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Commedia intelligente, e non solo brillante, quella messa in scena in questi giorni da “The Kitchen Company” di Massimo Chiesa, compagnia di giro (nel senso proprio in quanto purtroppo priva di una sede propria) come una volta. Scritto dal drammaturgo franco tunisino recentemente scomparso Eric Assous, è un testo che sa essere distaccato ma non estraneo, dallo sguardo acuto e pungente ma anche in fondo benevolente, come quella drammaturgia, soprattutto francese, che fa dell'ironia, che dal comico si spinge fino alla satira, lo strumento principe di conoscenza e narrazione. Al centro ovviamente gli uomini, anzi no, come dice il titolo, al centro le loro donne, che di quegli uomini alla disperata ricerca di certezze di sé, sono lo specchio ustorio, la cartina al tornasole cui non sfuggono vizi nascosti e inconsapevoli, capaci quelle donne di espugnare qualsiasi fortezza in cui i loro compagni volessero rifugiarsi. Così in scena ci sono tre uomini, amici di lunga data usi ad incontrarsi per un

poker, ma le protagoniste sono le donne, e questi tre amici diventano i deuteragonisti di una commedia che si gioca, spesso come nella vita, altrove.
Il caso, più che il diavolo che come sappiamo si nasconde nei dettagli, ne scoperchia le pentole e alla fine, non dirò come, la tragedia, che si nasconde invece spesso nella farsa, prende con forza il suo posto.
Una commedia a specchio, per una realtà recuperata in un doloroso contraddittorio tra presenze e assenze, ma è uno specchio in cui i due universi esistenziali a confronto, quello maschile e quello femminile non comunicano, dunque non si possono riconoscere e si relazionano così solo in negativo.
D'altronde, al loro interno, ciascuno di questi due mondi, in preda ad una inarrestabile coazione a ripetere, riproduce dell'altro le medesime solitudini, gli stessi tradimenti e le analoghe disperazioni.
Una storia di relazioni e di dolori che inseguono autenticità e affettività perdute, un percorso che il dialogo fitto e sempre più affannato compie fino in fondo, svelando inevitabilmente anche se non volesse (chissà?) farlo.
Una regia attenta e curata quella di Massimo Chiesa, e protagonisti di sicura qualità recitativa, forse penalizzati un po', nella messa in scena, dalla difficoltà di dare continuità e profondità alle prove che dovrebbero precederla.

Al teatro Politeama Genovese di Genova fino al 4 giugno.
“Donne” di Eric Assous con (in ordine di apparizione) Alberto Giusta, Marco Zanutto, Lorenzo Tolusso, regia di Massimo Chiesa.
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