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La terza vita di Leo
di Claudio Meldolesi, Angela Malfitano, Laura Mariani
Titivillus 2010
pagg. 438 € 20,00
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Libri come questo sono davvero necessari se si pensa che viviamo in un mondo dove si fa molto presto a dimenticare. E Leo De Berardinis, nonostante sia scomparso da meno di due anni, non opera sulle nostre scene ormai da dieci. Pur trattandosi di un riconosciuto maestro, straordinario e sorprendente innovatore del nostro teatro, bisogna pensare che le più giovani generazioni dei nostri teatranti non lo hanno mai visto in scena e, nella migliore delle ipotesi, ne hanno solo sentito parlare. In una società in cui la sofferenza, la malattia e la morte, in una parola la "non attività", sono argomenti che si evita di toccare a tutti costi, l'incredibile vicenda del lungo coma di Leo De Berardinis ha fatto si che si evitasse di parlare di lui per quasi dieci anni. Adesso però che la morte naturale è arrivata nel settembre del 2008 è giunto il momento di recuperare il tempo perduto e riscoprire, e documentare, il significativo patrimonio che il grande artista ha lasciato a tutti noi. Chi si è incaricato di raccogliere il materiale per questa pubblicazione è in verità uno dei pochi che, legato a lui da frequentazioni professionali oltre che da una profonda amicizia e conoscenza, non ha mai smesso di ricordare Leo anche nei dieci anni della sua assenza, con articoli, interventi, eventi e convegni. Proprio a partire dai due convegni organizzati a Bologna nel 2007 e nel 2008, Claudio Meldolesi, con la collaborazione di Angela Malfitano e Laura Mariani, ha raccolto i circa cento contributi non per farne atti di convegno ma per realizzare, grazie alle sue cesure, ai suoi raccordi, e alla sua "regia letteraria", un vero e proprio saggio sulla figura dell'uomo e dell'artista. Ne risulta dunque un atto di stima, direi d'amore, ad un uomo che vale la pena di conoscere almeno grazie alla testimonianza di chi lo ha conosciuto, per scoprire la grandezza e la novità del suo vasto contributo, per provare ad immaginare il fascino e la ricchezza della sua opera. La pubblicazione riguarda principalmente documenti e testimonianze relative al periodo Bolognese dell'artista, che è giunto dopo gli esordi, in coppia con Perla Peragallo, nelle cantine di Roma negli anni sessanta, a cui è seguito il periodo, fino all'inizio degli anni ottanta, del Teatro di Marigliano. Da questa scalettatura della sua biografia ed esperienza artistica, deriva il titolo. Il periodo bolognese, dunque, come terza vita di Leo, probabilmente la più matura e prolifica dal punto di vista professionale e creativo. Impossibile nominare tutte le voci che hanno partecipato a questo coro. Si tratta di personaggi che comunque hanno un punto di vista egualmente utile e complementare nel dettagliare tutti i molteplici aspetti dell'artista: l'attore, il regista, l'autore, il direttore artistico, il maestro, il pedagogo, lo sperimentatore. In conclusione un volume che sarà certamente utilissimo a costruire la quarta vita di Leo, quella che dovrebbe trovare posto nella memoria e nell'esperienza di chi fa e/o ama il teatro.