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Il Teatro Carcano è una delle più grandi sale della città di Milano, nella direzione artistica di Lella Costa e Serena Sinigaglia, ha trovato un nuovo impulso: classici, drammaturgia contemporanea, grandi narratori, danza. Un attento oscillare tra punti di vista diversi per inserirsi con agilità tra le pieghe del nostro tempo. In cartellone spettacoli ed eventi di drammaturgia contemporanea come quello condotto da Tindaro Granata “Situazione drammatica”. Un progetto in cui gli autori dei testi racconteranno loro opere agli spettatori che, armati del copione, potranno seguire la lettura drammatizzata da parte degli attori. Un’occasione per conoscere le dinamiche che stanno dietro ad una messinscena teatrale, iniziando dalla cosiddetta “prova a tavolino”, ovvero la prima lettura del testo, e scoprire la trasformazione della parola scritta in parola recitata. A proposito di prove a tavolino, ieri sera abbiamo avuto modo di vedere una bella prova d’attore. Andrea Pennacchi ci ha raccontato le storie di Pojana e dei suoi

fratelli. Nella biografia di Pennacchi, si legge, “teatrista”, lo è completamente, senza se e senza ma. È un animale da palcoscenico, recita, balla, canta. Il palco è la sua dimensione naturale. Non ci sono costumi in scena e non ci sono scenografie ma Pojana e i suoi fratelli, sono tutti nella gestualità nei movimenti, nelle sue danze improvvisate, nelle espressioni di Pennacchi. Le musiche dal vivo, eseguite con vivacità da Giorgio Gobbo e Gianluca Segato, contribuiscono a creare l’atmosfera dei luoghi raccontati e dei protagonisti: la maestra Vittorina, Edo il security, Tonon il derattizzatore e il Pojana. I testi fluidi e dinamici, caratterizzati da una parola scenica che scorre come un fiume in piena, nascono dalla necessità di raccontare il piccolo mondo antico e recente del Nordest. Dai provinciali buoni, gran lavoratori emigranti e risparmiatori agli evasori, razzisti, ottusi, avidi padroncini, carichi di pregiudizi e stereotipi. “Per sei anni abbiamo svolto attività teatrali nelle carceri”, i suoi personaggi, sono ispirati a persone reali, che tuttavia vivono solo in scena. Il suo teatro è una forma di antropologia del reale, la strada, il bar, il carcere, sono luoghi da cui prendere spunto per far emergere elementi universali, partendo da storie del Veneto.  Andrea Pennacchi da buon teatrista e conoscitore dei classici, racconta tutto questo mondo come se fossero maschere goldoniane, ci permette di riflettere sulle forme di razzismo e di pregiudizi che ci portiamo dentro. L’arte di Andrea, emerge con forza e verità scenica e aiuta a tenere la mente sveglia.
Produzione Teatro Boxer in collaborazione con People distribuzione Terry Chegia

Milano, Teatro Carcano, 11 marzo 2023

Foto Marianna Fornaro