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La drammaturgia contemporanea americana compare assai raramente sui palcoscenici italiani, apparentemente ignari delle nuove generazioni di autori, eredi di Miller, Williams o del più “giovane” Mamet. Merito dunque all’intraprendente compagnia romana Lumik Teatro per avere scelto di scandagliare puntigliosamente la vasta produzione di Oltreoceano, così da farne conoscere in Italia tendenze e scrittori e, magari, stimolare così la drammaturgia nostrana, troppo spesso sterilmente egocentrata. Ecco, dunque, che, dopo Ciccioni con la gonna di Nicky Silver e Cervus di Aaron Mark, la compagnia chiude la propria “Bestiale trilogia americana” con questo Primitivi – il titolo originale parla di “cacciatori” e “raccoglitori” – scritto da Peter Sinn Nachtrieb (1974) e, dopo il suo debutto nel 2007, fregiato in patria da numerosi premi - American Theatre Critics Association/Steinberg New Play Award, Will Glickman Prize. Una commedia nera, oscillante fra grottesco e splatter, con atmosfere da contemporaneo grand guignol e strisciante ma ficcante satira di smanie e mode attuali. Un iperbolico rifiuto del realismo borghese - malgrado il contesto, due coppie di amici che si trovano per cena per festeggiare il

comune anniversario di matrimonio, suggerisca una situazione da pièce bien faite – denunciato fin dalla prima scena. I padroni di casa – Richard e Pam – si apprestano a compiere una sorta di rito iniziatico: uccidere l’agnello che lui cucinerà per la serata che trascorreranno con gli amici di sempre, Wendy e Tom. Una macellazione casalinga che lascia tracce di sangue su un pavimento che Pam ostinatamente e costantemente spazza.
L’arrivo di Wendy consente di comprendere meglio le dinamiche interne alla coppia ospitante – affiatata certo, ma decisamente squilibrata a favore di Richard, sedicente artista egotico e sessualmente onnivoro, rispetto a Pam, impiegata apparentemente mite e sottomessa, seppure l’assassinio dell’agnello sia avvenuto per mano sua. Wendy, al contrario, è esuberante e insofferente, una ninfomane frustrata e invidiosa. Il marito Tom, medico, è un nerd strenuamente impegnato a non esserlo, impotente e probabilmente omosessuale… Quattro individualità esasperate e insoddisfatte, i cui rapporti – tutt’altro che pacifici al contrario di quanto l’annuale routine della cena d’anniversario potrebbe suggerire – inopinatamente esplodono, con esiti comicamente tragici.
Un crescendo di violenza – grottesca e iperbolica, quasi da fumetto – che rivela spietatamente pulsioni e istinti malamente repressi, fragilità celate da boriosa sicurezza e, all’opposto, energie generate da un incrollabile istinto di sopravvivenza. Sarà, allora, proprio il personaggio all’apparenza più debole quello che continuerà a vivere, facendo affidamento su quella atavica capacità di adattamento che ha garantito il progresso dell’umanità e che, oggi, sembra consigliare un ritorno alle origini, a un’era “primitiva” appunto, in cui caccia e raccolta erano gli unici mezzi per garantirsi il sostentamento…
Una conclusione tutt’altro che pacificante, però; nessun vagheggiamento di un’epoca in cui il rapporto uomo-natura era immediato ed esclusivamente materiale bensì la presa d’atto di quanto poco lontano sia progredita l’umanità, tuttora schiava di passioni e impulsi… Considerazione cui l’autore conduce ricorrendo allo humour nero, al gusto per l’esagerazione e il paradosso, per il sangue e il beffardo: tonalità che Lumik asseconda con inventiva fedeltà, curando minuziosamente dettagli che divengono simbolici indizi – le pellicce, la fonte di pietra, la casa-caverna – e adottando una recitazione che, benché non naturalistica e sovente sopra le righe, non scivola mai nell’urlato frenetico, mantenendosi entro una misura che assicura comprensione e credibilità.   

Testo di Peter Sinn Nachtrieb. Traduzione, regia, luci, scene e costumi di Michele Demaria. Musiche di Giorgio Mirto. Con Ludovica Apollonj Ghetti, Giulia Rupi, Roberto Salemi, Nicola Sorrenti. Prod.: Lumik Teatro; con il supporto di Tedacà e Fertili Terreni Teatro.

Visto al Teatro Bellarte di Torino il 4 novembre 2022 nell’ambito della stagione Nudi di Fertili Terreni Teatro.

Foto di Emanuele Basile

realizzazione dell'agnello Paola Castrignanò