<<Pronto, Juris? Sono Daniele, mi riconosci?>>, fa, nascostamente teso.
<<Oh, salve, tutto ok?>>
<<Tutto ok; peccato per ieri sera, ma cos'è successo?><.
<<Oh, niente di importante, tranquillo, ogni tanto capita, perché carico elettrico è a limite, si consuma troppa energia...>>, gran risata.
Daniele, tranquillizzato: <<Allora, se posso, stasera vorrei tornare!>>.
<<Ok, aspettiamo te, come si dice, “a braccia aperte”!>>.
<<Bene, grazie Juris, a presto, forse a stasera>>.
<<A presto!>>, con espressione serena.
Daniele pensa di non correre rischi immediati a tornare nella bisca, e si convince che la sospensione della corrente elettrica  non  lo riguardava affatto. Per ogni buon conto allerterà il servizio di pronto intervento istituito per le missioni tipo la sua, in vista del suo ritorno alla casa da gioco. Ora crede che sia importante rapportarsi con quella Lisa, nella speranza di farle dire qualcosa di riservato circa quell'ambiente. Infine pensa di truccarsi in modo più abile, nel caso riuscisse ad avere un incontro stretto con Lisa: non poteva correre il pericolo di essere riconosciuto, per i suoi tratti somatici, come attore di fiction, assolutamente!
Alle ore 23 precise Daniele suona alla porta, e trova Juris ad aprirgli, come se lo stesse aspettando: per cui immagina che, com'era d'altronde prevedibile, c'è una telecamera nascosta che riprende l'esterno dell'appartamentone. Juris si mostra cordiale, di buona vena, e fa accomodare Daniele in un salottino, dicendogli di aspettarlo per qualche secondo; l'invito lo irrigidisce un poco, gli mette un filo di tensione addosso, che domina con la respirazione e portando il centro energetico della sua gestualità all'altezza dei reni, alla base del torace. Juri riappare, porgendogli una bella pila di fiche!
<<Piccolo regalino di ditta! Per essere perdonati!>>.
Daniele finge di ridere di gusto, di apprezzare il dono, ma soprattutto in cuor suo si sente rassicurato da quel gesto. Ringrazia stringendo la mano al russo, che lo invita ad accomodarsi nelle sale da gioco. Pensa alla risata e riconosce che raramente in teatro era stato così credibile! In quell'attimo così fuggevole aveva portato alla memoria in reviviscenza una situazione comica della sua vita, quando, in una recita giovanile, gli si era aperta la patta dei pantaloni, mostrando così il bianco degli slip, in un momento molto drammatico della pièce, col risultato di una clamorosa risata da parte del pubblico; al contempo ringrazia il suo apprendistato nel processo organico delle azioni fisiche: in quel caso l'azione era tutta nel raggiungimento di una familiarità con lo slavo, dall'attesa di Juris al suo ritorno con le fiche e con il punto acme della risata: una risata assolutamente finta ma non falsa, costruita con tutto il corpo, viso e bocca compresa, naturalmente, e occhi, e mani!
Ora Daniele deve solo sperare che appaia Lisa: incontrarla e parlarle è l'unico scopo della sua seconda presenza in quella bisca di merda, pensa! E difatti Lisa è al tavolo, con una vestina attillata violacea, e con le piccole ma perfette forme del corpo evidenziate plasticamente: e i capelli raccolti in una sbarazzina coda di cavallo: e una collanina di perle grige che le contorna l'esile collo da cigno elegante. Daniele prende una manciata di fiche e con decisione, con estrema concentrazione, punta dritto al tavolo da gioco, e annuncia una finale di 7, con tre cavalli 4\7, ponendosi a fianco della donna, la pallina gira vorticosa, mentre lui guarda con espressione simpatica Lisa, per poi fissare di nuovo la roulette: 17! Vince un pieno e un cavallo! Prende, è il caso di dirlo, la palla al balzo rivolgendosi al “cigno”: “Dobbiamo brindare, giusto!?”; “Si” fa lei “brindiamo”.
I due si siedono ad un tavolino dell'angolo bar, ora Daniele sa di non dover sprecare l'occasione, e sa anche che non può farsi sopraffare da un sottile richiamo erotico che la figura di Lisa sembra trasmettergli: Lisa è molto femminile, molto carina, sicuramente esprime una finezza di mente non comune: eppoi esala una venatura di profumo di eccezionale e non aggressiva intensità!
“Possiamo darci del tu?” fa Daniele.
“Certo, anche perché mi pare quasi di conoscerti, come se ti avessi incontrato da qualche altra parte!>>.
Daniele si irrigidisce, è costretto a schernirsi:
“Sarebbe un po' strano perché sto quasi sempre all'estero!”; sente che deve stornare l'attenzione della donna compiendo un arco convincente di azioni: pensa di andare lui al banco del bar; le chiede cosa gradisce; “Un'acqua tonica, grazie!”; Daniele si alza, va al bar, ordina l'acqua e per lui una mezza grappa, poi torna verso il tavolo col vassoio in mano, inciampa volutamente su una sporgenza della moquette, fa cadere la sua grappa, raccoglie il bicchierino, si mostra molto imbarazzato, lei sorride, Daniele torna al banco, dove la cameriera sostituisce le ordinazioni.
“Forse è stata l'emozione della vincita!”.
Lisa ride accondiscendente, ed esclama: “Daniele nella fossa dei leoni!”. Lui intuisce che la manovra è riuscita, ma resta in allarme a sentir proferito il suo nome, capisce allora che Lisa non poteva non averlo saputo da Juris, il che dimostrava la familiarità della donna con quell'ambiente!
“Daniele Sini, per completezza” e ride di gusto per entrare nella sfera delle emozioni di Lisa, aggiungendo: “E tu? Lisa...?”.
“Alt, alt, alt, solo Lisa per gli amici, anzi, Monna Lisa” e sorride nella vaga imitazione dell'omonimo capolavoro leonardesco.
“Beh, sei un capolavoro, allora!” le fa Daniele, aggiungendo risata a risata.
“Non sta a me dirlo, a te che te ne pare?”.
Daniele la sente disinibita, se vogliamo sottilmente sfrontata:
“Non sono uno studioso d'arte, ma come “prodotto naturale” direi che non c'è male!”. E capisce che lì potrebbe cominciare un gioco allusivo di qualche iniziale avance, ma sa anche che il rischio lo deve correre per poter entrare in un minimo di intimità con la donna. E chiosa:
“Ma qui non siamo in un ambiente adatto alle... valutazioni!”.
“Dipende da qual tipo di valutazioni” fa lei.
“Sai, commerciando gioielli, io valuto i prodotti con calma, alla luce giusta, vagliando ogni particolare, senza frenesia: a tal fine ci vuole un certo tempo!”.
“Se è questione di tempo” dice lei “direi che ne abbiamo, da stanotte alle prossime!”.
Lui capisce che Lisa è molto interessata alla sua persona, e questo è un vero primo punto sicuro per aprire un varco.
“Si, certo, il tempo c'è compatibilmente con i miei impegni, specie se mi portano fuori Italia. Ma c'è anche da stabilire un luogo addatto alle valutazioni, no?... magari anche qui dentro!?”.
“No, qui dentro non ci sono spazi per così dire... comodi!”.
Ormai, pensa lui, è chiaro che Lisa è del tutto familiare con quel postaccio di biscaioli, ma non fa minimamente trapelare il suo stato di riflessione, limitandosi spontaneamente ad esclamare: “Possibile che il nostro Juris non abbia un privè..., o...”
“Macché, Juris non ha pensato a certe esigenze...”.
“Ma avrà pensato almeno a certe “altre” esigenze!?... altrettanto “delicate”... ”.
Ora è Lisa ad irrigidirsi, e Daniele ben se n'accorge, e prontamente: “Non vorrei che... che pensassi a qualcosa comunemente ritenuto... “illecito”...”.
Lisa ride: “Ah, qui non c'è “polvere” da spolverare, se per caso intendi...”.
Daniele, afferrando con accorta non-chalance il calicetto con la grappa: “ Accidenti, sei davvero intuitiva, ma ti prego di credere, che il mio aspirapolvere” sfregandosi con l'indice destro e con assoluta credibilità del gesto le froge del naso “entra in azione raramente e in certe occasioni, in genere se abbinato alle... “valutazioni”...” e ingolla un bel sorso di grappa.
Lisa abbassa il tono scherzoso e alludente. E quasi seria: “Guarda, Daniele, che se Juris venisse a sapere che qui dentro gira  “roba”, cercherebbe il o i fruitori e gliela farebbe pagare! Non lo dire in giro, ti prego, altrimenti addio “valutazioni”, ma sappi che Juris ha stretto un patto con i dirigenti di polizia: qui dentro, in cambio di questa attività “clandestina” lasciatagli libera, non deve entrare neanche un grammo di certa roba; e se Juris dovesse venire  a conoscenza di grosse partite e di importanti responsabili del commercio, allora dovrebbe immediatamente comunicarlo alla polizia o alla squadra narcotici della questura!”.
Daniele rimane sorpreso e sconcertato, eppure sa celare il suo stato d'animo, come il Ciampa del Berretto a sonagli pirandelliano che fa finta di non essere un cornuto. Prende tempo con un “Capisco!” e aggiunge con altrettanto finta discrezione: “Scusami Lisa, ma tu come lo sai?”.
“Non ha importanza, se vuoi andiamo da Juris in ufficio e ti ripeterà quanto ti ho appena detto: tanto lui non è un geloso e di Lise ne può trovare a josa!”.
Daniele ora capisce davvero, ma deve tener la parte restando molto concentrato sull'attimo: “E Juris permette anche le “valutazioni”?! facendo seguire un allegra risatina.
“C'è molta libertà fra noi, Daniele... reciproca: vedi è anche questo un commercio: le mie attenzioni in cambio delle sue, e una percentuale sugli utili della casa, che sono davvero alti, sai? Naturalmente io ho i miei compiti di... controllo: e devo dirti che tu hai ampiamente superato la prova; cosa vuoi che sia la gestione di una casa da giuoco clandestina nel mare magnum della delinquenza nazionale? Dove ci sono giri di danaro di grandezze inimmaginabili? Allora devi pensare che noi siamo utili, siamo di controllo, diamo un grosso aiuto alle forze dell'ordine segnalando qualasiasi anomalia, capisci? Dalla droga ai giri di prostituzione, alle enormi contraffazioni della merce. D'altra parte dei miei rapporti personali con Juris dico solo che mi è bastato un divorzio per capire che l'amore, la fedeltà, l'eterna convivenza sono cose così serie, così impegnative, che ben pochi sanno rispettare. Ci siamo comunque dati delle regole e le rispettiamo: Juris a suo modo è un grande generoso, e sa essere affettuoso, e ha le sue paure, le sue preoccupazioni, come uno qualsiasi di noi, eppoi sa apprezzare le cosiddette cose belle della vita! E le regole stabiltie tra noi... mi permettono qualche “valutazione” extra!”.
Lisa prende un pacchetto di sigarette dalla borsetta e gliene offre una a Daniele che accetta, accende sia la sua che quella della donna, aspira fintamente a pieni polmoni, fissa il tizzone nicotinico, lo prende con l'altra mano, tutto molto lentamente, come assaporasse indifferente quasi a quelle parole. Poi: “Capisco, Lisa, e non voglio certo giudicare alcuno, proprio io, un incallito biscazziere!”.
“Ma tu non sei quello che dici...” fissandolo seriamente nel centro delle pupille.
“E chi sono, allora?”
“Sei un collaboratore esterno undercover della polizia al suo debutto, e devo farti  i complimenti più sinceri per come hai agito!”.

Daniele è a casa sua, preso tra due fuochi emozionali: la soddisfazione immediata di un'approvazione ricevuta, e un filo di rabbia per non essersi accorto di nulla. Rivede tutto il film mentale di quanto accaduto, ma non riesce a fissare un fotogramma che mostri un suo errore di attenzione o di percezione di situazioni anomale; arriva alla conclusione che quella messinscena era stata perfetta, e che in un certo senso, lui “beffatore”, era stato beffato! La cosa gli rodeva dentro un bel po', ma tant'è,  non doveva prendersela così tanto; doveva ritenere che fosse logico che alla prima vera prova, anzi, al debutto, occorreva che fosse  messo alla prova in situazione apparentemente per lui reale, e valutato nel suo agire e nel suo parlare. Quanto al resto, e cioè al comportamento generale della questura, ai suoi “inciuci”, ci avrebbe pensato a mente fredda: ora si ricordava delle parole di Guadagnoli, alla di lui convinzione che fosse necessario inoltrarsi nell'inferno del crimine rischiando di rimanerne coinvolti, di esserne bruciati. Certo, un retropensiero si formava nella sua mente: e se qualcuno della polizia fosse in qualche modo colluso coi gestori della bisca? Se girasse qualche “bustarella”? Se Juri facesse qualche “dono” a qualcuno della questura? Poteva lui escludere tale ipotesi? Poteva ritenere che la polizia, le forze dell'ordine, fossero un'isola felice e innocente, in un Paese dove la corruzione sembra dilagare? Sembra far parte di un normale modo di vivere?
Daniele decide di svolgere qualche esercizio di training autogeno, qualche stiracchiamento  con lo stretching, si sforza di allentare, annullare, il vorticoso lavorìo mentale; beve molto per eliminare le scorie dovute all'adrenalina; inserisce nel lettore un CD di Battiato, uno dei Fleurs, per rilassarsi ulteriormente  e nell'ascolto prende consapevolezza di aver fatto quanto doveva, secondo regola, secondo coscienza, secondo le sue convinzioni.