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Desideranza Fufùll - Teatri Alchemici
di Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi
L'orecchio di Van Gogh Falconara M. 2008
pagg. 96 € 10,00
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Il libro raccoglie le prime due pièces nate dalla collaborazione dei due attori-drammaturghi siciliani ritrovatisi con “Teatrialchemici” nella loro terra di origine, dopo un peregrinare singolare e autonomo che ha visto l'uno, Ugo Giacomazzi, formarsi alla Scuola del Piccolo Teatro e sperimentarsi a Milano tra teatro stabile e gruppi di ricerca per poi tornare in Sicilia con Davide Enia ed Emma Dante, e l'altro, Luigi di Gangi, dopo una prima breve esperienza palermitana, costruire la propria vocazione soprattutto nella collaborazione con il regista peruviano Carlos Riboty e l'Università Cattolica di Lima. Sono fatiche entrambe premiate, Fufùll vincendo il concorso “Il teatro che verrà 2007” a Palermo, Desideranza ottenendo la menzione speciale al “Premio Scenario 2007” nel corso di “Santarcangelodeiteatri”, occasione durante la quale ho avuto modo, per la prima volta, di conoscere l'attività di questi giovani drammaturghi. Il libro dunque raccoglie due drammaturgie ad una prima lettura diverse, Desideranza articolando la storia intima di oppressione e liberazione di due fratelli, uno dei quali gravato da handicap, che però supera nel contesto di una processione di paese i suoi confini psicologici e sociologici per approdare ad una dimensione quasi metafisica, mentre Fufùll appare strutturata in forma di favola metaforica ove i ripetuti riferimenti ad una attualità opprimente sono come riscattati dalla libertà interpretativa e sperimentale dei protagonisti, in buona parte giovani down. Due drammaturgie diverse e però accomunate da un dinamico sperimentalismo linguistico, che nella mescolanza, quasi un meticciamento, dell'asettico linguaggio popolar-televisivo peraltro fantasiosamente rimaneggiato, con le forme e la forza del dialetto siciliano, accende entrambe di una sintassi luminosa, quasi figurativa come le belle immagini che corredano il libro, con una qualità di transito scenico inusuale. La capacità qui dimostrata da parte dei due drammaturghi di controllare la pressione di un tale linguaggio, in continua evoluzione talchè il testo letterario appare più un copione da “farsi” sulla scena che altro, potrà in futuro, ci auguriamo, dare il segno di una raggiunta maturità.
Maria Dolores Pesce