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Chapeau per Carlo Cecchi, in scena con tanti anni sulle spalle (ottantaquattro compiuti da poco) e gestualità sapiente, recita a memoria interi brani tratti dall’opera di Roth: “La leggenda del santo bevitore”. Ci sono due angeli che lo aiutano in questa impresa, (Roberta Rovelli e Giovanni Lucini) una lettrice e un barista, rappresentano il pubblico di un teatro nato per caso in un bar di periferia. Il testo di Joseph Roth, con la sua prosa poetica, ha regalato in poche pagine, limpide e asciutte, una storia affascinante che ha colpito già da molti anni, diversi lettori e amanti del cinema (il film di Olmi ha ricevuto 2 Nastri d'Argento, 4 David di Donatello, premiato al Festival di Venezia). Carlo Cecchi, con quella sua voce roca, quel suo tono ironico e distaccato, racconta la parabola del protagonista Andreas come un’inquietante discesa nel delirio, i suoi ultimi istanti di vita. Le scene essenziali e l’allestimento minimalista di Andrée Ruth Shammah, rendono la rappresentazione evocativa il sogno di un lungo

inverno che non abbandona l’animo. La vicenda narra la vita di un santo bevitore a Parigi, la vita dell’autore stesso nella storia dei suoi ultimi giorni. Un uomo si guarda allo specchio senza falsità si scruta dentro, cercando le risposte a quello che gli è accaduto, a come l’ha vissuto, il santo bevitore, riflette da ubriaco sulle sue illusioni, i sogni, le sue emozioni, cercando una coerenza, lottando contro i propri demoni, legandosi a un gesto di affetto e di amicizia e sempre mantenendo fede al suo onore ai suoi principi. Lo spettacolo scorre nell’incanto delle parole, fra una visione e l’altra con le  suggestioni visive che ci portano ad una Parigi degli anni Trenta prima del grande delirio, prima degli orrori. Lasciamo la sala, con il desiderio di leggere o rileggere questa piccola perla, perché in ognuno di noi la salvezza può arrivare dall’alto, da un’immagine di una santa ritratta in una chiesa, come nel caso di Andreas, ma anche dal basso affidandosi all’umanità letteraria. Alla bellezza di una pagina scritta.

Milano Teatro Franco Parenti 29 gennaio 2023
Adattamento e regia Andrée Ruth Shammah
Spazio scenico disegnato da Gianmaurizio Fercioni
con le suggestioni visive di Luca Scarzella e Vinicio Bordin
luci Marcello Jazzetti
costumi Barbara Petrecca
produzione Teatro Franco Parenti