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Edoardo Sanguineti e il teatro
La poetica del travestimento
di Maria Dolores Pesce
Edizioni dell’Orso, pp. 168, euro 16,00

Il saggio di Maria Dolores Pesce esamina in modo analitico e rigoroso le singole produzioni drammaturgiche di Edoardo Sanguineti evidenziandone il loro organizzarsi in una poetica organicamente strutturata. Partendo dalla prima raccolta in versi Laborintus (1956), passando attraverso l’esperienza del Gruppo 63 e soffermandosi sull’analisi testuale dei primi lavori - K (1959), Passaggio (1961-1962), Traumdeutung (1964), Protocollo (1968), Storie Naturali (1971) – il saggio prosegue poi nella disamina dell’attività di traduttore-travestitore di Sanguineti (testi per il teatro tra cui: Le Baccanti di Euripide, Fedra di Seneca, Edipo Tiranno di Sofocle, I Sette contro Tebe di Eschilo, Don Giovanni di Molière, Il Cerchio del Gesso del Caucaso di Brecht), per approdare all’elaborazione del poema ariostesco, l’Orlando Furioso (1968), considerato dall’autrice “uno snodo fondamentale nella drammaturgia di Sanguineti” in quanto giungono “a maturazione, e piena consapevolezza gli elementi chiave, più caratteristici ed originali, di ciò che è definito Travestimento”. Una poetica che Sanguineti esprime attraverso “l’uso di un linguaggio che non ha nessuna ambizione, anzi cerca di prendere tutte le distanze da una mimesi di tipo naturalistico. Cercavo un tipo di dialogo e comunicazione che sotto apparenze di una relativa quotidianità però si allontanasse da questa sorta di comunicazione ‘ingenua’ del rifare la vita sulla scena. Cosa che poi mi ha condotto a spingere in questa direzione più fortemente in seguito, cercando di costruire anche delle opera non fondate sul colloquio, in cui i personaggi o le voci siano numerosi ma viene meno il colloquio”. Una drammaturgia in cui – sottolinea l’autrice - “la parola è vissuta come vera e propria presenza scenica, che, come un attore, occupa la scena e all’interno di questa si muove, travestita, appunto, come un attore. Perché – dice Sanguineti - : «La Voce è corpo»”. Negli anni ’80 l’esperienza verbale dei travestimenti per la rappresentazione si sviluppa attraverso le committenze Faust. Un travestimento (1985) realizzato per la compagnia “Alfred Jarry” di Marialuisa e Mario Santella e Commedia dell’Inferno (1988) per la compagnia di Federico Tiezzi. Mentre nella seconda metà degli anni ’90, l’attività drammaturgica di Sanguineti è caratterizzata dalla collaborazione con il giovane musicista Andrea Liberovici che vede la produzione degli spettacoli Rap (1996), Sonetto (1997), Macbeth Remix (1999), Sei Personaggi.com (2000) in cui si accentua la “attenzione e valorizzazione del suono, nella doppia accezione di fonesi e di musica, e nella loro reciproca influenza e mescolanza”. Gli ultimi capitoli del saggio affrontano, nello specifico, le considerazioni di Sanguineti sul rapporto testo-musica, la più recente delle opere teatrali, L’amore delle tre melarance (2000) da Carlo Gozzi, e l’influenza che “l’esperienza ed elaborazione sanguinetiana […] ha avuto sulla evoluzione del teatro italiano degli ultimi decenni, sia in direzione della cosiddetta neo o post avanguardia, sia nei confronti di una nuova drammaturgia con caratteristiche […] più spiccatamente letterarie”. Il volume è corredato da un’introduzione di Luigi Gozzi e da un’intervista dell’autrice a Edoardo Sanguineti.
Maximilian La Monica