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Micha Van Hoecke, geniale interprete del teatro danza europeo, prosegue la sua personale, intensa, esplorazione dell’universo della tragedia classica con una riscrittura dai toni surreali della vicenda drammatica delle Troiane, emblema dell’inutilità di tutte le guerre. Parliamo di “Pathos - La tragedia delle Troiane”, nuova creazione del coreografo, rilettura del tragico mito classico, oggetto delle immortali tragedie di Euripide e Seneca, riproposte per frammenti ed affidate alla sapiente traduzione di Filippo Amoroso. Lo spettacolo, che ha inaugurato al teatro greco di Tindari il Circuito Epicarmo, diretto da Filippo Amoroso, è stato dedicato al Teatro Greco Romano di Catania, a pochi giorni dalla sua scomparsa, all’attrice catanese Marella Lo Giudice, protagonista, nel ruolo di una medium in grado di comunicare con i defunti, alla prima al festival di Ravenna; unica voce recitante che riempie di sé tutti gli altri personaggi. A Catania il ruolo della Lo Giudice è ricoperto dall’attrice toscana Silvia Budri. Ed è proprio lo spirito, l’inconfondibile voce di Mariella Lo Giudice che aleggia ed abbraccia il pubblico del Teatro Greco Romano di Catania prima, durante ed alla fine dello spettacolo. Nello splendido scenario del Teatro Greco Romano si mescolano musica, canto, recitazione ed aggiungiamo emozioni, suggestioni indimenticabili in una forma d’arte totale. Oltre alla Budri che si impegna al massimo, nei panni di una specie di Cassandra che si muove lungo il passato, supportata dalla voce dell’indimenticabile Mariella Lo Giudice, grande protagonista, nel ruolo di Ecuba, regina e madre, il maestro del gesto Lindsay Kemp, fra i più provocatori artisti teatrali degli ultimi decenni, un uomo-donna dalle carismatiche movenze, abbigliato con una tunica austera e avvolto da un velo. D’effetto  le musiche scelte da van Hoecke di Iannis Xenakis, dal suono lacerante, di Manos Hadjidakis, che rielabora la musica tradizionale greca, ma soprattutto di Berlioz (Les Troyens), punteggiate da interventi dal vivo di Giuliano Gabriele. Completano poi il fascino dell’allestimento, la scena desolata, nera e cimiteriale, come le donne di Troia di Renzo Milan e le luci David Haughton. Apprezzate dal pubblico e lungamente applaudite le storiche danzatrici dell’Ensemble di van Hoecke e per l’occasione cinque allieve dell’Accademia Nazionale di Danza (Marzia Falcon, Miki Matsuse, Yoko Wakabayashi, Michela Caccavale, Rosa Cariulo, Viola Cecchini, Daniela Maccari, Chiara Nicastro, Luciana Fumarola, Ilaria Marini, Denise Patanè, Maria Rinaldi e Valentina Valentini).che danno vita alle donne di Troia nei vestiti, “fumosi”  come le ceneri dei loro morti, della stilista catanese Marella Ferrera. Lo spettacolo, programmato dal Circuito Epicarmo, diretto da Filippo Amoroso,  proposto in alcuni dei siti archeologici più belli della Sicilia, è stato poi inserito nell'ambito del cartellone dell'Estate catanese, promosso dal Comune di Catania. L’allestimento è coprodotto da Ravenna Festival, Accademia Nazionale della Danza, Festival Teatro dei Due Mari di Tindari in collaborazione con il Teatro Stabile di Catania, il Circuito Epicarmo ADR della Regione Siciliana e Sensi Contemporanei, Allieve dell’Accademia Nazionale di Danza. Pièce di grande intensità, di vero pathos, che nel ricordo di una artista come Mariella Lo Giudice si rivela ai nostri giorni più che mai attuale con la sua denuncia della violenza inutile, della sopraffazione dell’uomo sui suoi simili e che tramite l’uso di testi provenienti anche dalla tradizione senechiana, consente la rielaborazione del lutto, del dolore per la perdita, attraverso la considerazione liberatoria della morte che restituisce dignità alle donne di Troia, cedute come schiave agli stranieri vincitori e costrette a emigrare in terre non loro.