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Il Franco Parenti ha un ricco calendario. In questi giorni di luci natalizie, è possibile assistere a spettacoli, partecipare ad attività creative, visitare un villaggio incantato nei Bagni Misteriosi, adulti e bambini possono trascorrere ore serene insieme fra pattinaggio, spettacoli, laboratori, mercatini e tante gustose sorprese dal 7 Dicembre fino all’otto Gennaio 2023. In un’atmosfera di incanto e magia, gli spazi si trasformano in un elegante chalet di montagna dal sapore rétro, con piccola patinorie galleggiante dedicata, fino alle 18.30, ai più piccoli. Le sorprese non finiscono, così il 31 Dicembre, sarà possibile festeggiare Capodanno a teatro. In Sala Grande, Veronica Pivetti con “Stanno sparando sulla nostra canzone”, in sala A, “Incanti”, uno spettacolo coinvolgente con cinque dei migliori illusionisti italiani, scritto da Andrea Rizzolini; a seguire brindisi con assaggi nel foyer del Teatro. Un modo intelligente e creativo per trascorrere le ultime ore dell’anno. Il teatro si distingue da anni perché sa offrire al

territorio momenti di gioia; per i Milanesi è un punto di riferimento culturale, grazie all’ampio ventaglio di manifestazioni artistiche, rassegne cinematografiche, concerti, festival, presentazioni editoriali, conferenze e incontri con autori. In questi giorni freddi, ho avuto la possibilità di ascoltare Paolo Nori, scrittore e studioso di lingua e letteratura russa, professore allo IULM di Milano dove tiene il corso di Traduzione Editoriale. Proprio grazie alla tesi di laurea della sua studentessa, Diletta Bacci, nasce l’idea di una traduzione in comune. Una nuova traduzione di un testo dei fratelli Arkadij e Boris Strugackij, (casa editrice Marcos y Marcos), due scrittori russi, autori di numerosi romanzi e racconti di genere fantascientifico. “Picnic sul ciglio della strada. Stalker” prima traduzione in italiano direttamente dal testo integrale russo. Pagine finalmente ricondotte alla versione originale degli autori, dopo che la censura sovietica per diversi anni aveva costretto i fratelli Strugackij (Arkadij, 1925-1991, e Boris, 1933-2012), maestri della fantascienza russa, a continue correzioni. Nel corso dell’incontro abbiamo avuto la possibilità di scoprire il percorso di traduzione che il professore e la sua allieva hanno condotto sul testo originale. Diletta Bacci racconta con umiltà e dolcezza, il lavoro affrontato per cercare di rendere ogni parola, ogni espressione quanto più possibile vicina al mondo degli autori e significativa nella nostra lingua. Molti gli spunti e le curiosità. Tanto per cominciare: “Perché? Perché i due autori russi hanno dovuto attendere tanto per la pubblicazione? Oltretutto, non conteneva NESSUN attacco al regime vigente, ma, al contrario, era come nell’alveo dell’ideologia dominante, antiborghese… Allora perché, allora, per quali ragioni, mistiche? infernali? è stato condannato a rimanere in casa editrice per OTTO e passa anni?!” Paolo Nori racconta nel suo abituale modo, tra ironia e semplicità, le scelte compiute e il desiderio di far conoscere ad un pubblico più ampio l’opera. Seconda domanda, perché leggere questo libro? In genere si legge un libro per conoscere il finale, per scoprire chi è l’assassino, per sapere se i protagonisti si sposeranno o meno, la particolarità di questo libro è che si legge per capire come e perché tutto comincia. È un libro che apre gli occhi sui nostri tempi, tempi di guerre, di crisi ambientali, di crisi economiche…È un libro di fantascienza ma gli alieni non si incontrano mai. Nessun alieno è arrivato a distruggere la terra, perché? Ultima domanda, ultima risposta.  Gli alieni non ci sono, non sono arrivati: abbiamo fatto tutto noi. L’incontro termina e sono molto grata ai due scrittori e traduttori perché mi hanno aperto una porta su un mondo che non conoscevo. Così dovrebbe essere ogni presentazione, aprire porte e finestre, possibilmente alte, su mondi sconosciuti, anche per scoprire l’alieno che è in ognuno di noi.  Esco dal teatro con una bella sensazione di felicità, avevo in mente di passare da Piazza Duomo per vedere le luci dell’albero, non ne sento più il bisogno, l’incontro mi ha lasciato molta luce dentro; avrei voluto chiedere a Paolo Nori e a Diletta Bacci se hanno mai pensato di scrivere una drammaturgia teatrale, partendo dal testo: mi ha frenato la timidezza. Essere timidi è una gran scocciatura. Forse un giorno qualcuno lo farà, leggerà queste pagine, magari durante un picnic in un parco di periferia e penserà di renderle teatrali.

Milano, Franco Parenti, 22 dicembre 2022