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Al Teatro Piccolo Bellini va in scena Gretel e Gretchen di Claudio Buono (Vincitore Bando Campano di Drammaturgia del Teatro Nuovo di Napoli), per la regia di Gabriele Russo, attore e regista di esperienza che cura l’allestimento di questa intrigante riscrittura della nota fiaba dei fratelli Grimm. In una scena guarnita di tavole golosamente imbandite, accompagnati dal suono dolce e metallico di un carillon, Hansel e Gretel assaporano tortini cioccolattosi e zuccherose squisitezze. Hansel (Gennaro Maresca) è ormai cresciuto, ma i suoi desideri sono gli stessi di quando era bambino: «crostate, torte e bignè» è l’ossessivo mantra che guida i suoi pensieri e le sue azioni; per lui, quello dei dolci è un vero e proprio rituale, un cerimoniale di regressione cosciente alla ricerca della fanciullezza perduta. Eppure, la sua non è stata un’infanzia felice: come ricorda Gretel, da bambini hanno dovuto imparare presto a cavarsela da soli tirando fuori astuzia e prontezza di spirito. Ma anche brutalità e violenza. Gretel (Diletta Acquaviva), che pure condivide la golosa passione del fratello, sa bene, però, che per sopravvivere bisogna anticipare le mosse del nemico, senza aver scrupolo di eliminarlo se necessità lo impone: «mai cercare di fottere Gretel», questa è la sua morale. Purtroppo, nei ripetuti banchetti golosi, i tentativi di ritrovare i sapori del passato si rivelano sempre vani: non esiste leccornia che riesca a riprodurre l’antico sapore dei dolci della Strega del bosco. Finché un giorno una misteriosa figura, Swidgard (Raffaella Pontarelli), irrompe nelle vite (e nei palati) dei nostri protagonisti. Un pezzo di torta risveglia l’autentico sapore: ma l’ingrediente misterioso dei dolci di Swidgard, non ha nulla a che vedere con gli oscuri “abracadabra” della Strega. “Questa rivisitazione della favola di Hansel e Gretel in chiave contemporanea” – scrive il regista Gabriele Russo – “offre notevoli ed interessanti punti di vista sui segni indelebili che l’infanzia lascia sulle nostre vite, nel momento in cui, crescendo, i desideri più intimi e infantili rischiano di diventare una vera e propria gabbia”. Significativa, però, è anche la chiave di lettura nei confronti del Presente: rifugiarsi consapevolmente in un passato doloroso di cui la memoria conserva nitidi i ricordi, rifiutare il contatto con la realtà viva per perdersi in magici e golosi banchetti che nulla hanno a che fare con la spontanea convivialità che di regola attiene al convito, è segno di una incapacità, di un vuoto declinato tutto al presente e da rifuggire con qualunque mezzo. Lo spettacolo, però, non rinuncia mai all’imprinting fiabesco e al contrasto comico: la riflessione drammatica è sempre mediata dal grottesco garantendo la piena godibilità di un testo reso vivido da una regia curata e da un trio di attori affiatato e sempre ‘in parte’.

Gretel e Gretchen
Di Claudio Buono
Regia: Gabriele Russo
Interpreti
Diletta Acquaviva (Gretel);
Gennaro Maresca (Hansel),
Raffaella Pontarelli (Swidgard).
Musiche: Adriano Aponte
Aiuto regia: Andrea Contaldo
Scene e costumi: Francesco Esposito;
Luci: Salvatore Palladino
Teatro Piccolo Bellini