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Cercare il reale nel reale, indovinare la filigrana della realtà osservandola con sguardo politico e studiandola soprattutto laddove le sue crepe sono più evidenti, dove gli squarci sono più profondi, dove le ferite sono ancora in grado di dirci come è stato che ci siamo fatti male. Ecco si potrebbe sintetizzare così, in assoluto, il compito del miglior teatro ed è quanto ci è accaduto di pensare vedendo “Favola”, l’ultimo spettacolo di Piccola Compagnia della Magnolia che si è visto in replica sabato 22 ottobre scorso a Roma, sulla scena del Teatro Basilica. Il testo, interessante, denso di senso, magmatico, è di Fabrizio Sinisi ed è stato commissionato dalla compagnia chiedendo di ispirarsi al mondo poetico e politico di Pasolini. La regia e il concept complessivo sono di Giorgia Cerruti, in scena ci sono la stessa Cerruti con Davide Giglio (ed è una coppia d’arte in gran spolvero e visibilmente molto affiatata), la parte video è curata da Giulio Cavallini. L’idea in buona sostanza è questa: in una coppia borghese, lei è in preda a una profondissima depressione, con conseguente, totale e dolorosa amnesia, lui le sta accanto attivamente e responsabilmente in un percorso di guarigione. Un percorso di guarigione che non

può arrestarsi solo all’esplorazione, per quanto dolorosa, della sua vicenda personale, ma deve attraversare anche momenti, contesti ed episodi più o meno lontani e cruenti della storia umana che, in qualche modo misterioso (il sogno, il racconto estatico, l’anamnesi terapeutica), si rileva che hanno avuto, o potrebbero aver avuto e forse ancora hanno incidenza sulla vita di quella donna e su quella di noi tutti. Chiaramente, in questo aprirsi avventuroso al mondo e alla storia si rivela moltissimo il magistero di Pasolini. Ecco che lo stato di prostrazione in cui si trova lei esplode, ecco che esplode l’interno borghese, semplicissimo, elegante, ma anch’esso strutturalmente asfittico: l’esito è una narrazione teatrale che si incarna e si innesta in percorsi che toccano le aree più disparate del globo e i momenti storici più diversi tra cui il seicento veneziano, la cruenta colonizzazione del nord America da parte degli europei e ai danni dei nativi, Londra ai tempi di re Giacomo, Parigi rovente negli anni della rivoluzione ed altri insanguinati cronotopi della vicenda umana. Ma qual è il vero contesto di questa esplosione che investe questa donna insieme col suo uomo? Qual è il luogo in cui ciò che è dimenticato nelle viscere della storia può essere riconosciuto nella sua efficace operatività politica? È il teatro questo luogo e la favola nera che lo innerva da millenni (il potere che non vince la morte e nemmeno l’amore) lo rende catartico e politicamente salvifico. Ecco il nodo: nessuna malattia, nessuna depressione, nessuna amnesia può trovare soluzione e giusta guarigione se non la si affronta anche nel contesto storico-politico ampio e profondo che l’ha generata. Lo spettacolo che Cerruti ha creato è potente, visionario, complesso ed è in questa complessità che sta, forse, anche la sua maggiore fragilità: la presenza, magmatica e pluristratificata, di motivi, racconti e riflessioni copre, indebolisce e rende talvolta poco percepibile la linea drammaturgica centrale. Un cenno a parte va fatto sulla modalità usata per la costruzione dei segmenti video: si tratta di costruzioni che approfondiscono la parte onirica, magmatica, desiderante, irrazionale di quanto è proposto dal testo di Sinisi; non scenografia, non commento, non spiegazione e nemmeno narrazione parallela, ma ricerca visuale e connotativa, che spiazza lo spettatore ed amplia e arricchisce i confini semantici di quanto accade in scena.

FAVOLA
Testo inedito di Fabrizio Sinisi. Ideazione, regia, costumi di Giorgia Cerruti. In scena: Giorgia Cerruti e Davide Giglio. In video: Giorgia Cerruti, Davide Giglio, Michele Di Mauro, altri nel ruolo di comparse. Assistente alla regia Raffaella Tomellini. Aiuto regia video, operatore, montaggio video: Giulio Cavallini. Light design e visual concept: Lucio Diana. Sound design, fonico: Guglielmo Diana. Tecnico luci: Marco Ferrero. Responsabile di produzione, Angelo Pastore. Segretaria di compagnia, Emanuela Faiazza.

Foto Franco Rabino