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Orlando furioso di Ariosto Sanguineti per Luca Ronconi
di Claudio Longhi
Edizioni Ets - 2006
pagg. 194 € 14,00
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Sesta pubblicazione di “Narrare la scena - esercizi di analisi dello spettacolo”, una collana di monografie dedicate a spettacoli teatrali che hanno fatto la storia del teatro italiano e non solo degli ultimi anni, questo saggio di Claudio Longhi, ricercatore in Discipline dello spettacolo al Dams di Bologna, regista, e per molti anni assistente alla regia di Luca Ronconi, analizza e descrive la nascita e gli esiti di uno degli eventi teatrali più noti anche al pubblico meno esperto di teatro. Era l’estate del 1969 quando al festival dei due mondi di Spoleto accade qualcosa che spiazzò non poco le aspettative del pubblico e della critica in un contesto, oltretutto, già in parte avvezzo ai superamenti delle convenzioni drammaturgiche e performative che caratterizzavano molti degli spettacoli rappresentati in quegli anni. E proprio dal quadro di quegli anni, ricco di fermenti e d’inquietudini creative, che parte l’analisi di Longhi mostrando al lettore il fertile terreno in cui mosse i primi passi il progetto di Ronconi e Sanguineti, di portare in scena il poema di Lodovico Ariosto per soddisfare un’esigenza comune all’uomo di lettere incline al teatro e all’uomo di teatro incline alle lettere. L’esigenza, che prese lo spunto anche dall’ultimo romanzo sanguinetiano “Il gioco dell’oca”, era quella di sperimentare una forma rappresentativa che mettesse alla prova e di conseguenza rivelasse i meccanismi cognitivi e di fruizione del pubblico davanti ad una performance teatrale. Massimo rispetto del contenuto (Ronconi ha sempre confermato la sua fedeltà ai testi portati in scena) ma attenzione rivolta soprattutto alla forma rappresentativa. Il volume dedica un intero capitolo al corposo lavoro di Sanguineti sul “travestimento ariostesco” caratterizzato dalla esaltazione della pluralità e contemporaneità narrativa insita nella struttura del poema. Il capitolo successivo racconta invece il lavoro del regista, dalla giustapposizione del materiale testuale in funzione della rappresentazione al lavoro con i numerosi attori, agli scenografi e, in una parola, al montaggio dello spettacolo definitivo. Come oggi sappiamo, ma l’appassionante lettura di questo saggio serve a riscoprirlo con maggiori dettagli ed utilissimi approfondimenti teorici, l’opera risultò un ‘esperienza, probabilmente unica e mai più eguagliata, di spettacolo vissuto più che visto dallo spettatore che si trovò letteralmente circondato dall’azione, ed immerso nelle storie agite e raccontate dai numerosi personaggi, con la possibiltà di scegliere i “filoni” e dunque di costruirsi un proprio personale percorso di fruizione. L’ultimo capitolo documenta il lavoro realizzato alcuni anni dopo per tradurre lo spettacolo nel linguaggio televisivo andando a costituire un opera diversa ed autonoma rispetto all’originale teatrale, trasmessa dalla Rai in sei puntate nel 1975. La pubblicazione è arricchita da alcune critiche dell’epoca (tra cui un gustoso ed originale intervento di Gianni Rodari sulla versione televisiva dello spettacolo), da foto di scena e bozzetti originali delle complesse scenografie, dalla biografia di Luca Ronconi e da una nutrita bibliografia.