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Tre uomini separati, una convivenza forzata e un nuovo inquilino decisamente sopra le righe, si rivela essere il mix perfetto per la riuscita di una commedia brillante dove la battuta fa da padrona e il cuore si fa più leggero. Al Teatro de’ Servi di Roma dal 28 febbraio al 12 marzo, va in scena “Casalinghi disperati”, già noto per la regia di Diego Ruiz, rivisitato questa volta da Nicola Pistoia con Giancarlo Fares, Andrea Catarinozzi, Valerio Giombetti e Stefano Tomassini, nei panni di quattro bizzarri uomini separati che per sopperire alle difficoltà della loro condizione di padri single, sono costretti a condividere lo stesso appartamento. Alberto mentre combatte l’ipocondria tra gocce di valium e pasticche per l’ansia, lavora duramente per permettere ai suoi tre figli di svolgere numerose attività; Luigi, fissato con la palestra e la cura del corpo, ha una ex moglie che non gli lascia vedere sua figlia e sebbene soffra molto per questo, lo nasconde dietro la sua ironia sfrontata; e infine c’è Giulio, che a differenza degli altri

è ancora in buoni rapporti con la madre di suo figlio, la prima e l’ultima donna con cui ha avuto un rapporto dopo aver capito di amare gli uomini. Lui è il vero collante di questo alquanto stravagante nucleo familiare, l’istrionico “grillo parlante” di questo inusuale terzetto che si prende cura delle sue “ragazze” con il suo modo di fare macchiettistico e ironico.
Il loro bizzarro equilibrio viene bruscamente interrotto una sera, quando in piena notte bussa alla porta Roberto, un uomo del palazzo di fronte che ha bisogno di ospitalità perché la moglie lo ha cacciato di casa dopo avergli confessato di avere un altro. Oltre il danno, anche la beffa. Sebbene i tre “disperati” non siano particolarmente entusiasti di avere un nuovo coinquilino, decidono di ospitarlo con la promessa che trovi presto un’altra sistemazione.
In un alternarsi di gag spassose, tra turni per le pulizie, disastri culinari ed equivoci esilaranti, il quieto vivere di Alberto, Luigi e Giulio viene totalmente disfatto dall’arrivo di Roberto, che tra esasperati attacchi di rabbia, alternati a momenti di profonda nostalgia e ad improvvisati, quanto fallimentari tentativi di suicidio, metterà a dura prova la convivenza, portandoli ad escogitare un piano stravagante per convincere sua moglie a riprenderlo a casa.
Inutile dire come la lunga serie di incomprensioni, le discussioni irrisorie e i disastri preannunciati, serviranno paradossalmente a consolidare il loro difficile rapporto.
Uno spettacolo divertente dal linguaggio semplice, ma efficace, scritto da Cinzia Berni e Guido Polito, che accompagnano lo spettatore in questo singolare processo di elaborazione della separazione, fino alla sua accettazione e alla conseguente crescita morale dei suoi simpatici protagonisti.
Gli autori, inoltre, riescono a mostrare con spudorata leggerezza, un ritratto scanzonato di una condizione sensibile e purtroppo molte volte decisamente sottovalutata come quella dei padri separati, costretti anche loro a destreggiarsi tra situazioni economiche e lavorative precarie e spesso lasciati soli ad affrontare la complessità della loro condizione.