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Diamo i numeri! Quasi 5mila spettatori tra teatro, incontri, musica e mostre. un progetto che si è sviluppato nell’arco di sette giorni, coinvolgendo sette quartieri di Milano, 33 palchi per un centinaio di eventi con proposte per spettatori di ogni età. Il 50% del pubblico ha affollato gli spazi del quartiere NoLo di Milano (un quartiere a nord della città a ridosso di piazzale Loreto, già palcoscenico delle prime tre edizioni del festival) e per il restante 50% ha riempito gli spazi degli altri quartieri della città: Calvairate, Adriano, Martesana, Benedetto Marcello, Cistà (Citta Studi Acquabella) e la Fondazione AEM di Piazza Po. Si conclude con questo bel successo un festival nato originariamente dal basso, dai cittadini. Il progetto poi, mano a mano, si è arricchito grazie al contributo di diverse associazioni:  Bardha Mimòs che organizza direttamente anche gli eventi nel quartiere NoLo; Adriano Fringe organizzato da Spazio LaGobba, Benedetto Marcello Fringe, organizzato da Benedetto Marcello Social Street,

Calvairate Fringe, organizzato da La Loggia di Calvairate, Cistà Fringe è organizzato da Cistà , Città Studi Acquabella District, Martesana Fringe organizzato da Praxis Associazione Culturale. Un progetto sostenuto da Fondazione di Comunità di Milano Onlus, con il contributo di Fondazione AEM e degli sponsor Eugin, Cityscoot, Birra Vetra e Fola, il patrocinio del Comune di Milano e del Consiglio Regionale della Lombardia e la partnership di Trenord. Un bel coordinamento che ha permesso ai cittadini di questo antico quartiere di poter usufruire di eventi di ogni tipo. “FringeMI è stata una scommessa vinta. A NoLo abbiamo ormai consolidato il festival come appuntamento fisso e atteso dagli abitanti, acuito dall'ottimo risultato degli spettacoli a pagamento, che quest'anno erano molti di più rispetto alle precedenti edizioni; negli altri quartieri il successo enorme, e niente affatto scontato, ci riempie d'orgoglio, ed è il termometro di quanto spazio ci sia per un teatro fuori dagli schemi e in spazi non convenzionali, purché dentro la vita pulsante dei quartieri di Milano”. Così felicemente ha sostenuto Davide Verazzani, ideatore del FringeMI festival. Facciamo un passo indietro alla ricerca di qualche curiosità che possiamo leggere nel sito del festival. Storicamente il Fringe Festival nasce a Edimburgo nel 1947, quando otto compagnie teatrali scartate dalla prima edizione del Festival Internazionale di Edimburgo, decidono di dare vita a un festival indipendente, portando in scena i propri lavori nella Cattedrale di Dunfermline, a circa 20 miglia a nord della capitale scozzese. Il nome Fringe nasce successivamente, ad opera del drammaturgo e giornalista scozzese Robert Kemp. Nel corso dei decenni, il Fringe Festival di Edimburgo è cresciuto sempre più fino a diventare il più imponente e importante festival di arti performative al mondo, con quasi 4000 spettacoli al giorno in 350 venues per 30 giorni consecutivi (dati del 2019). A MILANO FringeMI è la naturale evoluzione del NoLo Fringe Festival, nato nel 2019 con l’intenzione di animare un quartiere già in trasformazione con l’idea di ampliarsi ad altri quartieri periferici della città. Il festival rispetta la tipologia di ogni Fringe Festival, ed è quindi per sua natura aperto, inclusivo, internazionale, tollerante, multicolore, divertente, spensierato, senza scordarsi di essere attento, riflessivo, profondo, appassionato e sincero. Ma aggiunge due aspetti particolari: l’attenzione e la vicinanza al territorio in cui si svolge e l’organizzazione suddivisa per quartieri e affidata per ognuno di essi a un ente che lavori in zona o comunque la conosca. Ciò lo rende un festival diffuso che ha la potenzialità di scegliere le location giuste e attivare un pubblico fatto in primis di residenti. Uno dei temi principale del progetto è la SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE COME FATTORE CREATIVO. In particolare, gli allestimenti scenografici sono stati progettati e assemblati da un team di tirocinanti del Politecnico di Milano che, con la supervisione e la creatività della scenografa Paola Rivolta, hanno realizzato installazioni attraverso il riuso e il riciclo di materiale degli anni precedenti. Il riciclo creativo è alla base anche del progetto “Vengono dal mare”, un bell’esempio di scenografia collettiva. Curata dalla scenografa Chiara Opallo, e realizzata insieme ai bambini della scuola dell’infanzia e delle classi prime della scuola primaria dell’IC Giacosa del Parco Trotter. Bottiglie e tappi di plastica, sono diventati simbolo di un teatro aperto ad ogni età.  Molte le compagnie protagoniste, nel sito del festival è possibile vedere il ricco panorama. Lo spettacolo che si è aggiudicato il miglior punteggio, grazie ai voti del pubblico, è Fag / Stag, di Jeffrey Jay Fowler e Chris Isaacs, una produzione Dogma Theatre, con Gabriele Colferai e Angelo Di Figlia. Lo spettacolo sarà ospitato nella prossima stagione del Teatro Elfo Puccini di Milano. Lo spettacolo si interroga su cosa significa avere un migliore amico quando sei in un momento critico della vita. Con una scrittura graffiante e ironica, la storia è raccontata contemporaneamente da due punti di vista diversi. Il premio della redazione Stratagemmi va ad ARTURO di e con Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich, un’esperienza collettiva un gioco teatrale in cui il pubblico diventa poeticamente protagonista. Infine, il mio particolare ringraziamento va a Ippolita Aprile per le note accurate e la precisione con cui ha curato tutta la rassegna stampa permettendomi di avere un’idea chiara e precisa di quello che ogni giorno avveniva. Il lavoro silenzioso e attento, dietro le quinte, di ogni addetto stampa va sempre valorizzato.

Milano 22 giugno 2022