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Marco Longo, Alessandra Barbagallo e Marzia Longo, sono autori, registi ed attori catanesi, che operano come responsabili organizzativi nella storica Sala Magma presente a Catania, in via Adua 3, dal lontano 1981, culla dell’avanguardia catanese. La piccola struttura, grazie all’instancabile attività di Salvo Nicotra, direttore artistico ed anima della sala con la cooperativa La Terra del Sole, ha sempre portato avanti delle proposte improntate sulla cultura, segnalandosi con apprezzabili iniziative nel campo teatrale, della concertistica, della poesia, dell’editoria e dell’animazione per ragazzi.
In occasione dei trent’anni di attività della Sala Magma abbiamo incontrato i giovani ed intraprendenti responsabili dell’attività teatrale e culturale della struttura, Marco Longo, Alessandra Barbagallo e Marzia Longo e con loro, autori, attori, registi,  abbiamo parlato dell’attività e degli obiettivi del gruppo della Sala Magma.
“Siamo approdati alla Sala Magma - spiegano Marco Longo, Alessandra Barbagallo e Marzia Longo - per la necessità di rilanciare uno spazio culturale con una storia importante alle spalle. Il motivo fondamentale è stato quello di aggrapparci alle radici del passato per guardare al futuro. L’aria che si respira nella piccola struttura è decisamente frizzante perché, sia il nucleo organizzatore che tutto l’entourage che gravita intorno alla Sala Magma, ha voglia di fare e di proporre perché, si capisce, uno spazio “libero” in cui potersi mettere alla prova, non si trova dietro l’angolo. Apriamo le porte a chiunque abbia voglia di regalare alla città momenti di condivisione culturale, senza mai rinunciare alla buona qualità”.

L’attività che state portando avanti, come gruppo di lavoro, quest’anno alla Sala Magma, …
“Il cartellone di quest’anno ha previsto un’attiva partecipazione di giovani professionisti del settore che hanno sposato la filosofia della sala. I testi si ispirano ad autori come Carroll, Buzzati, Bulgakov, Molière, Shakespeare, i tragici greci o all’attualità (la legge 180, la sicurezza sul lavoro), poi c’è la musica classica e la poesia (attività che proponiamo da sempre, grazie ad Orazio Indelicato). I testi sono scritture contemporanee di giovani che vogliono dire qualcosa sul loro mondo ispirandosi a chi prima di loro una riflessione l’ha lasciata ai posteri”.

Fare teatro e cultura a Catania, come si pone la Sala Magma dinanzi alle difficoltà attuali?
“Catania è una delle realtà più vive in ambito teatrale nella Penisola. Le difficoltà del fare teatro non riguardano solo la nostra città, ma riguardano il momento storico e la situazione culturale che la nostra bella Italia si trova a vivere. I continui tagli alla cultura colpiscono fortemente sia le grandi che le piccole realtà teatrali. La cultura sembra essere diventata l'ultima delle priorità di coloro che ci governano. Nonostante ciò noi siamo qui e continuiamo a credere nell'importanza comunicativa ed educativa che è alla base del fare teatro, cercando di superare le difficoltà (che non sono poche!) e di far sentire la nostra voce.  Qualcuno ci ascolterà”.

Come gruppo e da autori, attori, registi, come vedete la realtà teatrale siciliana e catanese?
“Viviamo un momento molto critico sia a livello nazionale che regionale e la nostra bella Sicilia, come la città di Catania, non riesce a divincolarsi dalle sovrastrutture (che spesso diventano protagoniste) di una realtà in cui è la politica a far da padrona, a discapito della libertà di agire, di fare cultura, di essere “teatranti”.

Qual è il teatro che preferite?
“Racconto in scena di un’idea che faccia riflettere, di una denuncia che possa attecchire, di un moto dell’animo che possa commuovere. Questo è il teatro che preferiamo e cerchiamo di fare”.

Di cosa vi occupate nei vostri spettacoli e con i vostri testi e  quali segmenti di realtà preferite raccontare sulla scena?
“Cerchiamo sempre di proporre dei testi che, o per spessore culturale o per importanza concettuale, diano modo ad attori e pubblico di “godere” di un prodotto bello da vedere, interessante da ascoltare, che dia spunti di riflessione sul vissuto quotidiano, che faccia ridere o sorridere ma soprattutto che faccia venir voglia al nostro pubblico di ritornare in Sala e di seguire la nostra storia un po’ più da vicino. Quest’anno per esempio, in apertura di stagione, è stato presentato lo spettacolo “Alice³” di G. Balsamo e G. Boscarino, dando buoni risultati sia per l’affluenza del pubblico che di critica. I due registi, in collaborazione con Chiara Seminara, alla loro prima esperienza, hanno trovato non poche difficoltà, dovendo ricoprire anche i ruoli di attori, tecnici, costumisti e scenografi; il tutto però reso più facile dalla collaborazione e dall’unione della compagnia che ha dato la possibilità di dar vita a questo gioco teatrale. Tutta la parte tecnica dello spettacolo: maschere, costumi, oggetti di scena e scenografia sono stati interamente creati mettendo insieme le forze economiche del gruppo ART DISCOUNT utilizzando materiali poveri o di riciclo. Le musiche sono state composte appositamente per Alice³. Dopo la riscrittura del testo i due registi si sono posti come obiettivo principale   quello di lavorare al gioco teatrale, mettendo in evidenza la povertà della scena a favore di un lavoro più accurato sul testo e sugli attori”.

Come giudicate al momento la situazione culturale in Sicilia e in Italia e qual è lo stato della nuova drammaturgia?
“Come tante altre situazioni italiane è in stato di crisi e di precariato e non solo perché il governo ha dato le sue sferzate, ma perché in Italia, e in Sicilia in modo particolare, vige a tutti i livelli della società uno stato imperante di clientelismo viscerale che non aiuta i meritevoli e coloro che con buona volontà vorrebbero trovare uno spazio identitario. Il teatro non ne è escluso. Sia a livello nazionale sia a livello locale pochi grandi enti sovvenzionati con i soldi pubblici, almeno quello che ne resta, schiacciano i piccoli. La nuova drammaturgia deve fare i conti con le situazioni sopra descritte e spesso è una lotta impari destinata al fallimento delle realtà più piccole. Ciò non toglie che qualunque lotta giusta debba essere combattuta fino in fondo senza ripensamenti e nonostante le difficoltà”.

Obiettivi e desideri che vorreste realizzare alla Sala Magma…
“Vorremmo sicuramente far conoscere la nostra realtà ad altre realtà che abbiano voglia di fare tutto questo insieme a noi, riuscendo a regalare a questo piccolo spazio libero un’autonomia di lunga vita. Oggi la Sala Magma non ha finanziamenti né alcun tipo di contributo pubblico e quindi vive di autoproduzioni con grandi sforzi da parte di tutti coloro che hanno avuto voglia di condividere questa esperienza e questo modo di affrontare la realtà culturale che ci circonda. E quindi vorremmo dare alla sala e alle sue programmazioni la certezza di un futuro di almeno altri trent’anni”.

Foto di Salvo Nicotra