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La mela di Alan
di Valeria Patera
Di Renzo Editore - Roma 2007
pagg. 118 € 12,50
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Non è per nulla facile trattare soggetti biografici di grandi personaggi in una composizione drammaturgica. Se poi si tratta di personaggi che appartengono ad un mondo un po' difficile da avvicinare per la stragrande maggioranza degli individui la faccenda si complica ulteriormente. Vero è che Alan Turing, con le sue idee e le sue scoperte, ha messo le basi e anche qualcosa di più per ciò che oggi ha un ruolo importante, spesso preponderante, nella vita di tuitti noi: il personal computer. La sua vicenda scientifica è legata alla "macchina", sorta di antenato dei moderni computer, che porta il suo stesso nome, alle pioneristiche teorie sull'intelligenza artificiale, alla interpretazione del codice segreto "Enigma" utilizzato dai nazisti nella seconda guerra mondiale, al famoso Test, ancora oggi utilizzato, che porta anch'esso il suo nome. La sua vicenda umana è caratterizzata da un profondo sentimento di libertà, che lo portò a esplicitare le sue teorie anche quando andavano controcorrente e sfidavano dogmi religiosi e profani. La sua stessa identità di omosessuale, in una società che ancora riteneva reato i rapporti tra persone dello stesso sesso, caratterizzò la vicenda di uno spirito profondamente libero e svincolato da qualsiasi preconcetto o pregiudizio. Valeria Patera ci racconta tutto questo in modo da evitare il più possibile le deviazioni didascaliche, in parte inevitabili quando ci si addentra in questioni squisitamente tecniche, fornendoci un quadro al tempo stesso documentato e ricco di respiri poetici. "La mela di Alan", uno dei frutti del suo lavoro di ricerca relativo ai rapporti tra teatro e scienza, è stato prima di tutto uno spettacolo multimediale, che ha debuttato quasi due anni fa, e che attraverso un lavoro di riscrittura è approdato alla stesura presentata in questo volume. Corredano la pubblicazione del testo gli interventi della stessa autrice: "Lo sguardo dell'autore" e "Il teatro continuo di una vita discreta", quello di Oliviero Ponte di Pino: "Sulla natura teatrale del test di Turing", oltre alle due prefazioni di John Casti e di Giulio Giorello.