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Vi ricordate quella notizia di cronaca di un bambino morto disidratato perché dimenticato nella macchina chiusa dal padre sotto il sole? Pazzesco? Se leggerete questa piéces forse cambierete idea...

Tempi Moderni, famiglia e società a vent'anni da Diego Fabbri.
di Maricla Boggio
Il testo di Alessandro Trigona Occhipinti, ripropone, con le differenze dovute ai tempi mutati, temi relativi all'individuo nel contesto familiare e sociale sviluppati nel teatro dell'ultimo secolo. I personaggi appartengono alla borghesia, le situazioni rispecchiano le relazioni contratte nel privato, parentale e del lavoro, restando cioé immersi nella sfera dei loro interessi, senza rialzarsi ad una visione più ampia dell'esistenza. A vent'anni dalla morte di Diego Fabbri, questi personaggi ne riproducono le condizioni di disagio e le volontà di trasgressione per i propri fini personali, avendo però perduto, nel frattempo, quello spessore morale che nei protagonisti di quell'autore emergeva, una volta scoppiata la tragedia e verificatosi l'evento. La consapevolezza della propria fragilità non emerge dai comportamenti e dalle riflessioni dei protagonisti di "Tempi Moderni", preoccupati soltanto del proprio piacere e del proprio interesse, talvolta ammantati da una sottilissima vernice di doverosità, subito abbandonata per un feroce egoismo. I ruoli appartengono al teatro borghese dell'otto novecento - marito, moglie, bambino, cognata, amico di famiglia - con prevedibili implicazioni ed intrecci morbosi, fini al sacrificio della vittima innocente, che in Fabbri - "Processo di famiglia" - si rendeva evidente come una sorta di nemesi espiativa. Nel testo di Trigona Occhipinti, che trae spunto da un fatto realmente accaduto, la vittima viene denunciatra fin dall'inizio. perchè non é la suspence ad interessare l'autore, ma l'indagine sui comportamenti che hanno portato a quel risultato. L'indagine si arricchisce di implicazioni aggiuntive, che allo stress ed alla disattenzione della vita moderna socialmente portata al carrierismo aggiunge la caduta dei valori familistici, superando la trasgressione pura e semplice e sfiorando l'incesto. Non sappiamo valutare se tali elementi aggiuntivi abbiano portato vantaggi alla disperata tesi dell'autore; tuttavia la scrittura sviluppa con ardimentole svolte della vicenda, complicandole sempre di più in una sorta di tela di ragno, quasi a voler significare che niente é salvabile in un mondo corrotto, ne' valori, ne' affetti, ne' pietà. La struttura drammaturgica si scandisce con ritmo serrato e incalzante attraverso un dialogo essenziale, privo di compiacimenti. Senza indicare giudizi, l'autore dimostra l'invivibilità di un'esistenza soltanto strumentale, dove anche chinon é malvagio lo diventa, magari non per azione ma per omissione. Omissione di cui é colpevole come se agisse negativamente. E questa riflessione davvero morale dobbiamo farla, tutti quanti.

"Tempi Moderni" ha vinto il premio "Dante Cappelletti" per il concorso ENNIO FLAIANO PER IL TEATRO 2000.
Il testo é pubblicato sull'ultimo numero di "Ridotto" da dove é tratto l'articolo di M. Boggio.

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