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Istrionico, brillante, divertente, profondo. Gilberto Idonea rende omaggio alla tradizione teatrale e letteraria siciliana, da Martoglio a Tomasi di Lampedusa, passando per Ignazio Buttita Un tuffo nella Sicilia e nella sicilianità. È questo lo spirito dello spettacolo One man show, prodotto dall'associazione Angelo Musco, diretto ed interpretato dal comico catanese Gilberto Idonea.  Un omaggio alla Sicilia di Nino Martoglio, Angelo Musco, Luigi Pirandello, nella prima parte dello spettacolo, di  Ignazio Buttitta, Leonardo Sciascia, Tommasi di Lampedusa nella seconda. Il sipario si apre con in sottofondo le note di Terra Mia di Vincenzo Spampinato, e sul palco un istrionico Gilberto Idonea ci introduce in un viaggio nella tradizione letteraria e teatrale isolana. Dalle poesie della Centona di Martoglio, giornalista, commediografo, scrittore belpassese, che con l'attore Angelo Musco inizierà un sodalizio destinato a durare a lungo, alle pagine celebri della letteratura siciliana, da Leonardo Sciascia a Tomasi di Lampedusa, passando per le poesie in dialetto di Ignazio Buttitta.  Idonea utilizza la propria abilità narrativa e il gusto per  gli aneddoti per realizzare ritratti   umani vividi e profondi dei grandi autori nostrani.  Ampio spazio è dedicato ad Angelo Musco, lo spettacolo nasce, infatti, nel 2007, nel 70° anniversario della scomparsa dell'attore catanese, proprio come omaggio ad uno dei più grandi attori drammatici del '900. E, accanto all'ammirazione per Angelo Musco, affiora anche l'amarezza per le vicende che segnarono la fine della carriera dell'attore, a cui  fu impedito di continuare le rappresentazioni all'Opera House di Manhattan, nonostante l'enorme successo internazionale, perché ritenuto simpatizzante del fascismo. Interprete versatile di una Sicilia sanguigna e passionale quando interpreta personaggi pirandelliani come Liolà o il professore Toti di Pensaci Giacomino, nei monologhi,  Idonea  fa rivivere la Catania dell'acqua a linzolo, della civita, del teatro dei pupi, la Sicilia esportatrice di cultura anziché di mafia, e con essa rivivono i  classici della narrativa siciliana.  La riflessione sull'umanità, che il mafioso Mariano Arena, personaggio de Il giorno della civetta, fa davanti al capitano Bellodi, classificando l'umanità in  Uomini, mezzi uomini, ominicchi, pigliainculo e quacquaraquà, o ancora il celebre discorso del Principe di Salina ne il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, sullo spirito dei siciliani, il loro intrinseco desiderio di morte, la loro vanità  più forte della loro miseria.  Un affresco variopinto, appassionato e vivace di una tradizione che ha ancora molto da offrire.