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Regina, Signora, l'una e l'altra ovvero, per dirla con Hemingway, l'una o l'altra, iconica modella di pittori e fotografi, musa del surrealismo, certamente Kikì di Montparnasse (al secolo Alice Prin), in quegli anni tumultuosi tra le due guerre mondiali fu in molte forme ed in diversi modi, ma soprattutto riuscì ad essere una esistenza che ha contribuito a traghettare le donne da un anonimato fatto di ruoli precostituiti e luoghi comuni alla libertà di una consapevolezza di sé non ancora piena ma già determinata. Lo fu da un punto di vista esistenziale, sottraendosi ad una vita stentata e subordinata e facendosi protagonista di scelte eterodosse e anche dirompenti, ma anche da un punto di vista simbolico facendosi carico, direi figurativamente, di immagini e modelli femminili nuovi e, per fortuna, di grande futuro. Consuelo Barilari, nell'ambito del Festival dell'Eccellenza al Femminile, ne mette in scena in drammaturgia e regia la autobiografia, scritta su suggerimento e stimolo di Man Ray che fu il suo

più duraturo amore, e la affida alla interpretazione di Manuela Kustermann individuando in lei una sorta di doppio, di analogo estetico pur con i ritmi diversi di un epoca assai successiva.
È una intuizione efficace, forse non interamente sviluppata, che apre nella speculare dicotomia delle due vite una comune gerarchia di valori e comportamenti, quasi a continuativamente alimentare la strada, aperta dalla cantante, attrice e modella parigina, ispiratrice di tanti artisti a lei contemporanei.
Si dipana così su una scena umbratile, sospesa tra la notte e il giorno, la storia di Kikì, con i suoi successi e le sue sconfitte, con le sue contraddizioni, dunque, che vengono in fondo celebrate come i segni di una rivoluzione, inaspettata ma inevitabile, che il femminile andava alimentando lì e allora, come qui e ora.
Sullo sfondo, anzi sul proscenio, scorrono le immagini dell'oggi e di un ieri appena trasfigurato, insieme alle altrettanto rivoluzionarie distorsioni della percezione visiva che il surrealismo proponeva e promuoveva.
Una strada nuova diventata in fondo una consuetudine, per fortuna di uomini e donne.
Uno spettacolo vivace, un monologo in cui la Kustermann si ritrova in molte delle sue corde, con efficacia ed esito di qualità, che forse però avrebbe potuto osare di più evitando di cadere in qualche stereotipo.
Ben scritto, comunque, altrettanto ben diretto e il pubblico ne coglie le sfumature. Al teatro Eleonora Duse il 23 novembre, ospite del Teatro Nazionale di Genova.
SOUVENIR DE KIKI, da “Diario di una modella” di Kikì di Montparnasse. Drammaturgia, immagini e regia di Consuelo Barilari. Con Manuela Kustermann. Produzione Schegge di Mediterraneo/Festival dell'Eccellenza al Femminile.
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