Visite: 3503

Finale di partita, è la fase finale del gioco degli scacchi,  caratterizzata dall'esiguo numero di pezzi superstiti sulla scacchiera e dal fatto che il re non è più soltanto un pezzo da difendere, ma diventa anche una figura di attacco Re  della partita a scacchi che dà il titolo al capolavoro di Samuel Beckett,  in scena al Teatro Ambasciatori di Catania dal 26 aprile al 8 maggio, nella traduzione di Carlo Fruttero e per la regia di Massimo Castri, è Hamm, vecchio cieco, condannato a trascorrere l'esistenza sulla sedia a rotelle. La partita si gioca tra Hamm e il suo servo Clov, vedente e per contrasto impossibilitato a sedersi. Tra i due   si consuma, ormai da anni, un rapporto conflittuale, fatto di ostilità e  continui dissapori, ma anche di reciproca dipendenza affettiva ed economica. Un serrato botta e risposta tra i due protagonisti, costituisce l'ordito più evidente della trama . Hamm tormenta Clov, impartendogli ordini assurdi che poi ritratta continuamente, e il servo tormenta a suo modo Hamm, alternando la minaccia dell'abbandono all'ostentazione dell'obbedienza. Personaggi comprimari i vecchi genitori di Hamm, Nell e Nagg, privi di gambe, e regrediti psichicamente allo stadio infantile, che vivono in dei bidoni della spazzatura. Classico del teatro contemporaneo, Finale di Partita, seconda grande opera del drammaturgo irlandese, dopo il celebre Aspettando Godot, fu pubblicata in francese nel 1957, e tradotta  l'anno successivo in inglese dallo stesso autore, il dramma è un  j' accuse ironico e sarcastico verso l'ipotetico declino della famiglia, e  verso un mondo desolato e senza valori. L'allestimento di Castri gioca sull'ambivalenza del testo beckettiano, in bilico tra tragedia e commedia, tra vita e morte. La vicenda si consuma in uno scenario  post-atomico, che lascia presagire l'avvenuta catastrofe,  ricostruito dallo scenografo Maurizio Balò in un stanza priva di mobili, con due finestre alle pareti, un camino grigio inutilizzato, e il pavimento a riquadri bianchi e neri, che ricorda una scacchiera, su cui si muovono i protagonisti. L'interpretazione del dispotico ed indisponente Hamm è affidata a Vittorio Franceschi, mentre Clov è interpretato da Milutin Dapcevic, e nel ruolo dei genitori di Hamm, Diana Hobel, e il giovane Antonio Giuseppe Pelligra. Lo spettacolo è una produzione dell'Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro di Roma, Teatro Metastasio Stabile della Toscana.