciare l’esercizio dei meccanismi di esclusione e violenza nelle società contemporanee. «Come si può creare un mondo di relazioni al di là delle relazioni? Come possiamo trovare aria per respirare assieme quando respirare la stessa aria è stato proibito?». Queste sono alcune delle domande che guidano le esplorazioni di Marta Górnicka e che confluiscono in Still Life. In questo spettacolo-manifesto, un coro dionisiaco pone brutalmente al pubblico la riflessione su come sostenere e ricostruire le connessioni in un’epoca di epidemia, digitalizzazione ed estinzione di massa. Il coro parla attraverso le voci dei filosofi contemporanei – Donna Haraway, Roberto Esposito, Giorgio Agamben – invitandoci a lavorare alla creazione di una nuova forma di comunità basata su una politica di interdipendenza e cura. A queste voci si mescolano video ed elementi della cultura pop e digitale, in un gioco che mette a nudo le falsità del potere. L’invito a ricostruire un mondo comune corale: umani e non umani, i vivi e i morti, animali, piante, batteri e virus. La forza aggregante sarà allora il dio della vita nella sua totalità: un Dioniso digitale che non blocca non inibisce ma dà nuovo vigore. La forza di tutti sarà nel rispetto della biodiversità. Alla voce di questi filosofi citati, aggiungerei quella dello scrittore contemporaneo Jonathan Franzen che ci invita a difendere la biodiversità, proprio come sostiene Marta nel suo spettacolo manifesto: ognuno di noi può fare la propria parte le proprie scelte possiamo impegnarci nel nostro piccolo, intervenire direttamente ogni volta che banalmente andiamo a fare la spesa. Sul tema del riscaldamento globale possiamo solo indignarci, ciascuno di noi può fare pochissimo, ma tutti noi possiamo agire per difendere la biodiversità, evitiamo di indignarci virtualmente e cominciamo ad agire realmente. Come sostiene il filosofo Byung-chul Han nel suo testo “Le non cose” vi invito a leggere questa piccola perla, perché è un testo che fa bene al teatro, ci permette di capire quanta verità ci sia nel teatro: “Una massa di informazioni ci investe ogni giorno. Come ogni inondazione, anche questa agisce sulle nostre esistenze, spazza via confini, rimodella geografie. Ormai sono i dati e non più le cose concrete a influenzare le nostre vite. Le non-cose stanno prendendo il sopravvento sul reale, sui fatti e la biologia. E così la realtà ci appare sempre più sfuggente e confusa, piena di stimoli che non vanno oltre la superfice”. Il teatro, invece, accade realmente nel qui e ora. Abbiamo bisogno di uscire realmente, abbiamo bisogno di abbracci reali, abbiamo bisogno di ascoltare realmente, per capire quanta sofferenza c’è nello sguardo dell’altro per difenderlo e accettarlo, il vero amore si nutre anche di dolore. Abbiamo bisogno di incontrarci faccia a faccia A teatro questo avviene da secoli. Attraverso il teatro possiamo parlare un linguaggio globale e proiettarci in un orizzonte più lontano.

Milano, Piccolo Teatro 4-31 maggio 2022