Visite: 2820

Una quadrilogia
(L'odore assordante del bianco, Processo a Dio, Memorie del boia, La fine di Shavuoth)
di Stefano Massini
Ubulibri - Milano 2006
pagg. 200, € 19,00
Per acquistare il libro

Chi ha seguito i fecondi avvicendamenti drammaturgici del premio Tondelli Massini, sa bene che la recente e attesa pubblicazione per I testi della Ubulibri non è solo un’eccezione per la giovanissima età del suo autore, ma anche perché raccoglie una produzione (e nemmeno nella totalità) concentrata in pochissimi mesi: sono L’odore assordante del bianco (premiato a Riccione nel 2005 e in programma nel febbraio 2007 per il Teatro Metastasio-Stabile della Toscana), Processo a Dio (allestito dalla Contemporanea a dicembre con la regia di Sergio Fantoni, protagonista femminile Ottavia Piccolo), Memorie del boia (presentata al Teatro di Rifredi nel 2004-05 con le scene di Lele Luzzati) e La fine di Shavuoth, tutti già in traduzione in Svezia, Portogallo e Germania dove sono stati accolti con grande interesse. “Detta così – come sottolinea l’editore nella prefazione – potrebbe essere intesa come una serie di compitini del primo della classe svolti meccanicamente … ma va considerata la carica di emozioni che la riempie, anche quando si parte da vite vissute, magari da episodi autobiografici … rivissuti in proprio da chi scrive e si ritrae in quei personaggi”. E infatti, tutti studiati nell’equilibrio sensibile tra invenzione, calcolo narrativo e affabulazione, avviene che questi protagonisti storici - Kafka, Balzac, Van gogh, Jtzach Lowy ed Elga Frish - tanto minuziosamente ricostruiti, quanto privati dell’incidenza di un tempo e un luogo geografico necessariamente riconoscibili, si incrocino prima nella mente di Massini come in una recondita ambientazione ingabbiante (come ben condenserà Massini nel titolo dell’altra pièce al femminile, che sta girando i palcoscenici d’Italia proprio in questi giorni, La gabbia). E dal manicomio di Saint-Paul-de-Manson, a un caffè di Praga, alla suggestiva Parigi dell’Ottocento, questi personaggi storici e al contempo fantasmagorici parlano una lingua che non ha tempo, l’unico possibile veicolo verbale nell’incomprensione comunicativa in cui sono sospesi i dialoghi. Eppure quel che riflette poi questa prospettiva lunare è un quadro a colori, come quello che compare sintomaticamente sulla copertina dell’edizione Ubulibri. Un girotondo controllato, concluso, letterariamente perfetto, ma di un’immediatezza espressiva tale da inquadrarsi altrettanto naturalmente alla scena, senza particolari resistenze, se non quelle didascaliche di uno stile già assolutamente riconoscibile e orgogliosamente fedele a sé stesso.
Chiara Alessi