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Renata Molinari, studiosa di teatro ma direi, essendo stata a lungo dramaturg, un pensiero e una vita 'dentro' il teatro, ritornata nella sua Bagnacavallo, sorgente anch'essa di teatro prossima a Ravenna, ha inventato qualcosa che assomiglia ad un bagaglio che, tanto pieno è di cose e di noi, fatichiamo a svuotare fino in fondo. Parlo de “La Bottega dello sguardo”, biblioteca e archivio che rifuggendo ogni museo si aggroviglia ancora alla vita che il teatro sempre custodisce. E non è paradossale che una persona che della parola ha fatto lo strumento privilegiato della sua indagine sul mondo abbia battezzato quel luogo in quel modo.
Non lo è perché la parola di Renata Molinari è stata in buona parte, quella privilegiata intendo, una parola drammaturgica e il teatro etimologicamente è appunto il luogo del vedere (theatron da theaomai), quindi costruire la parola (in teatro) è anche il frutto di una fecondazione che parte da uno sguardo (quello degli occhi e soprattutto quello della mente e del cuore) e finisce per realizzarsi elaborato in un altro speculare 'vedere', il vedere che è il partecipare dello spettatore. Infatti questa “Bottega dello sguardo” non si chiude in se stessa ma produce e diffonde parole, che la riguardino direttamente o non la riguardino affatto. Queste nuove parole sono i suoi “Quaderni”, editi da Poliniani Editore in una versione, non solo nella sua raffinata grafica, molto curata e di grande efficacia.
Qui vogliamo rapidamente presentare, ad esempio se non ad esergo, il Quaderno n. 3, dal suggestivo titolo “Fra memoria e gioco: rinunciare all'assenza”, che ripercorre e ripropone un progetto della Bottega stessa dedicato all'infanzia. È un testo breve, supera di poco le cinquanta pagine, ma è di grande consistenza intellettuale e individua nelle due funzioni del titolo il mezzo più efficace di “esplorare, con la lente del teatro, il mondo dell'infanzia”.
Un mondo, quello degli infanti, che viene tra l'altro definito nella tragedia greca senza voce (àphona pròsopa) e senza udito (kophà pròsopa), capace di coagulare suggestioni e disvelare sensazioni che gli adulti faticano a ritrovare in sé dalla memoria dell'infanzia, quella che erano e quella che con fatica o spesso disinteresse osservano. Un bel libro, agile ma profondo in cui il teatro è il luogo quasi di un esperire anche ciò che non lo coinvolge direttamente e dunque consigliabile anche a chi il teatro non lo pratica o non lo frequenta.

I QUADERNI DELLA BOTTEGA DELLO SGUARDO N. 3
Fra memoria e gioco: rinunciare all'assenza
Conversazioni di Renata M.Molinari e Giusi Quarenghi.
A cura di Ginaluca De Col.
Poliniani Editore, luglio 2022.
pagg. 55 € 12,00