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C’è una dimensione della cultura contemporanea che s’insinua sempre più frequentemente e si manifesta con forza e pressione crescenti nelle nostre vite: è la dimensione dell’allarme, dell’urgenza, dello stato d’eccezione (direbbero i filosofi) che irrompe nella nostra quotidianità e quindi nella nostra psiche. È evidente che questo fenomeno è causato da motivi di tale ampiezza che è impensabile trattarli in un articolo, ma non v’è dubbio che la sua forza attuale e la sua amplificazione dipendono dal fenomeno della globalizzazione. È un tema veramente interessante e necessario e assumerlo artisticamente è un merito da considerare e sottolineare ogni qual volta si prova a tradurlo nel linguaggio della scena. È quanto vien fatto di pensare in relazione a “Zona Franca”, il monologo teatrale di e con Federica

Maffucci (regia di Andrè Casaca) che si è visto sabato 3 dicembre scorso nel “Teatro del Canovaccio” a Catania, nel contesto della decima edizione della rassegna “Palco off” diretta da Francesca Vitale. Nello specifico si tratta di un lavoro che, concentrandosi sulla mimesi benevola delle movenze bizzarre di una classica “matta” di paese o di quartiere (seguita, osservata, studiata, reinventata, allontanandosi dal mero dato biografico per cogliere la poeticità della libertà esistenziale di quella vicenda umana) e mantenendo costante l’attenzione ai tempi comici, mescola narrazione, clownerie, lavoro d’improvvisazione e consapevole fisicità. Franca vive i suoi giorni provando ad avvertire il mondo di una non meglio identificata sciagura che su di esso sta abbattendosi: sarà proprio lei a salvare l’umanità, sarà lei a proteggere il mondo. Un’ossessione che, come è facile capire, produce effetti paradossali e situazioni tenere e divertenti. Il risultato è gradevole anche se non si può non notare l’estrema fragilità della drammaturgia che, se appare evidente nelle sue premesse teoriche legate all’improvvisazione, risulta nel concreto frammentaria e alquanto evanescente.

Zona Franca
Di e con Federica Mafucci. Regia di Andrè Casaca. Produzione Teatro C’art Comic Education. Vincitore del premio del pubblico al Festival di Teatro Contemporaneo Crashtest 2020 – Valdagno.

Foto: Paolo Randazzo.