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Giocoleria è qui un po' come ricercare la vita indovinandola nel suo instabile equilibrio, una vita imprigionata dentro il movimento di palline colorate, cerchi e mazze, ed insieme da quello stesso movimento felicemente liberata. I bravissimi jongleur di Gandini Juggling questo fanno, in fondo, in una coregrafia di corpi e oggetti, strutturata in stilemi studiatissimi e nati da una applicazione continua e rigorosa, che però transitando sulla scena perdono la loro riproducibilità, la loro assoluta sovrapponibilità, per conquistare una spontaneità ed una individuale singolarità in forza della quale è talora proprio la caduta, il plof (il tonfo) come lo chiamano, a segnare la sincerità, l'irriducibilità e dunque l'indisponibilità dell'esistenza di ciascuno. C'è qualcosa di più vicino alla vita di questo? Di questo continuo miscelarsi e contrapporsi di studio e di archetipicità, fin nel suo decadere a stereotipo, da una parte e di improvvisa ma mai casuale creatività che trasfigura quello sfondo metafisico da platonica caverna in una esistenza, fatta nel tempo e nello spazio, mentre il nostro esserci cerca di continuo in sè un equilibrio di pienezza sul ciglio del nulla? Infatti con “Life” la Compagnia sembra far prevalere, sulla scia

del grande coreografo americano Merce Cunningham e del suo intreccio con l'arte di John Cage, la dissonanza rispetto all'armonia, l'improvvisa dissociazione, lo scartare sonoro e visivo, che fa emergere dal fiume indistinto del luogo comune, e dal rumore sordo e cieco prodotto oggi da una Società che fatica sempre di più a riconoscersi e condividersi, inattese consapevolezze.
Ne nasce uno spettacolo, che per sua stessa natura è impossibile 'raccontare', difficile e complesso, che nulla concede alla presunta semplicità e ingenuità del gioco e della relazione tra gli oggetti di scena, una complessità di suggestioni che la musica di Caroline Shaw, affondata in quella temperie artistica, accompagna e enfatizza, una musica che quasi ci porta il suono del mondo, il rimbombo di quella stessa citata caverna dalla cui soglia possiamo, e solo così, rintracciare nelle ombre la luce del desiderio.
È anche, nella sua profonda sostanza, uno scarto inatteso della ricerca di Sean Gandini, che sul proscenio ce ne offre una accurata analisi, e dei suoi, un passo in avanti credo verso una drammaturgia del gesto, al quale lo strumento di scena offre nuove e disvelate potenzialità, più consapevole e di grande qualità estetica.
Regalato come ogni anno alla città da “Circumnavigando”, il bel Festival Internazionale di Circo Teatro ideato dalla Associazione Sarabanda e diretto magistralmente da Boris Vecchio, al Teatro Gustavo Modena di Genova Sampierdarena ospite del Teatro Nazionale di Genova, purtroppo in unica replica il 29 dicembre. Posti in sala e palchi, tutto esaurito.
Gandini Juggling, Life, una lettera d’amore a Merce Cunningham.
Di: Sean Gandini, Kati Ylä-Hokkala. Con: Benjamin Beaujard, Sean Gandini, Jennifer Goggans, Kim Huynh, Sakari Männistö, Erin O’Toole, Jose Triguero, Yu-Hsien Wu, Kati Ylä-Hokkala.